La casa dei silenzi




Donato Carrisi


Editore: Longanesi

Serie: Pietro Gerber #4

Genere: Thriller

Pagine: 416

Anno edizione: 2024

Sinossi. Mi chiamo Pietro Gerber ma qui a Firenze, dove vivo da quando sono nato, tutti mi conoscono come l’addormentatore di bambini. Sono un ipnotista, come lo era mio padre, e con l’ipnosi aiuto i bambini a elaborare traumi e a superare paure e fobie. Non sembrerebbe, ma il mio è un mestiere pericoloso. Perché la mente dei bambini è un labirinto ed è facile smarrirsi e non riuscire più a tornare. Forse è proprio questo che sta succedendo a Matias. Ha nove anni e da tempo ha un sogno ricorrente. Da troppo tempo. Ormai Matias ha paura di addormentarsi, perché in sogno gli fa visita qualcuno che non dovrebbe esistere. Una donna dall’aria triste e vestita sempre di scuro e che non parla mai. La signora silenziosa abita i suoi sogni come uno spettro, come una presenza inquietante che tracima nella realtà. Non dovrebbe essere nient’altro che un sogno, ma allora… Allora perché sento che la signora silenziosa è reale? Allora perché sento nel silenzio il ronzio di un immenso sciame di insetti? Allora perché sento che perfino la mia casa, vuota e solitaria, è infestata da fantasmi? E se la storia della signora silenziosa fosse ancora tutta da scrivere… Come la mia? Mi chiamo Pietro Gerber, sono l’addormentatore di bambini, e di colpo ho paura di dormire. E ho ancora più paura di stare sveglio.

“… presentì una specie di tragica consapevolezza, senza sapere di cosa. L’avvertimento di un pericolo imminente e sconosciuto. Seguito da un inspiegabile disagio, simile all’improvvisa folata di un vento gelido che proviene da chissà dove.”

 Recensione di Loredana Cescutti

Come faccio a parlarvi di questo romanzo senza potervi dire nulla?

Lo so, non è così che si dovrebbe iniziare una recensione, purtroppo però, questa volta concedetemi lo spazio a modo mio, permettetemi di raccogliere le idee dal momento che, iniziare a battere i tasti sulla tastiera è stato faticoso.

Avevo il timore di dire troppo, non volevo essere esplicita.

Non volevo uccidere la vostra lettura.

Ho dovuto fare il voto del silenzio.

O forse è la casa stessa che me lo ha imposto.

Ma ora basta, proviamo ad entrare nel vivo.

“Il sonno è un meccanismo molto preciso: serve a ripulire la nostra mente, a resettarla. I sogni sono solo i residui di quest’attività di pulizia.”

La penna inizia a passo lento, se così si può dire.

L’autore, e che autore, lancia, appunto, qualche esca, per vedere quale e da chi sarà afferrata per prima.

Ma poi la storia inizia e da lì, stopparla non sarà più possibile.

Una parola, e ancora una.

Una frase e poi un’altra.

Un capitolo, e ancora uno.

“La signora silenziosa…

… Quando un bambino dava un nome alle proprie paure, diventava difficile scacciarle.”

E piano piano i tasselli andranno a ricongiungersi, con la consueta abilità dialettica dell’Autore, con la A maiuscola, Carrisi, che da incantatore nato, riesce a condurti laddove vorrà e tu, lettore, non potrai naturalmente resistergli.

Non sarà proprio possibile.

Un nemico trasparente, che non si può contrastare. E che abitava nell’unico luogo in cui padre e madre non potevano proteggere il loro bambino. I suoi sogni.”

Ritrovarsi a vivere in un sogno che spaventa, con la percezione di un’ombra che ci insegue, chiudere gli occhi e non riuscire più ad aprirli, oppure aprirli e non riuscire a cambiare il focus, perché chi ci perseguita non ci dà tregua perché ne ha bisogno, perché vuole raccontarci.

Una sensazione ipnotica e onirica, che fa sì che il lettore si senta quasi fluttuare in questo stato di sonno veglia, confondendolo, fino a non riuscire a distinguere più fra realtà e fantasia.

“… aveva rinunciato a ogni cosa per dedicarsi al proprio compito. Non lo considerava alla stregua di una specie di missione… Voleva solo rendersi utile…”

Aprire un contatto con Gerber, significherà lasciarsi travolgere, di nuovo, a difese abbassate, dal suo modo di lavorare e dal suo modo di abbracciare il lavoro, oltre il limite consentito, rischiando di rimetterci in prima persona, per il suo bisogno fisico di capire e conoscere l’oltre, esponendosi agli effetti collaterali di questa scelta.

Dimenticarsi di mangiare, dormire, vivere.

Esiste il paziente e poi, esiste lui, semmai.

Una corsa contro il male e l’esigenza di trovare il bene, per l’altro.

La storia aveva preso una piega imprevista e lui non sapeva se era in grado di addentrarsi nel buio in cui stava cercando di spingerlo… Poteva esserci qualsiasi cosa laggiù…”

Carrisi, anche questa volta stupisce e lo fa a modo suo. I temi affrontati, anche se raccontati come fossero una novella di facile comprensione, che si legge benissimo e scorre di pari passo alle pagine, non sono facili e anzi, colpiscono in profondità chiunque abbia un minimo di sensibilità e tutti quelli che davanti ad un telegiornale, rimangono scioccati a ogni notizia di un certo calibro.

“L’istinto gli diceva di non giocare più con certe cose e gli suggeriva di lasciare in pace ciò che andava lasciato in pace.”

Un romanzo che parla di solitudini, di incubi, di paranoie e di paure reali e che con metafore ben inserite, riesce ad incidere ancora meglio le intenzioni della sua penna che scava e ferisce in profondità.

“Siamo echi di vite già vissute…”

L’evoluzione della storia, che inizialmente potrebbe indurre a confusione, in realtà, a mano a mano che si procede nella lettura, assume le sembianze reali del luogo e degli argomenti che l’autore voleva affrontare con noi.

La corsa alle pagine finali, poi, che dire, ancora ci penso, ancora avverto la pelle d’oca che si è palesata, ancora ci sorrido, ancora mi lascia incerta in termine di evoluzione futura, ma di sicuro, ancora una volta, ho la conferma assoluta della magnifica e abile penna di Donato Carrisi, che è riuscito a spiazzarmi pur avendo giocato con me per tutto questo tempo.

“I sogni son il presagio che ci rimane di quell’altra esistenza, una specie di souvenir dell’altra vita. E del posto dove andremo definitivamente quando saremo morti.”

Buona lettura!

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Donato Carrisi


è nato nel 1973 a Martina Franca e vive fra Roma e Milano. Dopo aver studiato giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento. Scrittore, regista e sceneggiatore di serie televisive e per il cinema, è una firma del Corriere della Sera. È l’autore dei romanzi bestseller internazionali (tutti pubblicati da Longanesi) Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, La ragazza nella nebbia – dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente –, Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto – da cui ha tratto il film omonimo – , Il gioco del suggeritore e La casa delle voci. Ha vinto prestigiosi premi in Italia e all’estero come il Prix Polar e il Prix Livre de Poche in Francia e il Premio Bancarella in Italia. I suoi romanzi, tradotti in più di 30 lingue, hanno venduto milioni di copie.