Recensione di Claudia Cocuzza
Autore: Franco Forte, Scilla Bonfiglioli
Editore: Mondadori
Genere: narrativa storica
Pagine: 205
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Germania, 1943. Hans Heigel, ufficiale di complemento delle SS nella piccola cittadina di Osnabrück, non comprende né condivide l’aggressività con cui il suo Paese si è rialzato dalla Prima guerra mondiale; eppure, il timore di ritorsioni sulla propria famiglia e la vita nel piccolo centro, lontana dagli orrori del fronte e dei campi di concentramento, l’hanno convinto a tenere per sé i suoi pensieri, sospingendolo verso una silenziosa convivenza anche con le politiche più aberranti del Reich. Più importante è occuparsi della moglie Ingrid e, soprattutto, dell’amatissima figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può, però, mettere da parte i propri valori per un grigio quieto vivere? Hans lo scopre quando la più terribile delle tragedie che possono capitare a un padre si abbatte su di lui, e contemporaneamente scopre di essere stato destinato al campo di sterminio di Sobibór. Chiudere gli occhi di fronte ai peccati terribili di cui la Germania si sta macchiando diventa d’un tratto impossibile… soprattutto quando tra i prigionieri destinati alle camere a gas incontra Leah, una bambina ebrea che somiglia come una goccia d’acqua a sua figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può spingersi pur di proteggere chi gli sta a cuore? Giorno dopo giorno, Hans si ritrova a escogitare sempre nuovi stratagemmi pur di strappare una prigioniera a un destino già segnato, ingannando i suoi commilitoni, prendendo decisioni terribili, destinate a perseguitarlo per sempre, rischiando la sua stessa vita… Tutto, pur di non perdere un’altra volta ciò che di più caro ha al mondo. Ispirandosi a fatti drammatici quanto reali, Franco Forte e Scilla Bonfiglioli ci trasportano nelle tenebre profondissime di una pagina di Storia che non si può e non si deve dimenticare – soprattutto oggi – mostrando però che persino nella notte più nera possono accendersi luci di speranza, a patto di vincere le nostre ipocrisie e lasciarci guidare dall’unica che ci accomuna tutti: la nostra umanità.
Recensione
“La bambina e il nazista” è un romanzo che parla della nostra Storia recente, quella che i nostri nonni hanno vissuto.
È stata una lettura così intensa e dolorosa che, una volta cominciata, non ho potuto interromperla.
L’Olocausto è una ferita ancora aperta, tutti lo abbiamo studiato e lo conosciamo (si spera), ma viverlo insieme ai personaggi di romanzi così ben costruiti, così coinvolgenti, ti costringe a guardarlo in faccia.
È come ascoltare il racconto di una persona cara che l’ha subìto sulla propria pelle: ti fa stare male.
Hans Heigel è un tedesco che si assoggetta al regime per quieto vivere e, sebbene si renda conto di essere un codardo, non si dà pena più di tanto, almeno finché la guerra rimane confinata al notiziario che ascolta alla radio e alle scartoffie burocratiche di cui è costretto a occuparsi.
La sua vita trascorre tranquilla, accanto a una moglie amorevole e alla loro adorata figlioletta, Hanne.
Tutto precipita nel giro di pochi giorni: la morte di Hanne, che fa uscire di senno sua moglie, e il trasferimento al campo di sterminio di Sobibόr stravolgono il mondo di Hans.
Hans precipita all’inferno.
Tocca con mano l’orrore del genocidio, la follia dilagante generata dall’ideologia nazista e pensa di non riuscire a reggere tanto dolore, tanta crudeltà, fino a quando non trova una ragione per continuare a vivere e a lottare: da uno dei treni merce che ogni giorno sputano frotte di prigionieri ebrei, vede scendere una bambina.
“Hanne”, pensa, colto da una vertigine.
No, non è Hanne, è Leah, una bimba che le somiglia terribilmente: senza alcuna logica, decide che la difenderà ad ogni costo.
Ad ogni costo.
È irrazionale, è pericoloso, ma è l’obiettivo che lo costringe a continuare a vivere e che gli impedisce di precipitare nella follia mentre il mondo attorno a lui è governato da pazzi.
Allora il lettore diventa Hans e va in ansia con lui, tutte le volte in cui la vita di Leah è in pericolo.
Ho tremato, trattenuto il respiro, palpitato; in alcuni momenti avrei voluto urlare:
“Attenti, sono dietro di voi!” oppure “Zitta, Leah! Non parlare, tesoro, ti prego!”.
La narrazione è concitata, ricca di colpi di scena; non c’è tempo per rilassarsi, mai.
Hans protegge Leah e cerca ogni espediente per tenerla lontana dal destino di morte che è stato scritto per lei, ma per farlo è costretto a compiere delle scelte, terribili, e leggendo non puoi non chiederti con quale animo un uomo possa trovare il coraggio di sostituirsi a Dio: per salvare Leah, Hans è costretto a sacrificare altre vite. Consapevolmente, sceglie che Leah deve vivere e qualcun altro morire al posto suo. Questo lo consuma, popola le sue notti di incubi fino a impedirgli di dormire, ma in quell’inferno che l’Uomo ha portato sulla Terra è già tanto se, oltre a sé stesso, Hansriesce ad avere cura di un’altra creatura.
“La bambina e il nazista” ci fa precipitare nel baratro della follia e dell’atrocità dell’Olocausto ma dà voce a personaggi come Hans, Larysa, Margot, Meyer e il capitano Luitger: uomini e donne che hanno sacrificato sé stessi pur di salvare anche una sola vita innocente.
Una singola, preziosissima vita.
La classica goccia che, sommata alle altre, fa il mare.
Di molti di loro non conosciamo i nomi, ma sappiamo che questo esercito di eroi silenziosi è esistito, e non possiamo smettere di ringraziarlo.
Per andare avanti bisogna guardare indietro, perchè memoria e avvenire sono legati a doppio filo tra loro, dice Margot a Hans.
Questo è un insegnamento che non possiamo permetterci di dimenticare.
A cura di Claudia Cocuzza
www.facebook.com/duelettricisottountetto/
Franco Forte e Scilla Bonfiglioli
Franco Forte è il direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori, tra cui Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo. Sempre per Mondadori è editor degli Oscar, e collabora alla realizzazione delle collane Oscar Draghi Urania, Oscar Historica, Oscar Fantastica e alla linea Giallo Mondadori da libreria. Come romanziere ha scritto per Arnoldo Mondadori Editore, Editrice Nord, Tropea, Mursia e altri editori, di cui è stato anche consulente editoriale. È inoltre giornalista professionista: è stato direttore del mensile Fiction TV e vicedirettore del magazine PC World Italia. Tiene una rubrica settimanale sulle pagine culturali del quotidiano Il Cittadino di Lodi, è direttore responsabile del magazine di fantascienza Robot e della rivista per scrittori Writers Magazine Italia, ed è anche direttore e coordinatore del Delos Network, che comprende i siti Fantascienza.com, FantasyMagazine.it, HorrorMagazine.it, ThrillerMagazine.it e SherlockMagazine.it. È stato autore di celebri fiction televisive come Distretto di Polizia e R.I.S. – Delitti imperfetti della Taodue Film di Roma. È il curatore delle celebri raccolte della serie dei 365 racconti per un anno sempre per Delos Books, di cui sono usciti i seguenti titoli: 365 racconti erotici per un anno, 365 racconti horror per un anno, 365 racconti sulla fine del mondo, 365 storie d’amore, 365 racconti di Natale, 365 racconti d’estate.
Scilla Bonfiglioli nasce a Bologna nel 1983, lavora come attrice e regista con la Compagnia Teatrale I Servi dell’Arte per la quale collabora inoltre nella stesura dei testi drammaturgici. Nel 2011 è tra i vincitori della competizione eSaggi under40 promossa da Il Saggiatore con il testo Le Maschere di Athena, edito nel 2012. Finalista del Premio Elsa Morante nel 2005, ha pubblicato racconti in diverse antologie e sulle riviste Writers Magazine Italia e Robot. Nel 2012 pubblica Skylla e Karybdis in appendice a Segretissimo Mondadori, nel 2013 Pagare cara una pellenell’antologia Giallo 24 su Giallo Mondadori e nel luglio 2014 il thriller storico La corte della setaesce nell’antologia Anno Domini (Mondadori), accanto a grandi nomi del giallo italiano.
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