Intervista a Tersite Rossi




A tu per tu con l’autore


Premetto che il duo Tersite Rossi  era da un po’ che mi perseguitava, magicamente mi veniva consigliato sui vari siti di libri, ed ero intenzionata a leggere qualcosa, motivo per cui quando ho visto Pornocidio su Thrillernord ho pensato bene di leggerlo e recensirlo, fidandomi delle varie recensioni dei precedenti romanzi. Neanche il titolo mi aveva in qualche modo dato da pensare, l’unica cosa che avevo notato  è che il duo del collettivo diventava un trio con l’aggiunta di Marco Gonzo un nome che è tutto un programma. 

Leggo la prefazione di Tersite Rossi e tutto mi è chiaro o quasi. Dopo un romanzo d’inchiesta, un noir distopico, un thriller economico antropologico, un noir sullo sfruttamento del lavoro, una raccolta di racconti mi accingo a conoscere i Tersite Rossi con una serie di racconti che indagano il mondo del “porno” intriso di sesso, soldi e sangue, con protagonista un investigatore Marco Gonzo omonimo dell’autore che gli “sfigati” Tersite Rossi hanno deciso di aiutare, come fosse un loro amico, certamente li ha colpiti con la sua missiva, tutto questo mi ha commosso e mi ha fatto pensare che gradirei tanto essere vostra amica perché con voi vale il detto “chi trova un amico trova un editore”, probabilmente in questo periodo avrete la mail intasata dai tanti Marco Gonzo che vorrebbero avere la stessa occasione. 

Devo dire che dopo l’overdose di sesso, ironia, situazioni grottesche e surreali ho avuto difficoltà a rientrare nella realtà e soprattutto a tornare a leggere altri romanzi. Ho amato quello sfigato, ubriacone dal vomito facile di Marco Gonzo, complice la mia perversione per i generi pulp e splatter, mi sono anche divertita.


Marco Gonzo dopo la pubblicazione si è fatto vivo? Avete provato a cercarlo nei bar della città? Qualora dovesse palesarsi, come sarà ricompensato? Basterà qualche bottiglia di ottimo whisky?

Macché! Non pervenuto. Marco Gonzo finora è rimasto nell’ombra, in silenzio. Ma siamo certi che ci sta seguendo: l’uscita del libro, le recensioni, le interviste come questa. “Beh, guarda un po’ quei due perdenti”, starà pensando mentre ci beve sopra, “alla fine ce l’han fatta, a pubblicare le mie storie. Beh, cazzi loro”. Sì, perché di certo si è divertito a scriverle, le storie di “Pornocidio”, ma poi non ha saputo che farsene: uno come Gonzo non è fatto per pubblicare. Editor, editori, librerie, lettori: rotture di palle. A lui interessa solo bere in pace. E provare a ricucire con Monica, che lo ha mollato perché beveva troppo. Questa contraddizione, poveraccio, lo fa impazzire, e lo porta a bere ancora di più, per dimenticare. Così, fra un caso d’indagine e l’altro, e soprattutto durante, beve senza sosta (anzi, sono i casi d’indagine che gli capitano tra una bevuta e l’altra, e soprattutto durante). Insomma, potete capire che a uno così di pubblicare un libro frega niente. Se abbiamo provato a cercarlo? Sì, ancor prima di trovare l’editore per “Pornocidio”, ma lui si è rivelato irrintracciabile. Ci ha mandato le sue storie via e-mail, ha disattivato l’indirizzo ed è svanito nel nulla. Cercarlo nei bar della città, dici? Il punto è che non sappiamo nemmeno quale città! Possiamo solo sperare che prima o poi si rifaccia vivo lui, ma ne dubitiamo… Nel caso in cui accada, beh, sì, una cassa di whisky bisognerà regalargliela, sarebbe il minimo. Di quello buono, whisky scozzese invecchiato vent’anni, con retrogusto di petrolio e porto di mare, come piace a lui.

Avete pensato di allargare il collettivo avvalendovi della collaborazione di Monica? Pensate che possa essere “servizievole” anche con voi o a modo suo sarà fedele solo a Marco Gonzo di cui mi è parso essere il suo alter ego, la sua coscienza sobria? 

Hai detto bene: Monica è Gonzo se fosse sobrio. Idealista e col senso della giustizia. Del resto, un tempo lei e lui stavano insieme, nella vita e nel lavoro, a investigare nel torbido. Poi Gonzo, fra lei e la bottiglia, ha scelto la bottiglia. Trasformandosi nel suo opposto: nichilista e menefreghista. E Monica, giustamente, l’ha mollato. Salvo, di tanto in tanto, tornare da lui suo malgrado, a dargli una mano. Perché ci sono cose, nel mestiere dell’investigatore, e specialmente di un indagatore del sesso come Gonzo, che solo una donna può fare. Allargare il collettivo di scrittura a Monica, dici? Interessante, non ci avevamo pensato… Ma dubitiamo che Monica ci starebbe. È solo per Gonzo che – anche se non lo ammette – ha ancora un debole, mica per noi…

Pornocidio è un romanzo divertente, ironico, dissacrante devono solo astenersi stomaci delicati e pseudo moralisti,  chi è secondo voi il lettore ideale per questo vostro  nuovo genere?

A chi sono piaciute le avventure tragicomiche e grottesche di Henry “Hank” Chinaski, l’alter ego letterario di Charles Bukowski, dovrebbero piacere parecchio anche quelle di Marco Gonzo. E poi a chi piace Dylan Dog, di cui Gonzo è una sorta di caricatura in chiave sessuale. Più in generale, le storie di “Pornocidio” dovrebbero piacere a chiunque abbia voglia di leggere qualcosa di forte, a base di sesso, soldi e sangue, ma al tempo stesso divertente. Pulp, insomma.

Al di là del tono farsesco e grottesco, nei racconti si parla anche degli ultimi, gli invisibili che diventano protagonisti a cui Marco Gonzo restituisce dignità, anche per questo vale la pena di leggere Pornocidio, sapete dove “l’autore” ha attinto per raccontare le loro storie?

Non sappiamo di preciso quali fatti di cronaca specifici abbiano ispirato la narrazione, ma sappiamo – perché è Gonzo ad avercelo detto – che le sue sono storie vere, cui ha aggiunto un 1% di finzione per renderle credibili (cit. Bukowski). I crimini sessuali con cui Gonzo ha a che fare – scambisti assassini, serial killer di pornostar, universitarie indotte alla prostituzione, affittacamere maniaci del porno, zoorastia, traffico d’organi, manipolazioni neuronali – sono quasi inconcepibili, ma se si va a cercarli navigando online, fatti simili effettivamente si trovano: sono accaduti, anche se li abbiamo presto dimenticati, o del tutto ignorati. E il movente è sempre lo stesso: i soldi. Questo è il lato di “Pornocidio” che più ha a che fare con la precedente produzione letteraria di Tersite Rossi: narrativa d’inchiesta a scopo militante, di denuncia. Perché anche un immorale come Gonzo, in realtà, le ingiustizie non le sopporta.

Quali sono i progetti futuri di Tersite Rossi? Includono ancora la collaborazione  con Marco Gonzo?

Questo bisognerebbe chiederlo a lui! Dovesse rifarsi vivo, magari con un altro plico di storie pazzesche come le dieci di “Pornocidio”, noi lo accoglieremmo a braccia aperte (e a bottiglie stappate). Anzi, facci fare un appello: Marco, fatti vivo. Da bravi perdenti, saremo discreti, non temere. Una cassa di whisky in cambio del plico, e l’affare è fatto. Il tempo di berci sopra, e poi ognuno, di nuovo, per la sua strada. Noi verso la libreria, tu verso il bar. In attesa che Gonzo risponda, comunque, noi scriviamo per conto nostro, come abbiamo sempre fatto. E presto tornerete a sentir parlare di noi, in versione “solista”… Speriamo di bastarvi!

Concludo qui la mia intervista, non è stato male conoscervi con Pornocidio, è mia intenzione recuperare i vostri precedenti romanzi.

Ti ringraziamo, anche da parte di Marco Gonzo. I nostri romanzi precedenti non portano la sua firma, ma confidiamo siano comunque all’altezza delle tue aspettative… In ogni caso, buona lettura!

A cura di Cinzia Passaro

Acquista su Amazon.it: