La casa delle Salamandre




Sinossi. Bas Salieri, studioso dell’Occulto, si ritrova a Bologna con il cuore a brandelli e nessun progetto per il futuro. Ad accoglierlo sotto i portici c’è Mario Ghiddi, amico di lunga data e grande esperto di cinema gotico italiano, che per svagarlo lo accompagna a un evento della Bologna underground: un’asta semisegreta in cui verrà battuto il dipinto di un tormentato inquisitore del XVI secolo. Il quadro fa gola a molti, in primis a Verbena Vardi, unica discendente dell’ultima, presunta strega condannata dall’inquisitore. Il motivo è noto: tra le pennellate, leggenda vuole che l’autore, pentito delle proprie azioni, abbia nascosto il nome dei mandanti della falsa accusa contro la donna. Ad aggiudicarsi il dipinto è invece il gallerista Ruben Moioli, e per una cifra da capogiro. Mario e la sua cricca di conoscenti belli ed equivoci sospettano che ci sia qualcosa sotto… e la fama oscura del dipinto non tarda a confermarlo. Quanti e quali segreti nasconde la tenuta dei Vardi, ribattezzata “La Casa delle Salamandre” in onore di una falange di sanguinari guerrieri, le cui anime buie, si dice, ancora si aggirano nei suoi sotterranei?

 LA CASA DELLE SALAMANDRE

di Stefano Di Martino

Mondadori 2023

collana, Il giallo Mondadori

thriller, pag.416

 Recensione di Claudia Cocuzza

Stefano Di Marino si congeda dal suo pubblico con un thriller che Mondadori pubblica a quasi due anni dalla morte.

Protagonista Bas Salieri, apparso per la prima volta nel 2014 ne Il palazzo dalle cinque porte.

In quest’ ultima avventura, l’esperto del soprannaturale si trova a Bologna, invitato dall’amico e critico cinematografico Mario Ghiddi che, con l’intento di risollevarne il morale, gli chiede di accompagnarlo a un’asta, un evento mondano ammantato di mistero – perché riguardante oggetti collegati al mondo dell’occulto –  da cui ha inizio una lunga scia di delitti.

Tutto sembra ruotare attorno a un dipinto, che rappresenta la morte al rogo di Valyssa Vardi, ultima strega condannata dall’autore del dipinto – l’inquisitore spagnolo Giacomo Morandi –  e antenata della contessa Verbena Vardi, che ha fatto della difesa della memoria della sua famiglia una ragione di vita.

Insieme a un’improvvisata squadra di detective, che agisce parallelamente e di concerto con gli inquirenti ufficiali, Salieri conduce un’indagine in cui passato e presente si intrecciano tramite un fil rouge che dal XVII secolo porta fino ai giorni nostri. 

Ne La casa delle Salamandre ritroviamo elementi caratteristici della serie di Bas Salieri: il setting in città italiane rinomate per il loro patrimonio artistico e culturale; il rimando all’occulto e l’atmosfera gotica; l’idea che dietro il crimine si celi il sovrannaturale, salvo concludere poi che chi delinque è sempre un uomo, mosso da ragioni umane e che adopera mezzi umani.

La vicenda gialla si svolge sul piano temporale della contemporaneità, con rimandi frequenti all’epoca della caccia alle streghe, nel XVII secolo, sfruttando un funzionale gioco di specchi tra Valyssa e Verbena; attorno a queste due figure si muove un gruppo di personaggi che, agli occhi di Bas – e del lettore –, appaiono come figure di una rappresentazione il cui scopo è coinvolgere Salieri in una partita di cui lui è il solo a non conoscere le regole. 

Al giallo si affianca la vicenda personale del protagonista che, con il senno del poi, appare tristemente predittiva:

Erano stati giorni di battaglie interiori contro le ombre della depressione e dell’autocompatimento. Un po’ come il Taji che Bas praticava ogni giorno e che era una forma di lotta con le ombre, tutta interiore, senza che un vero pericolo si manifestasse e, per questa sua caratteristica, un duello spietato.

Una narrazione studiata nei modi e nei tempi, in cui azione e riflessione, suspense e sequenze descrittive – sul solco della grande tradizione letteraria della narrativa gotica –, si concedono gli giusti spazi, regalando una lettura dalla qualità innegabile.

L’epilogo porta alla classica quadratura del cerchio, con il richiamo all’immagine di apertura, in cui al fuoco viene attribuita una funzione catartica, sia per il lettore che per i protagonisti.

Stefano Di Marino si congeda dal suo pubblico e lo fa con un grande thriller, rendendo ancora più amaro il prematuro commiato.

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Stefano Di Marino


Laureato in Giurisprudenza, decise però di seguire la sua passione per la letteratura thriller, il noir metropolitano d’azione e l’horror. Nel 1989 entrò a far parte della redazione della rivista fantascientifica Urania. Nel 1993 iniziò a lavorare come traduttore, sceneggiatore di fumetti, autore. Dal 2002 al 2007 fu consulente sui generi thriller e avventuroso per la casa editrice Longanesi. In seguito dedicò tutta la sua attività alla scrittura creativa. Nel 2008 partecipò al volume History & Mystery della Piemme con il racconto “Il Labirinto di Lucrezia”; nel mese di marzo iniziò la sua collaborazione con la collana Il Giallo Mondadori Presenta della Arnoldo Mondadori Editore con “Un uomo da abbattere”, primo romanzo della trilogia “Montecristo”. Collaborò con la rivista on-line Thriller magazine, con il Blog di Segretissimo e con l’associazione Milanonera Eventi. Scrisse per Writers Magazine Italia, Thriller Magazine, Sherlock Magazine, Milanonera Mag, Liberi Discrivere Thiller Pages e Altrisogni. Nella sua pagina nel social network Facebook teneva regolarmente una rubrica intitolata “Colpo in canna”, in cui promuoveva e discuteva di autori e narrativa di genere. Svolse un’intensa attività di promozione e presentazione del suo lavoro e di quello di colleghi italiani. Diresse corsi di scrittura in vari centri culturali. Fu ideatore e curatore della rivista digitale Action. Scrisse i suoi romanzi sia come Stefano (a volte Steve) Di Marino sia usando vari pseudonimi, tra cui Stephen Gunn, Xavier LeNormand, Frederick Kaman, Etienne Valmont, Jordan Wong Lee, Alex Krusemark e Gilbert Oury. Era maestro di Thai boxe, Kickboxing, Savate e Taiji; alla passione per le arti marziali dedicò anche vari saggi e manuali. È morto suicida lanciandosi da una finestra della sua abitazione di Milano il 6 agosto 2021, sembra a causa della depressione seguita alla recente scomparsa del padre Gualtiero. Il funerale si è tenuto al cimitero di Lambrate, ove è stato sepolto.

A cura di Claudia Cocuzza  

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