Iniziazione




Sabrina Quaranta


DETTAGLI:

Editore: Neri pozza 

Genere: Thriller

Pagine: 192

Anno edizione: 2024

Sinossi. Lorenzo Meyer è sparito. Aveva ancora indosso i vestiti per la cerimonia del Voto – la tunica in velluto rosso, la cintura con lo spadino – ma dopo la messa di quella notte, la seconda domenica di ottobre del 1989, nessuno l’ha più visto. È una ricorrenza sentita in paese, il Voto, il rinnovo di una promessa antica alla Vergine, ma da allora è anche il ricordo del bambino scomparso, la celebrazione di una comunità in cui nulla potrebbe succedere, in cui nulla è mai successo. È anche la notte in cui, da sempre, i ragazzi si ritrovano alla diga, al limite del paese, dove all’insaputa degli adulti si consuma nella ferocia e nell’incanto della loro età di mezzo un’iniziazione che chiamano «Battesimo». Quella notte del 1989, la notte del suo Battesimo, a Lorenzo è successo qualcosa. Di quella notte esiste una verità ufficiale, quella di una ragazzina di dodici anni, che ha indicato un uomo, il colpevole, e un luogo, la sua casa. Era Anna che adesso, dopo trent’anni di assenza, è tornata. Anna che è la cicatrice attorno a cui il paese si è rimarginato. Anna che, come tutti, ha preferito dimenticare. Eppure in paese qualcuno ricorda. Forse è Caterina, sorella di Lorenzo e migliore amica di Anna, cui la lega un segreto inconfessabile. Forse è la madre di Anna, che il suo segreto l’ha portato nella tomba. Forse è Giovanni, tredicenne di oggi in cui rivivono gli slanci e le crudeltà dell’adolescenza. Che cosa accadde, e accade ancora, nei campi avvolti dalla nebbia, sui sentieri fra l’argine e la vecchia distilleria di menta?

La prima cosa è il Voto. La seconda è il bambino scomparso. Per il resto, a quanto dicono gli abitanti, qui non è mai successo niente.

 Recensione di Gabriel Uccheddu


Il romanzo “Iniziazione” di Sabrina Quaranta, pubblicato da Neri Pozza, ha conquistato il prestigioso Premio Neri Pozza nella sezione giovani. Questo riconoscimento celebra non solo la brillantezza narrativa dell’autrice, ma anche la profondità emotiva e la sofisticata tessitura dei suoi personaggi e delle sue trame.

Questo è un libro da cui si può rischiare di essere fulminati: una storia tumultuosa e contorta. Una danza di bugie e anime in cerca di una salvezza che sembra non giugnere mai. Anna torna nel suo paese di nascita, da dove scappa dopo un evento traumatico, cerca di ritrovare le risposte ad un dolore che le batte forte nella testa per mettere a posto, una volta per tutte, tutti i tasselli del suo passato. 

La storia prende avvio con la scomparsa di Lorenzo Meyer, avvenuta durante la cerimonia del Voto, un rito annuale che rinnova una promessa antica alla Vergine e rappresenta un momento solenne per la comunità del paese. Vestito con la tunica in velluto rosso e la cintura con lo spadino, Lorenzo svanisce nella notte della seconda domenica di ottobre del 1989, lasciando dietro di sé solo domande e dolore. Questo evento segna una crepa profonda in una comunità dove “nulla potrebbe succedere, in cui nulla è mai successo”.

Parallelamente alla cerimonia religiosa, i ragazzi del paese si radunano alla diga per il loro rito segreto, il “Battesimo”, un’iniziazione che celebra la loro età di mezzo, intrecciando incanto e ferocia adolescenziale. Quella notte segna per Lorenzo un punto di non ritorno. Una verità ufficiale emerge, grazie alla testimonianza di Anna, una ragazzina di dodici anni, che accusa un uomo e un luogo, offrendo una spiegazione che il paese accoglie per placare il proprio turbamento.

Trent’anni dopo, Anna ritorna al paese, un luogo che ha preferito dimenticare, portando con sé le cicatrici di un passato che non può essere sepolto. La sua presenza riapre vecchie ferite e risveglia segreti nascosti. Caterina, la sorella di Lorenzo e una volta la migliore amica di Anna, custodisce un segreto inconfessabile. La madre di Anna, che ha portato il suo segreto nella tomba, e Giovanni, un tredicenne contemporaneo che riflette la stessa tumultuosa energia giovanile di Lorenzo, sono le altre pedine in questo intricato gioco di memoria e verità.

Sabrina Quaranta si distingue per uno stile di scrittura che combina precisione e leggerezza, creando una prosa che è al contempo evocativa e accessibile. Le descrizioni sono dettagliate e nitide, senza mai appesantire la narrazione. Ogni parola è scelta con cura, ogni frase scorre con una naturalezza che coinvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina. La suspense è dosata con sapienza, mantenendo costante l’interesse del lettore senza mai ricorrere a espedienti narrativi forzati. 

I personaggi di “Iniziazione” sono ritratti con tale profondità psicologica da sembrare vivi e tangibili. Sabrina Quaranta riesce a delineare ogni figura con una precisione che permette al lettore di entrare in empatia con le loro storie e le loro emozioni- sembra quasi di conoscerli da una vita-. Anna, Caterina, Giovanni, e persino i personaggi secondari, si muovono in un contesto che è descritto con una minuzia che ne cattura l’essenza: i campi avvolti dalla nebbia, i sentieri tra l’argine e la vecchia distilleria di menta, luoghi che sembrano sospesi nel tempo e che contribuiscono a creare un’atmosfera tanto incantevole quanto inquietante. L’ambientazione è funzionale alla storia e agli eventi che accadono, una scelta che ripaga positivamente il lavoro dell’autrice – una grande bella ambientazione- indimenticabile. 

Al cuore del romanzo c’è una riflessione profonda sulla natura del ricordo e del perdono, sul dilemma tra vivere nel passato o lasciarlo andare per guardare al futuro. Questo tema è esplorato attraverso le vicende dei personaggi, ciascuno dei quali deve confrontarsi con i propri demoni e trovare una via di guarigione. Il finale, che lascia il lettore con un senso di amaro in bocca, non offre risposte facili, ma invita a una riflessione profonda e duratura. Anna rimane una donna tormentata dal suo passato o riuscirà a vomitare dal suo corpo tutto ciò che la tiene ancorata a quel posto, rendendola per sempre una donna libera? 

Iniziazione” è molto più di un semplice romanzo; è un’esperienza di lettura che lascia il segno. La capacità di Sabrina Quaranta di tessere una storia avvincente e profondamente emotiva conferma il suo talento straordinario. Il Premio Neri Pozza sezione giovani è un riconoscimento meritato per un’opera che riesce a intrattenere, commuovere e far riflettere. Una lettura imprescindibile per chiunque apprezzi la narrativa di qualità, capace di esplorare le complessità dell’animo umano con eleganza e intensità.

I lettori potranno apprezzare anche i salti temporali che l’autrice gestisce con estrema precisione alternando presente e passato, ricucendo poi tutto ciò che è accaduto in quella terribile notte del Voto. 

Vi lascio con una citazione potente e indispensabile:

‘’È meglio che certe ferite rimangano chiuse, che i morti rimangano sepolti. È meglio dimenticare. Agli esseri umani questa grazia è concessa.’’ 

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Sabrina Quaranta


è nata a Carmagnola nel 1994. Nel 2019 si è diplomata alla Scuola Holden di Torino. Alcuni dei suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste Retabloid, La Balena Bianca, Narrandom e micorrize e ha partecipato alla campagna “Unite. Azione Letteraria” scrivendo su IrpiMedia.

A cura di Gabriele Uccheddu

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