A tu per tu con l’autore
Ciao Matteo, ti ringrazio per aver accettato di rispondere ad alcune domande per ThrillerNord riguardo al tuo libro “L’omicidio Attanasio. Morte di un ambasciatore”.
L’omicidio dell’ambasciatore Attanasio, del carabiniere Iacovacci e dell’autista Milambo è stato un fatto gravissimo che ha molti sospettati e nel tuo saggio presenti tante ipotetici moventi e colpevoli. Secondo te quali sono le motivazioni di questo agguato e chi sono i colpevoli?
Difficile dare una risposta certa a questo tipo di domanda. Cercando di ricostruire i fatti e parlando con chi conosce la regione e le dinamiche della zona, credo che si possa escludere l’idea di un piano preordinato per uccidere l’ambasciatore italiano. Più probabile che si trattasse di uno dei tanti crimini della regione, un tentativo di rapimento o più facilmente di rapina. I rapimenti sono all’ordine del giorno in Kivu, anche se difficilmente prendono di mira personalità di questo livello. Chi siano stati gli autori di questo atto criminale resta e temo resterà sconosciuto, le ipotesi più credibili sono che fossero miliziani in cerca di soldi, disertori dell’esercito congolese che sono peggiori dei miliziani stessi oppure semplici banditi di strada (coupers de route come li ha definiti il presidente del Congo Felix Tshisekedi).
La storia del Congo è una storia di violenze e di sfruttamento, a causa delle sue enormi ricchezze minerarie che mossero Leopoldo II Re del Belgio alla conquista personale di questo immenso territorio. Come mai non si parla mai di questo uomo che fu colpevole di tanto dolore?
In realtà se ne parlò quasi subito tanto che il Congo belga fu tolto al re e passato allo stato viste le terribili condizioni nelle quali teneva la popolazione. Mark Twain scrisse il “Soliloquio di Re Leopoldo” per attaccare la sua gestione criminale del Congo e anche Joseph Conrad in Cuore di Tenebra prende spunto dalla gestione schiavistica del re del Belgio per criticarlo. In più segnalo il bellissimo “Gli Spettri del Congo” di Hochschild Adam scritto 20 anni fa che parla di un vero e proprio genocidio congolese.
La Repubblica Democratica del Congo è una nazione molto estesa, la seconda più grande del continente africano. Come mai è in balia delle influenze e delle manipolazioni da paesi confinanti molto più piccoli come Ruanda e Burundi?
Intanto la Repubblica Democratica del Congo è uno Stato che non ha una vera unità e identità nazionale. E’ troppo grande per essere amministrato e mancano via di comunicazione interne, per questo motivo le province si amministrano autonomamente. Il Burundi e soprattutto il Ruanda sono Stati piccoli, ma con una popolazione importante e un’organizzazione quasi europea. In più sono amministrati bene, per i parametri dell’Africa centrale, e godono di grandi finanziamenti esteri. Il Congo è lo scrigno del loro tesoro e destabilizzarlo e controllarlo è più facile di quello che si può pensare.
Lo scacchiere africano sta attirando tanti agguerriti giocatori come cinesi, russi, turchi, israeliani. E’ possibile che scoppi una nuova guerra per interposta persona visti gli interessi in gioco?
Improbabile che le potenze emergenti si scontrino fra loro sul campo d battaglia o che armino milizie per fare il lavoro sporco. Intanto hanno approcci diversi. I russi vogliono vendere armi e addestrare le truppe locali, i cinesi vogliono costruire e trovare mercati per i propri prodotti, i turchi usano l’islam e cercano il commercio, gli israeliani, che hanno una parte minore, puntano su agricoltura e sicurezza interna.
Le questioni geopolitiche non vengono quasi mai discusse e presentate dai mass media ma poi sono quelle che creano i grandi rivolgimenti storici. Tenendo conto del disimpegno americano da molti quadranti e della sostanziale inazione europea, come vedi il futuro prossimo dell’Africa, che deve affrontare anche gli effetti devastanti del cambiamento climatico?
Credo che le nuove potenze siano meno devastanti dei vecchi poteri coloniali e soprattutto gli africani hanno, parzialmente, imparato la lezione. Quindi il loro impatto sarà minore, ma è anche un impatto senza regole. A livello di diritti umani Cina, Russia e Turchia non fanno mai nessuna richiesta, tanto meno per il rispetto dell’ambiente. Manca completamente una coscienza ecologista in questi paesi e fra 30 anni ci saranno scontri militari per il controllo delle risorse di acqua e cibo in Africa.
Come giudichi la politica estera italiana in Africa? E’ adeguata alla sua storia e ai suoi interessi oppure è cieca e malguidata?
La politica estera italiana in Africa è subalterna a quella dell’Eni. Se il gigante petrolifero ha interessi la nostra rappresentanza diplomatica è articolata, sennò siamo insignificanti. E’ un errore strategico gravissimo perché mancando completamente una politica estera europea, l’’Italia dovrebbe agire autonomamente creando una rete di contatti nel continente africano, visto che siamo la porta dell’Europa. La Francia continua a credere di poter fare da sola, la Germania non ha interessi in Africa e gli altri paesi sono o troppo piccoli o troppo poveri. Dovremmo capire che noi possiamo ignorare l’africa, ma l’Africa non ignora noi.
A cura di Salvatore Argiolas
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