Sinossi. Catrin Bone vive nel villaggio gallese di Cwmcysgod con la madre Mary, una donna spigolosa e solitaria. Cwmcysgod, tetti di ardesia, piccole case a schiera annidate sul fianco di una collina, una fabbrica abbandonata, è un paese immutabile, sempre uguale a sé stesso, in cui i vicini spiano la strada da dietro le tende appena scostate e aspettano sera seduti sui bidoni nei cortili. Catrin dorme nella stessa stanza che è stata di sua zia, Rosalind Bone. Da quando ha memoria, ha sentito raccontare storie sulla sorella di sua madre, una ragazza a detta di tutti di una bellezza straordinaria ma, secondo i piú, fredda ed egoista. Egoista al punto da aver abbandonato il paese, in una notte di ventisette anni prima, senza lasciare nemmeno un biglietto. In fuga, come una criminale. Di lei rimane soltanto una fotografia, in fondo a un cassetto che Mary tiene ben chiuso come a volerne contenere l’influenza malefica. Rosalind era bella, e Mary non lo era. E solo dopo la scomparsa di Rosalind il paese si era accorto della sua esistenza, lei che era rimasta all’ombra di quella bellezza eccessiva, ingombrante, pericolosa. Ma Catrin, sedici anni quanti ne aveva Rosalind l’ultima volta che è stata vista, sente irresistibile il richiamo della foto di quella giovane donna che non ha mai conosciuto, e la guarda di nascosto ancora e ancora. Poi un giorno la ragazza soccorre una vagabonda, accasciata contro un muro. È in condizioni pietose, lurida e coperta di stracci, dice un’unica parola: «Fuoco». Nessuno la conosce. Nessuno si fa avanti per reclamarla. Le notizie sul suo stato di salute provocano nella gente del villaggio tutt’al piú reazioni di circostanza. Solo Catrin veglia al suo capezzale, aspettando che la sconosciuta riprenda coscienza. Ma gli abitanti di Cwmcysgod temono quel risveglio; sentono avvicinarsi la resa dei conti con i peccati del passato. Perché ci vuole un villaggio intero per allevare una bambina, per rovinare una donna, per nascondere qualcosa di orribile e guardare dall’altra parte.
LA BELLEZZA INTATTA DI ROSALIND BONE
di Alex McCarthy
Neri Pozza 2023
Stefano Valenti ( Traduttore )
Narrativa, pag.160
Recensione di Gabriele Loddo
La macchia di noccioli si trasforma progressivamente in una foresta di vecchie conifere e, insieme a un fitto groviglio di rovi, cinge il villaggio di Cwmcysgod (la “valle dell’ombra”) in un vero e proprio scrigno che racchiude e isola i suoi abitanti dal resto del mondo.
È una manciata di uomini e donne solitari, ognuno con i propri segreti, che dietro a una facciata di perbenismo e ipocrisia celano e coltivano vizi cattivi e perversioni efferate, opportunamente nascoste dietro le mura di casa. Si muovono come se tutto fosse normale, come se invidiare, giudicare o violare il corpo di una bambina, fosse la cosa più naturale di un’esistenza umana.
Qualcuno ogni tanto prova a scappare dal villaggio, ma il bosco lo ferma e lo trattiene. Qualcun altro tenta di dargli fuoco, ma la foresta sopravvive sempre. Cambiare le cose, anche una volta sola o anche per poco tempo, significa esser disposti a rinunciare a se stessi, al proprio corpo e alla propria mente. Rosalinde Bone lo fa, rinuncia alla vita nel tentativo di salvare quella della famiglia.
Lo stile dell’autrice Alex McCarthy è moderno e potente, al contempo non perde mai in eleganza o poeticità. Così, al fianco dei colori di un tramonto o a quelli vividi di un bosco ritroviamo, nella trama, le brame efferate di un pedofilo o l’apparente mansuetudine di un’anziana trafficante di stupefacenti.
Il tutto è un “inno all’apparenza”, dove buoni e cattivi si scambiano di ruolo, mettendo in risalto che, spesso, il parere costruito nella nostra testa sul prossimo è fonte di pregiudizio o di cinismo.
“Gli avvenimenti dell’estate hanno fornito cibo in abbondanza per gli stomaci ruminanti di Cwmcysgod. Ma la storia di Rosalinde Bone sembra essere la meno interessante. Il senso di colpa lega le lingue. Alcuni ricordano i suoi sedici anni e provano orrore per quello che considerano il suo declino. Le donne e gli uomini le fanno un cenno di saluto se la vedono per strada, ma poi distolgono rapidamente lo sguardo, alla ricerca di qualcosa che li distragga dalle cattiverie del passato, dalla lussuria o dall’invidia e dal ruolo che può aver avuto nel suo destino. Non c’è cuore a Cwmcysgod che non provi pietà per Rosalind Bone, ma non tanta da non poter essere ignorata”.
Bel romanzo d’esordio.
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Alex McCarthy
è nata in Galles dove tuttora vive. Ex-alunna della London Contemporary Dance School, ha lavorato come ballerina e coreografa per diversi anni sul palco in tivù e al cinema. Nel 2017, a seguito di un cambio di carriera e diversi anni di scrittura, Alex ha partecipato al corso di scrittura di Curtis Brown di sei mesi “Come scrivere un romanzo”. La bellezza intatta di Rosalinde Bone è il suo romanzo d’esordio.