Recensione di Francesco Morra
Autore: Andrea G.Pinketts
Editore: Mondadori
Pagine: 314
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2016
Sinossi. Milano, novembre 2016: torna Lazzaro Santandrea e lo fa in grande stile.Arriva al momento giusto. E anche in questo caso piomba nel bel mezzo degli eventi. O sono gli eventi a piombare su di lui, impegnato a innamorarsi di una ragazza dall’oscuro presente Ossitocina ha i leggings e un cane, Lou Reed, addestrato a farle la spesa al supermercato. Per Lazzaro è un colpo di fulmine. Con conseguenze devastanti. Loden assassini, parka assetati di sangue, reggicalze letali, giacche da camera a gas esilarante: la cabina armadio di Pinketts è un guardaroba teatrale di lusso inventivo. E Lazzaro questa volta finirà coinvolto in un delirio senza precedenti, tra le fiere di Milano e la Fiera del Libro di Bucarest, con gemelli incendiari, latinisti allo sbaraglio e regolamenti di conti con le forchette di plastica, in compagnia di giornalisti d’assalto, mercenari vestiti da suora e vecchi amici orfani di guerra e di madre. Nella Capanna dello Zio Rom Pinketts ricrea la sua Milano nera e surreale divertendosi con lo stile inconfondibile di sempre: gioca con le parole come con i suoi personaggi e persino con i capitoli, facendoli litigare tra di loro. Nel corso di un mese dalla “vita breve ma intensa come James Dean”, fatto di pomeriggi “corti come calzoni alla zuava”, si addensa una vicenda ricchissima. E più le cose si complicano, più ci si immerge di gusto nella lettura, in sintonia con Lazzaro che, ricapitolando gli eventi, a un certo punto ammette: “Tutto ciò non puzzava. Profumava di guai”.
Recensione
Lazzaro Santandrea è tornato, e direi finalmente!
Gli anni passano, ora è un cinquantenne, ma non perde colpi, non lascia, bensì raddoppia.
Verrete travolti dalle sue avventure. Conoscerete cantanti, giornalisti, amici di lungo corso del protagonista vero alterego dello scrittore.
Oltre a fornirci una sempre mirabile descrizione della Milano contemporanea, questa volta Pinketts ci porterà in Romania e darà sfogo all’immaginazione ambientando alcuni avvenimenti importanti all’interno della trama in un’inesistente città dell’hinterland milanese, Cubano milanino, sede della Capanna dello zio Rom, la discoteca che diverrà un punto nevralgico della narrazione.
Lo stile di Pinketts è travolgente, le sue elucubrazioni sorprendenti e coinvolgenti. Metafore, pensieri e riflessioni che paiono slegati invece riescono ad armonizzarsi con la trama del suo romanzo.
Parliamo di un noir, dato che non mancheranno efferati omicidi che rendono questo romanzo forse il più truculento tra i suoi libri della serie di Santandrea.
Oltre ad una prosa piana, Pinketts ci regala poesie, ballate, canzoni, riferimenti alla vita di tutti i giorni, donandoci visioni e momenti indimenticabili, sarcastici e pungenti.
Ci presenta anche riflessioni sul tema dell’integrazione, vero motore dell’evolversi narrativo. Si ragiona sulla percezione delle minoranze, in questo caso di etnia rom e di immigrati europei come gli abitanti della Romania.
Interviene in prima persona e sferza con giudizi decisi l’ipocrisia del quotidiano sia nell’ambito dei media che della società di cui sono lo specchio. Non è un censore ma si fa portavoce di emozioni.
Geniale, tra le altre idee profuse nel romanzo, l’identificare come nuovo amore del protagonista una giovane donna, chiamandola Ossitocina, ossia l’ormone dell’amore.
Questo è solo uno dei simbolismi, alcuni svelati e altri indotti, che vengono fuori dalla lettura di questo bel libro.
Lo scrittore dialoga con il lettore, si fa citare dal suo Lazzaro, gioca con la struttura del romanzo e la abbatte, rovescia, modifica a suo piacimento.
Definirlo postmoderno forse è una diminutio, ma leggere Pinketts è sempre un’esperienza da assaporare, che sorprende e ti regala immagini che mai ti saresti aspettato.
La differenza tra lui e Proust dice Lazzaro è che:
”Io vado a letto tardi la sera”.
Ebbene, caro Lazzaro, non cambiare mai e accompagnaci ancora per altri tratti di strada della nostra vita di lettori.
E se passiamo al Le Trottoir speriamo di incontrarti e passare con te uno splendido presente.
A cura di Francesco Morra
Andrea G. Pinketts
Andrea G. Pinketts (1961-2018), scrittore e giornalista investigativo, vincitore di numerosi premi – da varie edizioni del MystFest al Premio Scerbanenco – è noto sia per le sue raccolte di racconti, tra cui la più recente Ho una tresca con la tipa nella vasca (Mondadori, 2014), sia per i romanzi della chanson de geste del suo alter ego Lazzaro Santandrea, di cui gli ultimi sono Depilando Pilar (2011) e La capanna dello zio Rom (2016), entrambi editi da Mondadori. Nel 2018 è uscita negli Oscar la riedizione di uno dei suoi romanzi più celebri, Il conto dell’ultima cena, che gli è valso la medaglia d’onore dell’Assemblée Nationale de la Rèpublique Française per meriti artistici e culturali. E dopo tanta notte strizzami le occhiaie è il suo ultimo libro, uscito postumo nel 2019.
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