La casa dalla porta dorata




 LA CASA DELLA PORTA DORATA

di Elodie Harper

Fazi 2023

Giulia Gresti e Monica Pareschi ( Traduttore )

narrativa, pag.494

Sinossi.

Dopo Le lupe di Pompei, continua l’appassionante trilogia di Elodie Harper ambientata nella Pompei antica: amicizie ormai consolidate e nuovi amori inaspettati aiuteranno Amara a combattere contro chi la vuole ancora schiava. Amara è riuscita a fuggire dalla schiavitù del lupanare più famigerato di Pompei. Grazie ai favori di Rufo, il giovane nobile che l’ha eletta sua cortigiana prediletta, ora ha una casa tutta per sé, bei vestiti e perfino dei servitori. Ma la ragazza è consapevole che si tratta di concessioni precarie: la sua libertà durerà soltanto finché riuscirà a mantenere alte l’attenzione e la soddisfazione di Rufo. Mentre tenta di abituarsi a questa nuova vita, Amara è ancora perseguitata dal passato. Di notte ha incubi sul lupanare e sulle donne che si è lasciata alle spalle: più che amiche, sorelle, di cui sente la mancanza e a cui vorrebbe donare un’occasione di riscatto, ora che può farlo. Di giorno, invece, a turbarla è Felicio, il suo vecchio padrone che ora è in cerca di vendetta. Per ottenere davvero il controllo della propria vita, la giovane dovrà imparare ad agire come lui: senza scrupolo alcuno. Ma quando inaspettatamente si innamora, le insidie e i pericoli si moltiplicano: nella sua posizione, Amara non può permettersi il lusso della vulnerabilità e nessuno deve scoprire che ha un punto debole, nemmeno il suo benefattore, che forse non conosce così bene come credeva. In questo gioco di equilibri sempre più precari, riuscirà a mantenere i suoi privilegi di cortigiana e a eludere i ricatti di Felicio, senza mettere in pericolo le poche persone a cui tiene veramente?

 Recensione di Laura Bambini

Le lupe di Pompei è stata una delle migliori letture dell’anno scorso. Ho apprezzato la crudezza della narrazione e la fluidità del testo, che l’hanno reso un ottimo romanzo storico.

Ero molto curiosa di leggere il seguito, purtroppo, però, La casa dalla porta dorata non è stato all’altezza delle mie aspettative.

Per quanto l’impianto storico continui a essere ottimo, credibile e mai impostato a mo’ di manuale, onestamente la prosecuzione della vicenda e molte scelte mi hanno lasciata un po’ perplessa: innanzitutto, Amara alla fine del primo libro viene acquistata da Plinio che le attribuisce la libertà, trasformandola di fatto in liberta. Le dà il proprio nome e la “dona” a Rufo, che ne diventa il patrono e la fa sua concubina.

In fondo, i Romani erano un popolo semplice: ti compro, ti affido a mio gusto e sentimento, ti schiavizzo ma ti faccio credere che sei libera.

Amara, che non si chiama più così e nel libro il nome attuale viene citato un paio di volte, continua a farsi chiamare con il nome che le ha dato l’ex padrone, Felicio, il tenutario del lupanare in cui lei ha passato le pene dell’inferno (e che l’autrice ribadisce più volte nel corso di questo secondo volume, sottolineando con calore quanto il tipo di cui sopra sia violento, sadico, ecc.)

La motivazione di continuare a farsi chiamare Amara non regge, visto che la protagonista è affezionatissima a Plinio, e non regge tutta una serie di scelte che, a posteriori, sembrano fatte solo per mandare avanti la storia; se chi legge se ne accorge, c’è un problema.

Senza fare spoiler, i personaggi che mandano avanti la trama sono Vittoria e Felicio.

La prima è una lupa del bordello di Felicio, che ha la sindrome di Stoccolma e ama quest’ultimo giustificando tutte le violenze. 

Un po’ come tante donne oggi e come la società incoraggia a fare, d’altronde.

Amara si mette in testa di comprare Vittoria e renderla libera, pure se sa già che l’amica continuerà a essere il cagnolino di Felicio; infatti, questo prima accetta la compravendita e subito dopo la chiede in moglie. Vittoria risponde di no.

I personaggi coinvolti non ci credono, i lettori meno di loro.

Felicio perde la contraddittorietà che lo caratterizzava nel primo volume e diventa l’antagonista monotematico per eccellenza. È lui che tiene le fila della libertà di Amara e per tutto il romanzo il conflitto della ragazza sembra dimostrare che non è più la sua schiava.

È lei, tuttavia, che va sempre a stuzzicarlo e si mette volutamente nelle sue mani. A una lettura più approfondita, non tiene che sia lei a cercare un appannaggio dal suo passato, se vive nel suo futuro. È lontana dal lupanare, è diventata una cortigiana di alto bordo, ha delle amicizie e il suo giro di affari.

In tutta onestà, non ho compreso il perché debba tornare indietro e quale sia il suo obiettivo; non perché non sia credibile che abbia paura di ritornare schiava di Felicio, ma perché il personaggio è calato in una situazione in cui non ha gli strumenti per poter tornare al lupanare e dare il via alla vicenda e il modo in cui lo fa è molto precario.

Il resto del romanzo è purtroppo scontato e dà l’idea di una storia mandata avanti a forza, a singhiozzo, con una prevedibilità che ne cancella il piacere del primo volume.

La protagonista stessa non si evolve, anzi, ripete gli stessi identici errori del primo romanzo, che l’avevano resa un’eroina di tutto rispetto.

L’autrice, poi, riprende le fila senza fare un’introduzione o disseminare se non di passaggio qualche informazione precedente. Ho faticato a ricordarmi tutto e alla fine sono andata a rileggermi l’ultimo capitolo.

Ho apprezzato invece che sia stata data una continuità al personaggio di Britannia, che diventa una boccata d’aria fresca nella crudeltà della storia. Spero di ritrovarla anche nel volume successivo. Ottimo, come dicevo all’inizio, anche il contesto storico, dipinto per quello che era senza fronzoli.

La lettura è dunque piacevole, ma non è paragonabile al primo volume.

Acquista su Amazon.it: 

Elodie Harper


Giornalista e scrittrice inglese, ha studiato Letteratura latina come parte del suo corso di laurea in Lettere all’Università di Oxford. I suoi racconti hanno vinto diversi premi, tra cui il Bazaar of Bad Dreams nel 2016, assegnato da Stephen King. La sua trilogia sulla vita delle donne nella Pompei antica ha avuto un successo clamoroso: in corso di pubblicazione in venti paesi, ha raggiunto i vertici delle classifiche di vendita e conquistato la critica, i librai e, soprattutto, i lettori. Le lupe di Pompei, il primo libro della trilogia, è stato pubblicato da Fazi Editore nel 2022.

A cura di Laura Bambini

Libri di mare