La balia




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Nova Lee Maier

Traduzione: Chiara Bringhenti

Editore: Leggereditore

Genere: thriller

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Costretta a letto in seguito al difficile parto della sua prima figlia, Didi accoglie con gioia l’assistenza di Hennequin, l’infermiera di maternità che aiuta la famiglia nei dieci giorni successivi alla nascita. La convalescenza lunga e dolorosa rende Didi sempre più dipendente dalle attenzioni della donna. Ma le intenzioni di quest’ultima non sono quelle che sembrano: Hennequin nasconde un terribile segreto che affonda le radici in un lontano passato, e adesso è decisa a chiudere il cerchio. Una persona, però, sembra intuire il suo mistero: è Miriam, sua cognata e giovane poliziotta di Rotterdam che, con l’aiuto di un detective americano, porta alla luce dettagli inimmaginabili sul suo conto. Miriam sospetta che la donna sia in realtà una pericolosa psicopatica e comincia a pedinarla. Quando scopre che lavora a casa di Didi, capisce che Hennequin sta nascondendo un piano diabolico… Riuscirà la tenace e instancabile poliziotta a comprendere e ostacolare le inquietanti intenzioni di Hennequin?

Recensione

Leggere questo romanzo è stato per me molto provante. Il sentimento che ha governato la mia lettura, spasmodica e vorace, è stato l’angoscia. Un’angoscia che ancora non si è placata, nonostante già da qualche giorno abbia terminato la lettura.

Avevo deciso di far sedimentare le mie sensazioni per poter scrivere più liberamente le mie impressioni, ma forse è stato inutile attendere. Perché, per quel che vedo, queste permangono immutate.

Immaginatevi una giovane madre che torna a casa dopo un parto difficile. Saprete senz’altro immaginare (o magari avete provato sulla vostra pelle) la tempesta di emozioni che la pervadono, o meglio, la investono, come un treno in corsa.

La novità, l’esaltazione, la felicità più perfetta fanno a cazzotti con il timore di non essere all’altezza, con il peso delle aspettative degli altri, con la consapevolezza che dal quel momento in poi la propria vita non sarà più solamente una faccenda personale e privata, ma diventerà anche di proprietà della figlia, un essere minuscolo ma che ingombrerà sempre di più gli spazi della madre, la sua testa e il suo cuore.

Essere consapevole che la vita della figlia dipende dalle attenzioni che riceve, tutte di importanza vitale, non è un pensiero che si digerisce in fretta. A volte, volenti o nolenti, si è costretti ad ammettere che diventare genitori è una pillola miracolosa ma amara, al cui gusto è necessario abituarsi piano piano.

Didi questo lo sa bene. Didi è costretta ad abdicare subito da quel trono che solo fugacemente ha sfiorato. Deve dividere il governo con un’estranea; deve cedere a questa estranea lo scettro più importante, quello della cura della piccola appena nata.

E se questa estranea lavora nel sottobosco per minare tutte le certezze, beh, è chiaro che la madre sfortunata è destinata a subire diverse tremende sventure.

Hennequin è bella, brillante, irradia sicurezza ed efficienza. Ma i suoi occhi sono gelidi. La sua fronte liscia nasconde dei terribili meccanismi, che sono ben oliati e interamente votati a distruggere Didi e la sua famiglia.

Didi è cieca, non riesce a cogliere malvagità in Hennequin. Invece chi legge ha ben chiaro che Hennequin è malvagia, calcolatrice, senza scrupoli. Sa perfettamente che Hennequin cela dietro il suo aspetto impeccabile dei terribili segreti.

Hennequin tiene la piccola distante dalla madre e lavora in silenzio per distruggere la vita di Didi, in mille modi diversi, ma sempre simulando alla perfezione l’affetto e l’interesse di un’ottima infermiera di maternità, che però Hennequin è ben lungi dall’essere!

Non voglio togliervi la sorpresa di apprendere le sottili arti malefiche di questa strega moderna. Vi priverei della possibilità di angosciarvi e di soffrire, come ho già fatto io.

Siate solo consapevoli che la cattiveria umana davvero non trova mai limiti! Siate pronti a sentirvi tremendamente impotenti e orribilmente in colpa dato che vedrete chiaramente, ma non potrete fare niente per impedirlo!

L’autrice in questo è davvero bravissima!

Riesce a misurare l’angoscia e a manovrarla a suo piacimento, scaricandola sul lettore che finisce per subirla! Riesce a confezionare un thriller psicologico dai tantissimi colpi di scena!

Vi dirò che tutto il resto, in questo romanzo, passa in secondo piano!

Tuttavia, vi segnalo che la lettura vi prenderà tantissimo, che la prosa è scorrevole e piena di mistero e che la figura di Hennequin, un po’ femme fatale un po’ strega, trabocca di follia, di perversione e di malvagità allo stato puro.

E sebbene la sua cattiveria è il frutto di un trauma, vi confesso che non sono riuscita a perdonarla! La mia leggendaria” pìetas” con Hennequin ha fatto marcia indietro!

Ma ne ”La balia” non c’è solo Hennequin. Parallelamente a lei, troviamo la figura di Miriam, abile poliziotta, che, mossa da un lutto personale, andrà a scavare nella vita di Hennequin palesando un passato difficile e traumatico.

Il romanzo scorre alternando le vicende delle due antagoniste fino all’epilogo, che le vedrà scontrarsi.

E fine alle ultime pagine di questo romanzo una solo domanda vi tormenterà i pensieri.

Ma dovrete scoprirlo da soli!

Nova Lee Maier


Nova Lee Maier, pseudonimo di Esther Verhoef, è una delle scrittrici olandesi di maggior successo, con oltre 2,2 milioni di copie vendute solo nel suo Paese. Ha esordito nella classifica dei bestseller con il thriller Rendezvous (2006), seguito da Close-Up (2007) ed Everything to Lose (2008). È stata nominata più volte al NS Book of the Year Award (NS Publieksprijs), che ha vinto nel 2011 con Déjà-Vu.

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