A tu per tu con l’autore
Marco, grazie per questa intervista! Cosa ti ha spinto a scrivere questo romanzo su un tema così particolare? Cosa ti ha incuriosito di Villa Azzurra?
Prima di tutto ci tengo a ringraziarvi per questa intervista e per il bellissimo lavoro che fate. Ho scoperto per caso Villa Azzurra e ciò che veniva compiuto tra quelle mura dal professor Coda e dai membri del suo staff. Stavo studiando il concetto di “propaganda armata” delle Brigate Rosse e il riscontro sociale che le loro azioni avevano nella classe operaia, tra gli studenti e nella società civile in generale e, senza svelare il finale del libro, questo concetto si lega molto alla storia che ho narrato.
Come sono nati la trama e i protagonisti, soprattutto i pazienti di Villa Azzurra? Ti sei ispirato a figure e fonti reali?
L’unica persona realmente esistita e riportata con nome e cognome all’interno del romanzo è Giorgio Coda, il professore. Tutti gli altri personaggi sono frutto della mia fantasia ma traggono ispirazione dalle testimonianze che ho studiato nelle cronache processuali e sui saggi che hanno affrontato il tema dei manicomi italiani. La didascalia di un bellissimo film italiano “Le mani sulla città” recitava: «I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce». Allo stesso modo “Per il tuo bene”, il mio romanzo, racconta una pagina della società italiana degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta del secolo scorso, con una lieve differenza: i fatti di Villa Azzurra che ho descritto, depurandoli dal “burocratese”, sono riportati nelle carte processuali.
C’è un personaggio (o più di uno!) a cui sei particolarmente legato?
Il bambino Faustino è sicuramente uno dei più dolci, la cui storia personale non può lasciare indifferenti. C’è poi lo “scrittore” Giovanni che non riesce a raccontarsi se non con la penna e Lucia, la donna che rinasce per morire da donna libera. Ogni personaggio è un pezzo di me. E’ come scegliere il preferito tra i figli. Impossibile.
La tua formazione di storico emerge anche dal legame tra storie e Storia all’interno del tuo libro: non solo una nuova consapevolezza delle malattie mentali e la rivendicazione della dignità dei malati, ma anche il Movimento studentesco e operaio, il ricordo della guerra ancora vicino…
La “liberazione” dei malati mentali o presunti tali dai lager-manicomi sarebbe stata impossibile senza quella incredibile stagione politica, culturale e sociale che sono stati gli anni Sessanta e Settanta in Italia. Non è un caso che i fatti di Villa Azzurra e tutto ciò che poi ne è conseguito siano emersi per l’impegno di alcune psicologhe e studentesse di un collettivo militante legato al Movimento studentesco protagonista del ’68. Siamo nel clima dell’impegno politico, delle lotte studentesche e operaie, delle proteste di piazza, della lotta armata e del terrorismo. Villa Azzurra, proprio per la sua concenzione di universo concentrazionario e per le persone che v’erano ricoverate era ciò che restava di un’eredità culturale e filosofica figlia del fascismo e ad esso sopravvissuta. Tra i ricoverati non v’erano solo malati psichiatrici ma anche omosessuali, ribelli alle regole della società, orfani, alcolisti, donne abbandonate. Tutti coloro che erano posti ai margini della società borghese dell’epoca erano potenziali ospiti di Villa Azzurra.
Che cosa porti via con te da Villa Azzurra? Cosa ti ha lasciato questa esperienza di scrittura?
Scrivere “Per il tuo bene” è stato emotivamente forte e trascinante. A parte le difficoltà tecniche di dare il giusto peso a tutti i protagonisti, essendo un romanzo corale, è stato complesso cercare di raccontare l’umanità dei personaggi con la disumanità del luogo. Raccontare di Villa Azzurra mi ha dato maggiore consapevolezza nell’osservare il mondo con gli occhi dei “dannati della terra”, superando le narrazioni ufficiali.
Stai scrivendo qualcosa di nuovo?
Attualmente sto studiando e ricercando per scrivere un romanzo storico ambientato negli Anni di piombo. Un gruppo di amici che faranno scelte diverse, a volte contrastanti, in uno dei periodi più turbolenti della storia italiana. Un affresco dell’Italia di allora e del sentimento dell’amicizia che travalica le opposte barriere ideologiche e lo scorrere del tempo.
Grazie per essere stato qui con noi e in bocca al lupo per i tuoi progetti!
A cura di Francesca Mogavero
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