La casa sulla collina




La casa sulla collina


Autore: Gary Shteyngart

Editore: Guanda

Traduzione: Katia Bagnoli

Genere: Narrativa

Pagine: 400

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Nei mesi del lockdown, la tenuta di campagna degli immigrati ebrei sovietici Sasha e Masha Senderovsky diventa una destinazione ambita. Alla coppia e alla figlia adottiva Nat, una bambina di otto anni ansiosa e brillante, più interessataalla sua identità asiatica che alle lezioni di russo imposte dalla madre, si uniscono Dee, ex studentessa di Sasha specializzata nel provocare i benpensanti, L’Attore, divo hollywoodiano in incognito, e tre compagni di liceo di Sasha: Karen, multimilionaria creatrice di un’app di successo, Ed, erede di una ricca famiglia coreana, e Vinod, scrittoremancato. Nella piccola colonia lungo il fiume Hudson – rifugio dal virus come in un moderno Decameron, ma anche asfittica clausura da reality show, isola progressista sotto assedio nell’America trumpiana e decadente dacha cechoviana– si inseguono nostalgie e risentimenti, amori decennali inconfessati e nuove passioni scatenate da un Cupido digitale. Ma su tutto incombono la paura del contagio e i problemi finanziari del padrone di casa, la cui carriera di scrittorecomico è tutt’altro che in ascesa. Per conservare l’adorata tenuta deve convincere L’Attore a trasformare la sua sceneggiatura in una serie televisiva, impresa per cui sembra disposto a sacrificare tutto: amicizie, dignità e perfino la moglie.

Recensione di Marina Toniolo

Ambientato nella costa est americana, lungo il fiume Hudson che separa le diverse cittadine dall’ambiente agreste. La narrazione si svolge in circa sei mesi dalla primavera all’autunno 2020, periodo in cui il virus comincia prepotentemente ad estendersi. Otto persone si riuniscono in una tenuta di campagna, come un novello Decamerone. In contrapposizione al delirio delle notizie ascoltato da radio e internet – non c’è la televisione nella dacia dei padroni di casa- gli ospiti possono ricongiungersi con la bellezza della natura che in ogni stagione regala momenti di pura felicità.

Era stata penuria di risate e idee brillanti nell’infanzia di Sasha, e benché oggi frequentasse ristoranti e qualche occasionale serata letteraria in città, niente gli dava più piacere di fare il capobanda del suo serraglio campagnolo. Per non parlare della segreta sorpresa di poter percorrere ettari di terra Senderovsky in un continente che aveva firmato i suoi documenti di adozione”.

Quasi tutti gli ospiti di Sasha e Masha, marito e moglie Senderovsky sono di etnia mista, figli di immigrati. Troviamo i vecchi compagni di scuola: Karen, coreana inventrice di un’app di affinità elettiva e Vinod, indiano timido e modesto. Si aggiunge Ed, lo stesso di provenienza asiatica e eterno viaggiatore. Il gruppo si conclude con l’arrivo di Dee, un’ex studentessa di Sasha e scrittrice di successo e delll’Attore, un’entità narcisistica che prepotentemente cerca privilegi con ogni mezzo possibile. Sono stati invitati a trascorrere il periodo del lockdown nella tenuta in collina dove ci sono la casa padronale e bungalow messi a disposizione per gli ospiti. All’iniziale felicità di trovarsi tutti assieme, di condividere gli spazi comuni e soprattutto di cenare,discutere, ballare assieme, subentrano vecchi e nuovi sentimenti conditi con la costante preoccupazione del proprietario di casa di finire in fallimento.

Romanzo che si struttura come un dramma russo, pieno di phatos e ironia che rivela la fragilità del sistema americano sia verso gli stranieri di seconda generazione sia verso lo scoppio della pandemia.

Masha, di professione psichiatra ha l’unico scopo di crescere la figlia Nat, piccola coreana di otto anni adottata, senza che soffra le umiliazioni dell’immigrata. Sasha, uomo terreo e insipido, ha l’unico scopo di far ripartire la sua traballante carriera di sceneggiatore con l’aiuto non troppo disinteressato dell’Attore, il quale non saprà mai se la sua vita è un film interpretato o se si tratta solo di invenzione.

Il filo conduttore de ‘La casa sulla collina’ è l’amicizia forte e duratura tra persone diverse eppure complementari.

Anche se sono passati trent’anni Sasha, Vinod e Karen sentono indissolubile il legame che li tiene stretti, con una comprensione che supera sia le ambizioni personali sia il dramma sociale che stanno vivendo.

E l’amore che supera il tempo e unisce amanti inconfessati.

In una società come quella americana tutta dedita al politically correct con un sottofondo di razzismo latente, dove l’importante è sfondare e guadagnare milioni e dove tutti sembrano paranoici, l’unico vero perno rimane la famiglia sia di sangue che quella scelta.

Zeppo di citazioni e di voluti cliché culturali, ‘La casa sulla collina’ offre una visione ampia della società americana durante sei mesi del 2020 con un’ironia che facilmente sfocia nel sarcasmo più pungente. Non mancano i capitoli divertenti soprattutto quelli in cui si descrive lo stile di guida dei diversi ospiti.

Perché, come pensa Sasha

tutti noi siamo al servizio di un ordine che ci preesiste da tempo. Tutti noi siamo venuti a banchettare un questa terra di schiavitu. Tutti noi siamo utili, e a nostra volta spendibili”.

Onirico.


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Gary Shteyngart


 è nato nel 1972 a Leningrado. Passa i primi sette anni della sua infanzia a San Pietroburgo. La sua famiglia, stando alla descrizione che lui stesso ne ha dato, era una famiglia tipicamente Sovietica. Il padre era ingegnere in una fabbrica di macchine fotografiche; la madre una pianista. La famiglia Shteyngart si trasferisce negli Stati Uniti nel 1979. Il piccolo cresce senza televisione, e non parla inglese; non perde il suo accento russo fino all’età di quattordici anni. 
Dopo un breve ritorno in Russia, un viaggio a Praga lo aiuta a scrivere il suo primo romanzo, ambientato nella fittizia città europea di Parva. Si diploma alla Stuyvesant High School a New York, consegue una laurea in scienze politiche presso l’Oberlin College (Ohio) e all’Hunter College della City University of New York ottiene un dottorato in scrittura creativa. Oggi vive a Manhattan, nel Lower East Side. Ha insegnato scrittura creativa all’Hunter College e alla Columbia University, mentre oggi insegna alla Princeton University. È stato un Citigroup Fellow all’Accademia Americana di Berlino nell’autunno del 2007.
I romanzi di Shteyngart pubblicati in Italia sono: Il manuale del debuttante russo (2003), Absurdistan (2006) e Storia d’amore vera e supertriste. Tutti e tre i romanzi sono pubblicati da Guanda. Altre sue opere sono state pubblicate sul New Yorker, su Granta, Travel and Leisure e il New York Times.

A cura di Marina Toniolo

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