Recensione di
Salvatore Argiolas
Autore: Petros Markaris
Editore: La nave di Teseo
Traduzione: Andrea di Gregorio
Genere: Noir
Pagine: 289
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Kostas Charìtos, commissario dal volto umano e appassionato lettore di vocabolari, cambia i suoi consueti itinerari. In questa sua nuova avventura approda a Istanbul per una vacanza. Almeno nelle intenzioni, visto che il demone dell’indagine torna a visitarlo nella persona di un greco, uno dei pochi rimasti nell’antica Costantinopoli. Maria, una anziana conoscente dell’uomo, la sua balia, è scomparsa e lui non sa come districarsi nella ricerca. Così Charìtos, solo apparentemente spaesato nei babelici scenari turchi, saprà ricostruire con arguzia, talento investigativo e grande ironia una fitta e complessa rete di vendette personali, soprusi, ingiustizie che faranno luce su quella misteriosa scomparsa.
RECENSIONE
“Timeo Danaos et dona ferentes” (Temo i greci anche quando portano doni) dice Laocoonte davanti al cavallo di Troia nell’Eneide di Virgilio, ma nessuno poteva avere paura di Maria la vecchia ellenica che regala la sua squisita “pita”.
Però è un segreto per tutti che il suo ottimo cibo sia stato condito con Parathion, un potente insetticida con cui i contadini greci usano risolvere i loro conflitti agresti. Dopo il primo avvelenamento in Grecia, altri ne seguono ad Istanbul, dove si trova in vacanza il commissario della polizia di Atene Kostas Charitos che viene chiamato a dare un sostegno alle indagini delle autorità turche.
Diversamente dai soliti gialli in questo caso l’obiettivo non è quello di scoprire il colpevole, che si conosce da subito con sufficiente sicurezza, ma quello di capire il perché di queste morti per poter bloccare la catena di omicidi che si preannuncia lunga e dolorosa.
Sin dal suo primo romanzo che racconta le inchieste di Charitos “Ultime della notte”, pubblicato nel 1995, Petros Markaris, ha registrato con la precisione e la puntualità di un sismografo, le scosse telluriche che hanno messo in pericolo la democrazia greca, che subisce i problemi dati dalla collocazione del Paese tra Nord e Sud del Mediterraneo e tra Est e Ovest dell’Europa. Tante di queste tematiche erano state già trattate nei quattro libri che precedono “La balia”.
Dopo questo libro ambientato in Turchia invece si imporranno nuovi temi molto critici come quello della drammatica crisi economica e finanziaria che travolse la Grecia nel 2010 e che fu un evento epocale destinato a travolgere e cambiare totalmente la vita dei greci. La parentesi all’estero del romanzo “La balia”, si spiega con il fatto che Markaris è nato proprio ad Istanbul e con questo libro ha voluto saldare i suoi debiti con la “Città” come i greci chiamano l’antica Bisanzio.
Il tema principale dell’indagine e del libro è costituito dalla storia della minoranza greca in Turchia, che dal 1453, anno della caduta di Costantinopoli per mano degli ottomani guidati da Maometto II, ha sempre subito vessazioni e diaspore. Col tempo i greci di origine turca, i “romei” come vengono chiamati nel libro, vengono fatti espatriare con tutti i mezzi e dalla popolazione di 2.500.000 persone che vivevano in Turchia alla fine della Prima Guerra Mondiale ora sono rimasti soltanto circa 10.000 turchi di origine greca.
Durante le investigazioni Charitos affianca un poliziotto particolare, Murat che è turco ma nato in Germania per cui il problema delle minoranze diventa spesso motivo di scontro tra i due tutori dell’ordine. Ogni nuovo delitto, compiuto sempre con la “pita” al pesticida, rimanda a fatti accaduti nel passato, dove la balia Maria ha sofferto le angherie di tanti prevaricatori, sia greci che turchi e come un angelo vendicatore vuole finire la propria vita chiudendo le partite ancora aperte, per cui da un lato si seguono le inchieste sugli avvelenamenti ma nel contempo si fa un viaggio a ritroso nella storia ripercorrendo le dolorose vicende di tante persone colpevoli solo di essere di un’etnia identificata come nemica, come accadde agli armeni vittime di un vero e proprio genocidio.
Anche se è alleggerita dalle consuete scaramucce tra il commissario Charitos e la moglie Adriana, la trama del noir è scandita dagli omicidi di anziani che avevano avuto un’ influenza nefasta nei confronti della balia Maria e dei romei di Costantinopoli, come per tutto il libro viene chiamata Istanbul.
Questo è sicuramente il romanzo più significativo e personale di Markaris come si evince dalla dedica “alla memoria di Maria Hambena, che ci ha cresciuti” e si capisce come abbia condiviso le tante sofferenze dei greci di Turchia e abbia voluto renderle note al grande pubblico con un romanzo da consigliare perchè ogni libro di Markaris è politico in quanto registra l’attualità che viene posta come protagonista dei romanzi con pari dignità dei personaggi principali, con grande empatia e partecipazione ai drammi nazionali tanto da far meritare a Petros Markaris l’appellativo di “Camilleri greco”.
Petros Markaris
Petros Markaris è nato a Istanbul nel 1937. Ha collaborato con Theo Angelopoulos a diverse sceneggiature, tra cui L’eternità e un giorno, Palma d’oro a Cannes nel 1998. I romanzi con protagonista il commissario Kostas Charitos hanno incontrato un grande successo di lettori. Presso La nave di Teseo ha pubblicato L’assassinio di un immortale (2016), I labirinti di Atene (nuova edizione 2017), Il prezzo dei soldi (2017), La lunga estate calda del commissario Charitos (nuova edizione 2017), Io e il commissario Charitos (nuova edizione 2018) e L’università del crimine (2018).
Acquista su Amazon.it: