LOU BERNEY’S INTERVIEW
edited by Sabrina De Bastiani
Una delle cose più sorprendenti in “November road” è che praticamente nulla può essere detto senza rischiare di svelare uno dei tanti cambiamenti di registro, colpi di scena e sfumature. Ciò che si può affermare è che il nucleo centrale del romanzo sia quello di una caccia all’uomo serrata e senza esclusione di colpi. Una fuga. È corretto però dire che la fuga di Guidry (il protagonista) non sia solo una via di fuga da chi lo vuole morto, ma progressivamente diventi sempre più una via di fuga dal proprio se stesso che si è “creato” nel corso degli anni?
Penso tu abbia trovato un modo eccellente per dirlo. Guidry ha creato di se stesso un personaggio e ha interpretato questo ruolo per così tanto tempo che non si rende nemmeno conto – finché non incontra Charlotte e le sue figlie – che sia un ruolo. E’ corso via dal suo passato per tutta la sua vita. Ora ha la possibilità di correre verso qualcosa.
“November road” è ambientato al tempo dell’assassinio di J. F. Kennedy, e inoltre questo evento epocale ha un ruolo fondamentale nella trama. Perché hai deciso di ambientare il tuo romanzo in quel momento? Forse perché rappresentava bene un punto di non ritorno, in parallelo, sia per gli Usa che per Frank Guidry?
L’assassinio di John F. Kennedy è un evento sismico nella storia americana. Volevo che ciò si riflettesse su un piano personale: ciò che accade a Dallas il 22 novembre 1963, sconvolge le vite (in modi diversi e per ragioni diverse) di tutti e tre i personaggi, ciascuno da un punto di vista diverso. Per tutti e tre i personaggi, l’assassinio di Kennedy apre un nuovo percorso, nel bene e nel male.
Frank Guidry, il protagonista principale, è un faccendiere al soldo di Carlos Marcello, uno spietato boss del crimine di New Orleans. Guidry è un tipo simpatico, abituato a vivere di espedienti e ad approfittare di circostanze favorevoli. Durante lo sviluppo del romanzo, arriviamo a conoscere le pene che ha sofferto nel suo passato ed è perfettamente credibile che si supponga si innamori di Charlotte. Uso il verbo supporre perché alcuni passaggi del romanzo mi hanno portato a pensare che il tipo di amore scaturito in Guidry fosse ancora più indirizzato alle due figlie della donna, e intendo nel senso del desiderio di essere padre, prima ancora diel desiderio di essere compagno della donna. È un’interpretazione plausibile?
Questo è esattamente ciò che intendevo. Guidry è attratto da Charlotte e nutre sinceri sentimenti per lei, ma non sono sicuro che sia davvero innamorato di lei. Sono le due bambine che hanno l’effetto più potente e sorprendente su di lui. Penso che questo abbia a che fare con sentimenti paterni, ed è anche una connessione diretta al suo passato e alla sorella minore.
Durante tutto il romanzo, tu, Autore, fai riferimento al tuo protagonista, chiamandolo per cognome. Ciò genera una certa distanza e dà al lettore l’impressione di scoprire cosa accade al personaggio insieme al narratore, contrariamente al concetto di Autore onnisciente. È stata immediatamente una tua precisa scelta stilistica o ciò è maturato durante la stesura del romanzo?
Voglio assolutamente che il lettore intraprenda il viaggio con i personaggi e sperimenti “in prima persona” ciò che i personaggi affrontano. Quindi, anche se scrivo dalla terza persona (lui, lei), cerco di scrivere dall’interno dei personaggi. Ciò significa che io, l’Autore, sono spesso sorpreso da ciò che succede, anche a volte dalle scelte che i personaggi stessi fanno. Ad esempio, alla fine non sapevo quale bivio avrebbe preso Guidry nel percorso fino a quando ho scritto la scena.
Charlotte, il personaggio femminile principale, è una donna meravigliosa ed indimenticabile. Un mix irresistibile di fragilità e forza. Hai scritto alcune delle pagine più belle del libro su di lei. Sei stato ispirato da una donna che hai incontrato o l’hai solo immaginata? Perché Charlotte, che ha una passione per la fotografia, è così attratta dalle ombre? Perché, nonostante questo, la sua foto più importante di Guidry non mostra la sua ombra, ma il suo volto?
Charlotte è stata fortemente ispirata da madre. Mia madre, che è morta molti anni fa, è cresciuta durante la Depressione e la sua famiglia aveva pochissimi soldi. I suoi genitori morirono quando lei era un’adolescente,lei si spostò molte volte e non fu mai nemmeno in grado di sognare di andare all’università. Ma era una delle persone più intelligenti, resilienti e curiose che abbia mai conosciuto in vita mia.
Carlos Marcello appare in prima persona solo in alcune pagine del libro, tuttavia la sua presenza è costante e preponderante in ogni pagina. Possiamo dire che hai fatto esercizio di sottrazione nel descriverlo e che questo ha dato, anche se sembra una contraddizione, un enorme spessore incombente e potente al suo personaggio?
Marcello, personaggio realmente esistito, è stato il capo mafia più potente e pericoloso in America negli anni ’50 e ’60, ed è un personaggio affascinante nella sua propria essenza. Ma l’ho quasi completamente escluso dal romanzo, dal momento che non volevo che oscurasse gli altri personaggi. Alla fine, ho deciso che una breve apparizione all’inizio e una breve apparizione alla fine, fossero registri efficaci della sua presenza che incombe su tutto il resto.
Stai lavorando a un nuovo romanzo? Puoi rivelarci qualcosa?
In questo momento sto lavorando ad un romanzo, ambientato nel 2019, che descriverò come di suspense psicologica.
Infine, Lou Berney lettore. Che tipo di lettore sei? Cosa ne pensi del genere del thriller nordico? C’è qualche autore che ami particolarmente?
Leggo costantemente e leggo molti tipi diversi di libri. Alcuni dei miei autori preferiti sono Kate Atkinson, Megan Abbott e Don Winslow. Ovviamente amo Dante, che ho citato in “November road”. Per quanto riguarda i thriller nordic, sono un fan di, Henning Mankell e Yrsa Sigurðardóttir, tra gli altri. Penso che gli autori di crime nordici siano i migliori nel creare un palpabile senso del terrore.
Lou Berney
Ringrazio profondamente Mr. Lou Berney, tanta è la mia stima e ammirazione verso un così grande Autore ed una così bella persona,
Sabrina De Bastiani
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