Intervista a Luana Caraffa




A tu per tu con l’autore


 

Luana, chi è costei? Vorrei partire conoscendo cinque aggettivi che caratterizzano la Sua personalità e La identificano come donna e come scrittrice.

Ciao Enrico e innanzitutto grazie per questa intervista!
Rispondere a questa sua domanda è veramente difficile… come si fa ad essere obiettivi?

Provo con:

1) Surrealista

2) Compulsiva

3) Istintiva

4) Iperrazionale

5) Tormentata.
Se alcuni punti sembrano in contraddizione fra loro è solo perchè spesso stabiliamo, per partito preso, che essi non possano convivere in una stessa persona.

Luana non nasce scrittrice, Lei è la fondatrice dei BELLADONNA (gruppo musicale rock-noir); ecco, come ha conciliato musica e scrittura? Esiste una compenetrazione tra le due forme d’arte?

Mi tornano in mente tutte quelle volte che svariate persone, sapendo dei miei studi, mi hanno chiesto come si conciliasse la filosofia, e in particolare la filosofia della scienza (il mio campo di riferimento) con la musica e se ci fosse una compenetrazione tra esse. Io ritengo che il problema, o questione, della conciliabilità nasca esclusivamente da un punto di vista esterno a chi si prodiga in diverse attività al fine di rinvenirne punti di unione e coerenza. Dal punto di vista interno, è un semplice vivere diverse esperienze o, se vogliamo, l’esperire diverse declinazioni del proprio essere. Se invece intendiamo rivolgerci all’aspetto pragmatico della conciliabilità, beh allora potrei rispondere che è una questione di volontà e di passione trovare il tempo di dedicarsi a più attività. Venendo all’ultimo quesito, cioè alla compenetrazione tra queste due forme d’arte, ritengo che, tecnicamente parlando, scrivere canzoni e scrivere libri siano attività completamente diverse. Non voglio suonare criptica e cercherò di argomentare brevemente quanto ho affermato. Solitamente (e anche nel mio caso è così) con le canzoni si parte dalla musica, dove in particolare è la melodia a stabilire una metrica per le parole e non viceversa. Oltre al parametro metrico la musica fornisce anche un certo tono, una certa atmosfera che condizionerà il modo in cui si vuole affrontare un certo argomento nonché l’utilizzo di certe sfumature di senso e di stile.

Igor è il protagonista non solo di questo saggio ma anche di ‘Chat noir’ (Suo precedente lavoro). Perché ha scelto questa sorta di continuity? E Igor, nella realtà, chi è?

Scrivere è per me sì un momento catartico ma soprattutto è un momento di scoperta: proprio scrivendo scopro dimensioni, concetti, ecc da cui può sembrare io sia partita. Igor ha bussato nuovamente alla mia porta mentre mi accingevo a scrivere per impulso e io ho lasciato che entrasse e mi rivelasse qualcosa. Igor è chiunque riesca a riconoscersi in lui… una sorta di specchio.

‘Igor l’anonimo’ è un saggio/monologo sull’alcolismo, lo specchio di una ferita sociale più che mai viva ma sulla quale sembra esserci un velo di omertà. Perché ha deciso di parlarne e cosa pensa dell’alcolismo tra giovani e giovanissimi?

L’alcolismo, usando le parole di Igor, è solo la punta dell’iceberg di un problema più vasto ed è questo a restare veramente in ombra. La narrazione (saggio/monologo/diario) di un alcolista è solo un caso particolare da cui si possono evincere dinamiche più generali e una forma mentis che trascendono l’abuso di una certa sostanza. Il mio libro quindi è rivolto non solo agli alcolisti.
Dell’alcolismo tra i giovani e giovanissimi penso sia il riflesso di una sempre più spiccata incapacità di stare con gli altri e con se stessi senza l’utilizzo di un filtro. Un po’ come avviene con la dipendenza da social. Quest’ultima è vieppiù dilagante e per molti meno preoccupante perchè non sembra arrecare dei danni tangibili come invece avviene con l’uso di una sostanza, sia essa l’alcol o un altro tipo di droga. Sicuramente un dipendente da social rischia meno la morte di un dipendente da alcol (e altre sostanze) ma il tipo di minaccia alla salute mentale è pressochè identica e una persona colpita nella psiche può finire per mandare a rotoli la propria vita anche senza avere gravi problemi al fegato.

Ora, una piccola digressione sul precedente lavoro. In ‘Chat noir’ Lei affronta il tema di internet e, nello specifico, dei social network. Qual è la sua posizione rispetto a tutte queste nuove forme di ‘privacy pubblica’ che il mondo digitale ci offre? Lei le utilizza e quanto?

La mia posizione, come ho già espresso precedentemente, è quella di una persona preoccupata perchè i social network sono una vera e propria droga.  Anche “Igor l’Anonimo” affronta questo tema e precisamente nel capitolo intitolato “SMA: Social Media Anonimi”. Diversamente che in “Chat Noir”, nel capitolo sopra menzionato si entra nel merito di alcuni aspetti interiori che mettono in evidenza  la similarità tra alcolisti, tossicodipendenti, ludopatici e dipendenti da social. In questi ultimi diventa più chiara la matrice comune: la dipendenza dal giudizio altrui, la più grande forma di dipendenza. Questa è, a mio avviso, il fondamento su cui poggiano tutte le altre forme di dipendenza quando le analizziamo  non superficialmente, ossia come semplici attaccamenti ad una sostanza, bensì indagando sul perchè, su quelle dinamiche interiori che conducono a tale attaccamento.
Per quanto riguarda me, si certo le uso e cerco di non abusarne, trascorrendovi  meno tempo possibile. Principalmente le utilizzo per le mie attività artistiche: la mia band, il mio nuovo libro e i miei quadri.

Tornando al lato pratico: quanto tempo dedica alla scrittura e quanto alla lettura? Quando Lei scrive ha una routine precisa?

Vorrei leggere molto di più di quanto leggo, questo è sicuro! A volte non riesco a trovare il tempo se non di notte, prima di addormentarmi e mi spiace parecchio. Per quanto riguarda la scrittura invece, lo faccio solo quando ne sento l’urgenza. E no, non ho nessun tipo di routine.

Cosa legge Luana? Quali generi preferisce? E quali autori l’hanno ispirata?

Leggo tutto ciò che mi dà dei problemi da risolvere… si, il filo rosso che accomuna le mie letture è esattamente questo. Principalmente sono saggi di fisica, in particolare di fisica quantistica dove c’è il grande rompicapo di riuscire a capire quale sia l’interpretazione giusta da adottare. Molti non sanno che i fisici teorici dediti alla fisica quantistica non sono  affatto d’accordo tra loro e che ci sono diverse scuole di pensiero. Capire quale sia quella più valida è una grande scommessa aperta che io seguo con la stessa fibrillazione che si ha quando devi scoprire l’assassino in un giallo! Comunque oltre ai gialli, thriller, noir e letteratura fantascientifica, nel mio cuore c’è un ampio spazio per tutti i grandi scrittori che hanno saputo penetrare in maniera magistrale l’animo umano (e l’animo umano è un grande mistero) come ad esempio Dostoevskij o quelli che riescono a trascinarti con la forza della loro visionarietà come, ad esempio, mi è recentemente capitato con lo scrittore contemporaneo Jonathan Carroll. Tutti coloro che amo m’ispirano,  se con questa espressione posso intendere qualcosa che non ha niente a che fare con “rifarmi a…”. Credo ciò che leggiamo entri inevitabilmente a far parte di noi, così come accade con la musica. Tuttavia, sia con quest’ultima che con la scrittura, cerco solo di seguire la mia voce interiore senza tentare (almeno consciamente) di imitare quella di qualcun’altro.

Questa è una domanda che faccio a tutti gli autori che ho il piacere di incontrare o intervistare. Lei è d’accordo con chi dice: “Non interrompo mai un libro, quando lo inizio lo finisco, senza se e senza ma, anche se non mi piace”.

Non ho nessun problema ad essere d’accordo con chi vive la propria scrittura in questo modo. Sicuramente avrà le sue ragioni, quale ad esempio tenersi aggrappato/a ad un libro che non ama per non sprofondare nell’angoscia del non saper cos’altro fare. Io non lo farei… e non perchè saprei già cos’altro fare, bensì perchè per me l’arte, in qualunque sua espressione, è sinonimo di libertà e piacere personale. Tutto il resto non conta.

Infine. Cosa dobbiamo aspettarci da Luana, in futuro? Sta pensando ad una nuova storia con Igor?

Me lo stavo domandando anch’io! Proprio in questi giorni mi sono rimessa a scrivere… ho avvertito un forte impulso che mi ha fatto correre a casa ed iniziare. Non so se Igor farà di nuovo capolino…  non penso mai prima di scrivere, penso attraverso la scrittura e questo è ciò che più trovo avvincente: l’essere sorpresa io per prima.

Luana Caraffa

Enrico Fasano

 

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