Filippo Penati ha svolto la professione di insegnante e assicuratore prima di dedicarsi alla politica a tempo pieno. È stato sindaco del Comune di Sesto San Giovanni per otto anni, presidente della Provincia di Milano dal 2004 al 2009 e successivamente vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia. La casa dei notai è il suo primo romanzo.
Recensione di Giulia Manna
Autore: Filippo Penati
Editore: La nave di Teseo
Genere: Giallo
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. Un segreto da nascondere, uno scandalo da evitare, le apparenze da salvare: sono le fragilità a contraddistinguere i personaggi della Casa dei notai. Il commissario Giorgi si trova a indagare su un delitto apparentemente inspiegabile, vittima una donna appartenente a una famiglia illustre disposta a tutto pur di salvare la propria rispettabilità. Per trovare il colpevole il commissario dovrà scavare nella personalità dei sospettati, sopportarne l’arroganza e intuirne i disagi, così da aprirsi un varco in una roccaforte che appare inviolabile, percorsa nascostamente da ipocrisie e giochi di potere. Perché in certi ambienti si può perdonare tutto: fallimenti, tradimenti, debiti… Basta farlo sottovoce, senza che nessuno senta e veda. Sarà proprio questa la colpa della vittima: avere avuto dita sottili che si allungavano tra gli interstizi di pietre abbandonate, sgretolando sabbia e mattoni?
Recensione
Giallo piacevole, con una buona ambientazione e personaggi definiti. È la lettura ideale per una serata spensierata all’insegna di una storia investigativa strutturata come i bei gialli di una volta. Ricorda molto Simenon.
Il commissario Giorgi, come racconta lo stesso Penati in una intervista, “è una persona normale, non ha nessun vezzo e nessun vizio, nessun elemento caratterizzante come l’impermeabile di Colombo.
Ha qualche problema familiare e una figlia adolescente, ha una passione per le Harley-Davidson. Ne possiede una che tira fuori dal garage nella bella stagione. È una persona che con le sue deduzioni accompagna il lettore a scoprire insieme la trama. Deve indagare sulla morte di una donna, moglie di uno dei notai più famosi della città”.
Proprio per questo motivo l’indagine non sarà facile. Il nostro commissario si scontrerà con l’orgoglio e l’onore dell’alta società, dove tutti i personaggi hanno solo segreti da nascondere e nessuno sembra essere disposto a rinunciare all’apparenza.
Ma chi è arrivato a tanto?
Chi ha superato il limite e ucciso Brunella?
E così, mentre il Giorgi sbatte contro un muro di omertà, in parallelo c’è anche un’altra storia non meno interessante.
Quella relativa alla vita personale del commissario. Tornato single da poco e poco propenso a uscire di casa se non per lavoro, viene stimolato con qualche sotterfugio a fare nuove conoscenze dalla figlia Elena.
Poi, c’è la professoressa Carla, sua madre, soprannominata per la severità Karlaiser, che come ogni mamma italiana non va mai sottovalutata. Forse un omicidio era proprio quello che serviva al commissario per tenersi lontano dalla famiglia e avere la scusa per ripartire con i suoi tempi e lontano da occhi indiscreti.
Questa simpatica parentesi che si alterna agli interrogatori nella fredda casa dei notai Calaminici, rende davvero gradevole il racconto e lascia sperare in un seguito.
Filippo Penati