Intervista a Davide Mosca




A tu per tu con l’autore


 

Ciao Davide, grazie per aver accettato l’invito di ThrillerNord.

Amare una volta è un romanzo struggente, delicato e allo stesso tempo potente. La storia non sarebbe stata la stessa se l’ambientazione, l’alta Langa, non fosse stata questa. Cos’hai immaginato prima, la storia di Virginia e Italo o le vicende della comunità contadina di questa parte del Piemonte nel secondo dopoguerra?

Sì, hai ragione, il paesaggio è protagonista tanto quanto Virginia e Italo. Ho vissuto da bambino in quei luoghi e poi ci sono tornato spesso. Posseggono una malinconia ma anche una malia, un incanto che desideravo trasmettere ai lettori. Sono luoghi magici, poetici, ma anche dolorosi, dove sudore e sangue sono sempre stati versati in quantità. Sono un luogo isolato, racchiuso, dove è facile perdersi ma anche ritrovarsi. 

La tua prosa mi ha colpita. Non scontata, poetica, alta. Hai degli autori di riferimento?

Per questo romanzo in particolare mi sono ispirato a tutti quegli scrittori che per un motivo o l’altro sono debitori a queste zone, Pavese e Fenoglio in primis, ma anche Romano e Ginzburg. 

Tra tutti i personaggi del tuo romanzo, il capofamiglia dei Costamagna è quello che mi ha fatto più arrabbiare, più della Duchessa e addirittura anche più della maestra Vittoria. Solo in un’occasione, inaspettatamente, è riuscito a imporsi. Un uomo maltrattato dalla vita, d’accordo, ma completamente incapace di reagire. È nato così o si è evoluto man mano che la storia si sviluppava?

Tanti uomini non reggono ai colpi della vita, crollano oppure si isteriliscono. In un certo senso non sopravvivano a se stessi, a quello che sono stati, ai sogni tramontati, agli insuccessi, alle sventure. Ne ho incontrati tanti nella vita e volevo raccontarne almeno uno. 

Il paesaggio che descrivi è incantato e vivo. Ti va di parlarci del tuo legame con questi luoghi?

Da bambino li temevo, mi sembravano strani, arcani, sconsolati. Io venivo dal mare. Poi, piano piano, ho sentito crescere il legame di sangue e di spirito con questi luoghi e ora sono sempre felice di tornarci, mi pare di tornare a casa, anche se ci ho abitato per un anno appena e da bambino. 

I tuoi personaggi si evolvono durante la storia; quelli che sembrano positivi non lo sono fino in fondo, idem per quelli negativi. E fino alla fine, fino al suo commiato, mi è rimasto il dubbio su Italo. È questo l’effetto che desideravi ottenere?

Sì, hai centrato il punto del romanzo. Accade così nella letteratura, pensa per esempio al Signore degli anelli. Frodo, il prode Frodo, non è un personaggio completamente positivo, infatti fallisce la missione quando tocca a lui: è Gollum, il meschino Gollum (che forse altro non è che il lato ombra di Frodo) a distruggere l’anello e a realizzare il compito del suo alter ego.

Ho una curiosità forte: senza spoilerare, Virginia, alla fine, viene punita? Ti prego, ho bisogno di saperlo.

Ti rispondo come rispose il protagonista di un famoso film. Quando gli chiesero contro cosa si ribellasse, rispose: fai tu.

Quanto tempo hai impiegato tra lavoro di ricostruzione storica e stesura del romanzo?

Ce l’avevo in testa da anni, quindi non ho impiegato molto nella stesura, diciamo qualche mese per la prima versione e altrettanto per la riscrittura. Mi piace riscrivere più volte i miei libri. 

Ti va di anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri? 

Volentieri, ho scritto un libriccino che racconta del più grande nemico dell’uomo: il potere.

Grazie di cuore e alla prossima avventura!

Claudia

Ciao Claudia, grazie di cuore per le belle domande, ti abbraccio, Davide

Acquista su Amazon.it: