La Biblioteca dei manoscritti perduti





LA BIBLIOTECA

DEI

MANOSCRITTI PERDUTI


Autore: Benito Olmo

Traduttore: Micol Cerato

Editore: Newton Compton editori

Genere: Thriller

Pagine: 497

Anno edizione: 2025


Sinossi. Una serie di omicidi e una ricercatrice di libri antichi: qual è il nesso? Greta è una rinomata cercatrice di libri rari e preziosi, nonostante la sua popolarità sia colata a picco a causa della scomparsa della prima edizione di un Borges che doveva valutare. Affogata nei debiti e nella sfiducia dei suoi colleghi, accetta un incarico insolito: ritrovare la biblioteca della famiglia Fritz-Briones, andata perduta durante la Seconda guerra mondiale. L’indagine la condurrà sino a Berlino, dove constaterà che i nazisti portarono a termine il più grande furto di libri della storia, ma non soltanto: qualcuno sta uccidendo bibliofili, librai e collezionisti di tutto il mondo per cercare di ricostruire la mitica Biblioteca della Comunità Israelitica di Roma, che fu saccheggiata e occultata dal Terzo Reich. Greta, pur intuendo che la situazione è rischiosa, non riesce a resistere. Quale amante dei libri ignorerebbe le tracce di quella leggendaria collezione? Poco importa che la sua vita potrebbe essere in pericolo. Quello che non sa è che questa avventura la porterà a scoprire una verità su sé stessa per la quale, forse, non è pronta.

 Recensione

di

Silvana Meloni


Partendo dalle sue ricerche su un importante fatto storico, risalente alla Seconda guerra mondiale, l’autore crea un romanzo thriller, che a tratti ha il sapore di un fantasy.

È storia nota che i nazisti fecero incetta di opere d’arte in tutti i musei, ma è meno noto il fatto che alcuni nazisti esperti bibliofili, per odine diretto del Führer, avessero smantellato diverse ricche biblioteche, soprattutto ebree, in tutta Europa, per trasferire i preziosi volumi in Germania.

Non tutti i volumi rubati trovarono però casa presso le biblioteche tedesche, alcuni furono “salvati”, anche a costo di vite umane, dai bibliotecari che ne avevano la custodia; altre intere biblioteche, caricate sui camion tedeschi, non arrivarono mai a destinazione a Berlino, finendo probabilmente in caveau privati di scaltri nazisti.

Questa è stata probabilmente la fine della imponente Biblioteca della Comunità Israelitica di Roma, sparita completamente, dopo che i volumi avevano lasciato la città sugli autotreni tedeschi, e mai ritrovata.

Dopo la guerra diversi libri di queste raccolte, a volte preziosi a volte meno, si ritrovarono in qualche modo in circolazione e un gruppo di intrepidi volontari si fece carico della ricerca delle famiglie alle quali erano appartenuti per potergliele, se possibile, restituire.

Esiste ancora a Berlino un dipartimento, con risorse purtroppo molto scarse, della Zentralund Landesbibliothek deputato alla restituzione dei libri saccheggiati dai nazisti e poi ritrovati.

Da questi fatti storici prende le mosse la vicenda raccontata. Una ricercatrice di libri antichi e rari si imbatte nell’inverosimile impresa investigativa del recupero di volumi scomparsi, per incarico di una delle famiglie ebree che, durante la guerra, aveva subito lo smantellamento della propria biblioteca.

Nel corso dell’indagine, la posta si alza e la ricerca si sposta addirittura dai singoli volumi, originariamente richiesti, all’intera Biblioteca della Comunità Israelitica di Roma, portando i protagonisti in giro per tutta Europa.

I personaggi sono disegnati in maniera audace e inizialmente proprio la protagonista ricercatrice mi ha sconcertato. Una giovane donna senza amicizie, senza altro interesse che un lavoro ingrato, una nerd bibliofila che mostra uno stile di vita inverosimile: un’esistenza trascorsa tra raccolte di libri polverose, talvolta addirittura imputridite e distrutte dai topi oltre che dal tempo, alla ricerca del volume degno di nota.

Ma come sempre nei thriller l’apparenza inganna e bisognerà leggere fino all’ultima pagina per comprendere non solo l’intreccio legato alla ricerca della Biblioteca e la natura degli omicidi che costellano la vicenda, ma anche la sottotrama che coinvolge direttamente la protagonista.

La lettura corre veloce e senza intoppi, supportata da una scrittura piana e chiara, nonostante la complessità della trama.

Un buon esordio nel mercato italiano per lo scrittore spagnolo Benito Olmo che ha già ricevuto diversi riconoscimenti in patria.

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Benito Olmo


È nato a Cadice nel 1980. Nel corso della sua carriera, molti dei suoi romanzi sono stati finalisti a premi come il Santa Cruz, il Premio Cartagena Negra e il Tormo Negro-Masfarné. La biblioteca dei manoscritti perduti è a oggi il suo romanzo più ambizioso e il primo pubblicato in Italia.