Recensione di Marina Morassut
Autore: Greer Hendricks & Sarah Pekkanen
Traduzione: Anna Martini e Carla Palmieri
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Pagine: 432
Anno di pubblicazione: Aprile 2019
Sinossi. Eminente psichiatra di New York cerca donne tra i 18 e i 32 anni per uno studio su etica e morale. Compenso generoso. Anonimato garantito. Una sola richiesta: sincerità assoluta. Quando Jessica Farris, make-up artist squattrinata, accetta di partecipare a uno studio condotto da un certo Dr. Shields, misterioso psichiatra della New York University, non sa bene cosa immaginarsi. Ma in fondo a lei interessa più che altro il compenso “generoso”, e forse il brivido della novità: la sua vita è fatta di corse su e giù per Manhattan a truccare studentesse per le loro notti pazze, di tranquille serate in compagnia del suo cane e poco altro. Eppure, nel momento in cui mette piede nell’aula 214 – una stanza asettica con soltanto un computer accesso, su cui lampeggia un: Benvenuta, Soggetto 52 – qualcosa le dice che forse è stata troppo avventata. Sincerità assoluta: ne sarà capace? Ti senti in colpa se dici una bugia? Hai mai fatto molto male a qualcuno a cui tieni? Spieresti i messaggi del tuo partner? Pian piano, le domande del fantomatico dr. Shields si fanno più incalzanti, più personali, più pericolose. È come se avesse capito tutto di Jess: quello che pensa, quello che nasconde. E quando le chiederà di passare dall’aula 214 al mondo reale, per lei sarà già troppo tardi per sottrarsi al gioco. Perché Jessica Farris è la candidata perfetta per quello che il dr. Shields ha in mente. Almeno finché, ormai prigioniera di una sottile rete di lusinghe, dipendenza, e ossessione, Jess non scoprirà che la stessa sorte è toccata a qualcun’altra prima di lei…
Recensione
Difficile bissare il successo del precedente romanzo, soprattutto se ci si mantiene sempre sul filone del Thriller psicologico. Ma dopo aver letto la seconda prova di questo duo di scrittrici americane, possiamo affermare che questo secondo manufatto non solo regge il confronto con il precedente, ma nonostante naturalmente l’ossatura della storia sia completamente diversa, le caratteristiche restano un marchio inimitabile di queste scrittrici ed un appuntamento imperdibile di questo filone.
Innanzitutto il titolo: azzeccato, sia in originale che come traduzione in italiano, ci trasporta direttamente nell’ambito psichiatrico, ambiente ordinato e con regole ferree e proprio per questo già di per sè paralizzante nel suo nitore e pauroso nel suo confine così labile tra sanità e pazzia.
Punto focale di questo romanzo è la bellezza malata e perversa che ne permea la struttura e nel contempo lo studio psicologico e le interazioni tra i vari personaggi, che tra mezze verità e bugie, come nella vita reale accade, ci traghettano dall’asettica Aula nr. 214 dell’Università agli appartamenti di New York dove si svolge la vita vera e si dipana l’intera vicenda.
Il modo inconsueto in cui ci viene narrata questa storia, in cui si intervallano pensieri ed avvenimenti raccontatici dalla protagonista in prima persona, la ventottenne Jessica Farris – e il suo contraltare, che parla in terza persona e che non sveleremo, lasciando scoprire ai lettori di chi si tratta.
Spiazzante è la sensazione che si prova in prima battuta, tentati di eseguire anche noi lettori gli ordini impartiti da questa voce che ci comanda in terza persona.
Pensieri e ragionamenti freddi, analitici e appassionatamente disturbati – e che si contrappongono al tono personale, vitale, giovanile usato da Jessica per raccontarci la sua storia prima di trasferirsi a New York e quanto inizia ad accaderle, dopo che in modo furtivo “ruba” dal cellulare di una cliente che sta truccando i dati per poter partecipare ad un’indagine scientifica dell’Università, per un compenso generoso e facile.
Guadagno che a lei serve per arrotondare il suo stipendio e potersi mantenere a galla con i costi.
“Etica” e “morale”: questa l’indagine su cui il Dr. Shields vuole testare i suoi soggetti. Per la sua ricerca. E Jessica, nonostante entri con l’inganno in questo studio scientifico, verrà accettata come Soggetto 52. E mentre tutti gli altri soggetti termineranno con un’unica intervista e i 500 dollari di ricompensa, al Soggetto 52 verranno richieste altre sedute, tutte lautamente ricompensate. Proprio come era successo in precedenza al Soggetto 5.
L’abilità di questo duo di scrittrici, oltre a creare una storia credibile ed al contempo incredibile, sta nel mantenere costante per tutta la lunghezza del racconto questo alternarsi di tono personalissimo ed impersonale, ricalcando fedelmente il carattere e la psiche dei personaggi principali – e nel mantenere un tono distaccato nel raccontare gli avvenimenti che si susseguono da metà novembre a fine marzo, salvo far precipitare nell’angoscia e nell’ansia il lettore, ma solo in determinati e voluti momenti, creando una suspense che crea aspettativa ed incertezza, in un viaggio compiuto a bordo di un vagoncino delle montagne russe. Un viaggio che il lettore intraprenderà insieme a Jessica.
Accompagnati per mano dalle autrici, vedremo crollare le nostre certezze fino alla parte finale del romanzo, quando anche una volta rivelataci la verità, la morale continuerà a sfuggire alla nostra catalogazione.
Ed al lettore non rimarrà che chiedersi: “ne valeva la pena, Jesssica”?
E al contempo rivolgerà questa domanda anche a se stesso, perché ciò che Jessica sarà costretta a fare – o deciderà consapevolmente di fare – lungo tutta la vicenda, è qualcosa che riguarda anche noi. E molta da vicino.
A cura di Marina Morassut
Sarah Pekkanen e Greer Hendricks
Sarah Pekkanen e Greer Hendricks, americane, sono rispettivamente una famosa autrice di romanzi e la sua editor di lunghissima data. Insieme, duo inedito quanto vincente, hanno deciso di scrivere thriller psicologici. Il primo nel 2018, dal titolo: “La moglie tra di noi”, uno dei più grandi successi dell’anno in America, venduto in trentacinque Paesi per cifre altissime e opzionato per il cinema da Amblin Entertainment. Sarah Pekkanen, nata a New York, si è trasferita con i genitori in una tranquilla cittadina del Maryland, dove vive tuttora con il marito e i tre figli. Dopo la laurea, ha lavorato per qualche anno come giornalista. Ha deciso, in seguito, di prendersi una pausa per dedicarsi alla sua vera passione, la scrittura. “L’amore non è il mio forte” (Piemme 2012), il suo primo romanzo, ha ottenuto un grande successo sia in Italia che all’estero. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo anche “Single? No grazie” (Piemme 2012).
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