Recensione di Massimo Minimo
Autore: Romano De Marco
Editore: Feltrinelli (collana Fox Crime)
Pagine: 336
Genere: Thriller
Anno Pubblicazione: 2014
Trama: Era il miglior poliziotto di Milano. Ora, dieci anni dopo, Marco Tanzi è un clochard, un barbone che vive nei parchi e agli angoli delle strade, mimetizzandosi con il degrado di una città che non ha tempo per prestare attenzione agli sconfitti. Capelli lunghi, barba incolta, vestiti sporchi e scarpe infangate, dell’uomo di un tempo rimane ben poco: un gigante di un metro e novantotto che annega nell’alcol i suoi fallimenti. La sua discesa all’inferno lo ha portato ad abbandonare moglie e figlia, a tradire il suo ex collega ed ex migliore amico Luca Betti e a disonorare il distintivo, macchiandosi di reati che gli sono costati sette anni di carcere. Eppure, una sera, succede qualcosa.
La figlia che Tanzi non vede da anni è scomparsa, inghiottita dal buio metropolitano. Betti rintraccia il vecchio collega per dargli la notizia, mettendo da parte gli antichi dissapori, e in quell’attimo nell’azzurro glaciale degli occhi di Tanzi passa un lampo, un barlume di umanità che riaffiora dal passato e sfugge al dominio delle ombre.
D’un tratto, ha una missione: trovare la figlia. A ogni costo. Inizia così una caccia mortale che, in un crescendo di tensione e violenza, catapulterà lui e Betti nel giro del porno clandestino e della tratta delle bianche. Un mondo parallelo e sconosciuto ai più, nel quale solo chi ha già visto in faccia i propri incubi peggiori riesce a sopravvivere.
Marco Tanzi è uno dei senzatetto di Milano, un invisibile come tanti altri.
Dieci anni prima, però, era il miglior poliziotto della città e sul lavoro formava coppia fissa con Luca Betti. Almeno fino a quando un tragico episodio aveva spezzato in lui qualcosa, portandolo alla deriva e facendolo precipitare in un inferno di alcool e cocaina.
Scontati sette anni di prigione per reati vari, Tanzi vive ora ai margini, deciso a stare lontano da tutto e da tutti; neppure la notizia della misteriosa sparizione di sua figlia Giulia, comunicatagli da Betti, sembra scuoterlo.
In realtà Marco è rimasto colpito dalle parole dell’ex collega e si sottoporrà ad una dura prova per vincere i suoi démoni personali e riportare a casa la figlia.
“Io la troverò” è un romanzo duro, di quelli destinati a lasciare il segno. Già l’argomento principale che affronta, la cosiddetta tratta clandestina delle ragazze bianche, non può far rimanere indifferenti. L’autore ci guida attraverso questo mondo fatto di violenze e perversioni, in cui giovani innocenti sono alla mercè di “uomini” senza scrupoli, spesso professionisti stimati ed insospettabili.
Anche la struttura del romanzo colpisce il lettore per la sua particolarità: al racconto delle vicende si alternano brevi flashback che spiegano il passato di Tanzi ed i motivi per cui è caduto in disgrazia. La narrazione stessa procede sì in terza persona, ma alcuni capitoli sono raccontati dalla prospettiva di Betti o da quella di Tanzi. Sono loro i due protagonisti, tanto diversi da far sembrare quasi impossibile che in passato siano stati così uniti. In ultimo, ma non per questo meno importanti, vanno sottolineate le figure femminili presenti nel romanzo, in particolare le mogli di Betti e Tanzi ed il commissario Laura Damiani.
Un solo consiglio: tenete allacciate ben strette le cinture fino all’epilogo del libro.
Romano De Marco
Nato a Francavilla al mare il 6 ottobre 1965, responsabile safety in uno dei maggiori gruppi bancari italiani, esordisce nella scrittura nel 2009 con il romanzo Ferro e fuoco (Giallo Mondadori n. 2974 marzo 2009, ripubblicato in libreria, nel 2012, da Edizioni Pendragon.