Recensione di Francesca Marchesani
Autore: Mathangi Subramanian
Traduzione: Patrizia Spinato
Editore: Nord
Genere: Narrativa
Pagine: 394
Pubblicazione: 2020
Sinossi. Sono in cinque. Cinque ragazze nate lo stesso anno a Paradiso, una baraccopoli ai margini di Bangalore. Tutte e cinque sanno che il mondo segue regole ben precise. Se sei un maschio, passerai l’infanzia a giocare con gli amici, poi i tuoi genitori ti faranno studiare e ti daranno l’occasione di migliorare la tua vita. Se sei una femmina, baderai subito alla casa e ai fratelli più piccoli e difficilmente andrai a scuola, perché tanto ti aspetta il matrimonio, ovviamente combinato. Se sei una femmina di Paradiso, ti toccherà pure fare tutto questo da sola, perché tua madre sarà al lavoro, per compensare le mancanze di un padre assente o fannullone, o entrambe le cose. A Paradiso, sono le donne a occuparsi di tutto, senza mai ricevere niente in cambio. Eppure loro cinque non si arrendono. Imparano a prendersi cura l’una dell’altra. Imparano a guardare oltre le differenze di razza e di religione. Imparano a nutrire non solo lo stomaco, ma anche l’anima, e a sfruttare ogni trucco, dal ricatto alla conversione, pur di restare a scuola. E, quando arrivano i bulldozer a radere al suolo la baraccopoli per costruire un centro commerciale, imparano a lottare per salvare il quartiere. Perché il loro può anche non essere un paradiso, tuttavia c’è un’infinita bellezza nascosta tra le tende lacere e i tetti di lamiera, tra il giallo delle scavatrici e il grigio del cielo. È la bellezza della solidarietà e della speranza. La bellezza dell’amore e del riscatto. La bellezza di un luogo che è – sempre e comunque – casa.
Recensione
Padma, Deepa, Joy, Banu e Rukshana non sono ragazze come tutte le altre, o meglio, lo sembrerebbero a una prima occhiata. Ma vivere a Bangalore non è esattamente una passeggiata, non ci si può perdere in quisquilie come giocare, arrampicarsi sugli alberi o fare bene i compiti.
Il compito di una donna che abita nelle baracche di Paradiso è quello di trovare un marito il prima possibile e una volta trovato, abbassare la testa, fare i bambini e accudirli, ignorare se il marito torna a casa ubriaco spendendo tutti i soldi della famiglia o se non torna proprio.
Già l’adolescenza è un periodo stralunato e difficile in questa parte del globo privilegiato, figuriamoci in una parte del mondo in cui i bulldozer vengono regolarmente chiamati a radere al suolo le abitazioni di centinaia di persone.
Scopriremo le vicende di tutte e cinque le protagoniste, gli antefatti dei loro genitori e delle persone che le circondano mentre sono lì, unite e salde come gli anelli di una catena per difendere il loro futuro e il loro passato. Le atmosfere magiche e profumate dell’India sono ovunque.
Dagli oli spalmati sui capelli, ai sari e alle dupatta colorate, per non parlare del cibo, dei suoi profumi e colore. E sì, si percepisce bene anche la polvere che viene su dalle strade, la sporcizia, la povertà. Ma quando non hai niente anche un piccolo sasso per costruire un tetto può sembrare tutto.
Ogni ragazza dietro si porta un mondo, bellissimo o meno, ma comunque unico e che riesce ad affrontare con le uniche arme che ha a disposizione. E l’autrice ce li svela un po’ alla volta con uno stile che incanta e rapisce sperando che non finisca mai.
Un inno alla potenza delle donne che riescono sempre a risorgere dalle proprie ceneri più belle e forti che mai.
Mathangi Subramanian
è laureata alla Brown University e ha continuato gli studi al Teachers College of Columbia University. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla narrativa, ha lavorato come insegnante in una scuola pubblica e come analista politica per il New York City Council. Tra i suoi libri: La casa dei fiori selvatici (Nord, 2020).
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