Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore: Daniela Raimondi
Editore: Nord
Collana: Narrativa Nord
Anno edizione: 2020
Pagine: 400 p., Brossura
Sinossi. La saga di una famiglia che si dipana attraverso due secoli di Storia, percorrendo gli eventi che hanno segnato l’Italia: dai moti rivoluzionari che portarono all’Unità fino agli Anni di Piombo. Una storia epica e intima insieme, un romanzo in cui immergersi per recuperare la magia dei sogni e ritrovare tutto ciò che ci rende davvero vivi.
«Vitale, poetico e pieno di passione: grazie a un coro di voci autentiche, trascinanti, questo romanzo racconta una storia indimenticabile» – Stefania Auci, autrice del bestseller I leoni di Sicilia
Molti hanno gli occhi neri, la stessa espressione inquieta nello sguardo; altri gli occhi chiari e lo sguardo inconfondibile dei sognatori. Ma in ognuno vedo la stessa storia: una storia di terra… Per generazioni abbiamo provato a rinunciare ai sogni, lasciando perdere l’amore, la musica, l’intima gioia della creatività e della fantasia. Ma non c’era bisogno di un’antica favola di zingare e serpenti per capire che quella profezia era stata travisata: perché la felicità è fatta della stessa materia di cui son fatti i sogni e il male della vita, per tutti noi, non è stato correre dietro ai sogni, ma rinunciarvi.
La famiglia Casadio vive da sempre nel borgo di Stellata, all’incrocio tra Lombardia, Emilia e Veneto. Gente semplice, schietta, lavoratrice. Poi, all’inizio dell’Ottocento, qualcosa cambia: Giacomo Casadio s’innamora di Viollca Toska, una zingara, e la sposa. Da quel momento, i discendenti della famiglia si dividono in due ceppi: i sognatori dagli occhi azzurri e dai capelli biondi, che raccolgono l’eredità di Giacomo, e i sensitivi, che hanno gli occhi e i capelli neri di Viollca, la veggente. Da Achille, deciso a scoprire quanto pesa un respiro, a Edvige, che gioca a briscola con lo zio morto due secoli prima; da Adele, che si spinge fino in Brasile, a Neve, che emana un dolce profumo quando è felice, i Casadio vivono sospesi tra l’irrefrenabile desiderio di sfidare il destino e la pericolosa abitudine di inseguire i loro sogni. E portano ogni scelta sino in fondo, non importa se dettata dall’amore o dalla ribellione, dalla sete di giustizia o dalla volontà di cambiare il mondo. Ma soprattutto a onta della terribile profezia che Viollca ha letto nei tarocchi in una notte di tempesta…
Recensione
Li guardo a uno a uno, i miei morti. Molti hanno gli occhi neri, la stessa espressione irrequieta nello sguardo, altri gli occhi chiari e lo sguardo inconfondibile dei sognatori. Ma in ognuno di loro vedo la stessa storia: una storia di terra. Mi sembra di scorgere ombre di terra sulla loro pelle; terra nei loro sguardi, polvere di campo nei capelli, sulla lingua, sotto le unghie. E so che, sotto le mie parvenze cittadine, me la porto dentro anch’io tutta quella terra, e lo stesso destino di questi sognatori sconfitti.
Una storia di terra. Meglio non si potrebbe definire questo romanzo in tutta la sua possente meraviglia.
La terra è la base della vita, pulsa, vibra, ci definisce, anche al di là o al di qua di quel limitare che separa dalla morte.
E La casa sull’argine pulsa e vibra di vita, morde il cuore e lo lenisce, cura, abbraccia. Due secoli di Storia, dal 1800 ad oggi, ma anche e soprattutto noi, persone, attraverso le gesta semplici eppure eroiche di una famiglia che racconta delle nostre radici.
Ecco che torna, la terra.
L’aria era leggera, il cielo terso. (…) respirò il profumo del fiume: un odore di terra umida, d’acqua fertile e di erba tagliata. Era un profumo legato alla sua infanzia e lo respirò a fondo, a occhi chiusi.
Daniela Raimondi consegna una storia che si fissa indelebile nella mente e nelle vene, lì dove sentiamo scorrere il nostro sangue, nei battiti di cuore. Lo fa con un talento potente e maestoso, che si rivela e dispiega nella luminosa chiarezza con la quale riesce a dar voce a tutti i personaggi che incarnano e danno corpo negli anni alla famiglia Casadio di Stellata, un piccolo borgo rurale al crocevia tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, un epicentro emozionale che attira e respinge, ma dal quale non si può prescindere, al quale si torna, confessando e professandone l’amore.
I vecchi sempre lì, fra l’odore delle vacche e dei maiali, e i giovani via, a fare gli operai nelle fabbriche (…). Eppure Stellata gli parve così intatta, cos’ incredibilmente bella e struggente che, per la prima volta da quand’era partito, pensò che era accanto al fiume che sarebbe voluto morire.
Cavalchiamo i secoli, assieme alle pagine, e Raimondi ci guida nel ricordo o alla scoperta di ogni cambiamento rivoluzionario o quotidiano che sia, sospendendone il giudizio, per meglio farci respirare l’aria, attraversare il buio. Cadiamo e ci rialziamo assieme ai protagonisti. Ci ritroviamo, con loro, attorno ad un tavolo, arresi ma non vinti, perché è
Tempo per dimenticare le nostre guerre e le nostre sconfitte, imparando a gioire della forza segreta dei sogni e dei momenti di tregua che ci sono concessi: questo profumo di legna che brucia, le luci raccolte in fondo alla campagna, gli dei del grande fiume, la prima nebbia d’autunno.
Nelle citazioni qui riportate ho volutamente omesso il soggetto che le pronuncia nel romanzo, per un motivo molto semplice, ossia che in ognuno dei protagonisti, pur così diversi, pur così peculiari, ciascuno di noi non può che riconoscersi, emotivamente e fattivamente, perché La casa sull’argine è un romanzo scritto per guardarsi. Occhi negli occhi.
Indimenticabile, potente, commovente e tenace.
Di infinita bellezza.
Di pagine alle quali tornare.
Era un mattino chiaro. L’aria era mite nonostante fossimo in Gennaio. Il sole imbiancava i cortili, i campi, le strade. Pareva qualcosa uscito dalle mani di Dio, un mondo perfetto e impastato di luce.
Una storia di terra, un libro impastato di luce che
… non riusciva a smettere di leggere. Lo faceva di nascosto fino a tarda notte, al lume di candela.
Daniela Raimondi
Ha trascorso la maggior parte della sua vita in Inghilterra. Ha pubblicato dieci libri di poesia che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nazionali. Suoi racconti sono presenti in antologie e riviste letterarie. La casa sull’argine (Nord, 2020) è il suo primo romanzo.
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