A tu per tu con l’autore
Ciao Karin, grazie per il tempo che dedichi a me e a tutti i lettori di Thrillernord.it e del tuo ultimo libro.
Ho avuto per le mani ‘Il grido dell’aquila’, scelto appositamente perché conosco la tua scrittura da ‘Mio fratello’ e ero curiosa di scoprire come intraprendevi il percorso di Millennium. Sono rimasta molto colpita dall’evoluzione dei personaggi e, pur non avendo letto i tre precedenti, l’immedesimazione è stata globale. Ho dato diverse interpretazioni al significato del titolo in rapporto al thriller, ma non sono certa di aver centrato il punto. Vuoi spiegare chi sono le aquile di mare e perché è così importante il loro grido?
L’idea mi è venuta passeggiando nei boschi. I vicini, che sono cacciatori, avevano messo fuori i resti degli animali uccisi per gli uccelli. Li ho sentiti urlare quando si sono buttati sulla carne e mi è venuta l’idea dello Spazzino, una persona amante degli uccelli che pulisce, spazza via, le persone indesiderate. Lui è convinto di fare un favore al mondo: l’aquila di mare in via di estinzione può vivere. In svedese il libro si intitola “L’urlo dell’aquila di mare”.
Trovo Mikael mattatore della prima parte del romanzo ma dopo subentra prepotentemente la figura di Lisbeth con il rapporto tra lei e la nipote acquisita. Quale scelta ti ha fatto propendere per mettere il giornalista in secondo piano nella stesura?
Mikael Blomkvist è un personaggio con cui non ho un legame forte. Sarà più importante, in un certo senso, nei prossimi libri, ma qui volevo concentrarmi su Svala che è più interessante e quindi occupa una parte più importante della storia.
Lisbeth Salander è molto maturata dai precedenti libri: qui la troviamo alle prese con una adolescente problematica eppure geniale. Com’è nata la dicotomia Lisbeth-Svala e quanto ti sei divertita nel rappresentare il loro legame nascente (poiché nella lettura si nota, eccome!)?
Svala è una stella. Un’adolescente molto dotata e per certi versi molto simile a Lisbeth. Quando ho inventato Svala l’ho fatto perché Lisbeth potesse sentirsi meno sola ed essere più chiamata a rispondere come donna. Mi è piaciuto molto scrivere la loro relazione. È complicata e Lisbeth è molto divisa tra il desiderio di restare sola e la responsabilità di prendersi cura di Svala.
I temi affrontati in un libro di Millennium sono sempre attuali, dalla costruzione di un immenso parco eolico che distruggerebbe ettari di foresta, alla corruzione dei politici anche a livelli di piccole realtà. Dalla violenza domestica alla minaccia di figure che, credendosi dèi scesi in terra, decidono della sorte dell’umanità. Quanto sono sentiti questi argomenti nei paesi del nord e soprattutto in Svezia?
Il nord della Svezia è attualmente un punto di riferimento per vari cercatori d’oro che vedono le possibilità delle ricche risorse naturali della regione. La popolazione del Nord aumenterà del 30% entro dieci anni. Con l’arrivo dei miliardi arrivano anche i crimini. Sia nei confronti delle persone quando si tratta di droga, prostituzione, tratta e violenza. Ma anche verso la natura. Il romanzo è di fantasia ma basato sulla realtà.
Concludendo, immagino che ‘Il grido dell’aquila’ sia il primo di una nuova serie di romanzi. Puoi darci qualche anticipazione?
È il primo di tre romanzi. Sto scrivendo il secondo adesso. Riguarda l’estrazione mineraria e l’impatto che le nuove miniere hanno sia sulla natura che sugli esseri umani, non ultimo il popolo Sami, la popolazione indigena svedese che viene costantemente allontanata a causa della diffusione dell’industria mineraria. Il denaro e l’avidità spesso vincono sulle persone che cercano di vivere secondo la natura, ma ciò non significa che si arrendano senza combattere.
Grazie ancora e spero di poterti leggere presto!
Marina Toniolo
Traduzione di Sabrina De Bastiani
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