La bambina senza il sorriso




Recensione di Francesca Marchesani


Autore: Antonio Menna

Editore: Marsilio

Genere: Giallo

Pagine: 480

Pubblicazione: Giugno 2020

Sinossi. Che ci facciamo io e una bambina sconosciuta di nove anni nel minuscolo salotto di casa mia, alle otto e dieci di una mattina di marzo, seduti come due professionisti che devono concludere un affare o parlare di una loro guerra personale? “Le spiego subito tutto” dice all’improvviso. Le sorrido. Lei no. “Ieri mattina camminavo per via Speranzella con il mio papà. E l’ho smarrito.” Dice proprio così. Smarrito.»

Chiaretta ha nove anni e non ha il sorriso. Lei ride, in realtà, ma non si vede. A causa di un disturbo che ha dalla nascita, quando il cervello lancia lo stimolo la sua bocca rimane immobile, come di gesso. Uno, però, che quando lei ride se ne accorge c’è: il padre, Carmine. Solo lui. Una mattina di marzo, mentre i due passeggiano nei Quartieri Spagnoli di Napoli, la bambina all’improvviso lo perde di vista. L’uomo scompare. Nessuno se ne preoccupa, dato che negli ultimi anni Carmine è andato via già altre volte, per poi tornare a casa. Ma Chiaretta sì, e cercando di avere sue notizie finisce per suonare alla porta di Tony Perduto, giornalista precario che vive da solo in quella zona della città partenopea. Tony le apre diffidente e l’ascolta, per poi venire risucchiato al centro di un mistero su cui costruisce, un poco alla volta – contro tutti e anche contro voglia –, un’indagine minuziosa, guidata solo dalla sua curiosità e animata dalle mille voci dei vicoli di Napoli. Si compone così, pezzo dopo pezzo, un giallo pieno di suspense e ironia, una storia corale di padri e figli che scorre – come il Sebeto, fiume perduto nel sottosuolo di Napoli – al di sotto delle vite ufficiali, per ricomporsi, a sorpresa, nelle ombre, nelle pieghe più nascoste, in quella verità che, come il sorriso della bambina, in fondo c’è. Anche se la vede solo chi sa guardare.

Recensione


Tony Perduto è il tipico giornalista che non farà mai strada. Ogni volta pensa di avere trovato lo scoop del secolo e invece si ritrova a scrivere articoli  sul significato dei fiori.

Una mattina, fin troppo presto, compare alla sua porta Chiaretta. La bambina di nove anni afferma di aver perso il papà durante una passeggiata. Una cosa insolita e curiosa. E dove potrebbe andare ad annunciarne la scomparsa se non dal signor Perduto?

Non la polizia, non un investigatore, ma un giornalista. D’altronde in caserma nessuno ha sporto denuncia per la scomparsa e la moglie è molto tranquilla. “Tornerà come ha sempre fatto quando si stanca delle altre donne”.

Nel frattempo cose strane accadono nei quartieri di Napoli. Anche quando accadono cose davvero sensazionali sul giornale non si può scrivere perché ci sono i pezzi ancora più grossi della stampa che devono passare inosservati, continuare a fare i loro comodi senza che nessuno ne parli.

Perduto si trova con le mani legate e una gatta da pelare che diventa ogni giorno più grande. La bambina non ha mentito, ma tutto sembra andare contro di lui.

Nel frattempo la mamma del nostro giornalista è preoccupata per lui, per il fatto che a 35 anni ancora non è sposato, tanto meno fidanzato, mangia male e dorme poco. Poi c’è Marinella la sua amica di sempre che d’un tratto decide di trasferirsi a Parigi togliendo un altro pilastro dalla sua già fragile impalcatura.

Ce la farà il nostro giornalista a prevaricare i poteri forti, la polizia, i gangster adolescenti di quartiere, i camorristi, i prestanome, per far trionfare la verità? Forse sì, forse no. Di certo non sarà quello lo scoop che lo farà diventare un caporedattore.

 

 

Antonio Menna


Antonio Menna, giornalista professionista, scrive per Il Mattino e Tiscali.it, e lavora per Radio Crc. Ha scritto Se Steve Jobs fosse nato a Napoli (Sperling & Kupfer 2012), Tre terroni a zonzo (Sperling & Kupfer 2013), Il mistero dell’orso marsicano ucciso come un boss ai Quartieri Spagnoli (Guanda 2015). Quest’ultimo è stato tradotto e pubblicato in Francia dalle edizioni di Liana Levi; l’edizione francese del romanzo è stata premiata dal settimanale Le Point come uno dei cinque migliori romanzi polar europei usciti in Francia nel 2015.

 

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