Joël Dicker
Traduttore: Milena Zemira Ciccimarra
Editore: La Nave di Teseo
Genere: Giallo
Pagine: 256 p., R
Anno edizione: 2025

Sinossi. “Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale. E per tutti questi anni, nessuno ha saputo che cosa fosse realmente accaduto. Fino a questo libro.”
Alla Vigilia di Natale, una visita scolastica allo zoo si trasforma in una catastrofe. Cosa è successo esattamente? I genitori di Josephine, la bambina che aveva preso parte alla gita, e che sembra saperne molte cose, sono decisi a scoprirlo.
Ma una catastrofe non arriva mai da sola, le apparenze ingannano e la storia prenderà una piega che nessuno avrebbe potuto immaginare…La catastrofica visita allo zoo tiene con il fiato sospeso fino alla fine, è un romanzo divertente e a tratti commovente.
Un romanzo dalla tensione narrativa a cui ci hanno abituato i romanzi di Joel Dicker, ma che affronta temi di grande importanza, come la democrazia, l’inclusione, i rapporti tra genitori e insegnanti.
“In fondo, le persone sono come le stelle: solo se le guardi con attenzione ti accorgi di quanto brillano.”
Recensione di
Loredana Cescutti & Sabrina De Bastiani
Quello che Dicker consegna alla Nave di Teseo e ai lettori è un romanzo decisamente diverso.
Anzi no, non è un romanzo diverso.
È un romanzo speciale.
Per certi versi un libro coraggioso, come lo è uscire da schemi noti, per raccontare qualcosa di inusuale, almeno tendendo conto delle aspettative dei lettori che lo seguono.
Ma l’Autore riesce a stupire e soprattutto a unire, quello il suo intento.
Entrare nelle pagine de “La catastrofica visita allo Zoo” è un’esperienza multiforme, immersiva, catturante fin dalla premessa che pure ci spiazza.
Una donna adulta consegna alla voce della sé stessa bambina il racconto di una vicenda che è fin dal titolo connotata come catastrofica.
“Una catastrofe non avviene mai all’improvviso: è il risultato di una serie di piccole scosse che quasi non si notano ma che, a poco a poco, diventano un terremoto.”
Ci rendiamo immediatamente conto, anche se con Dicker mai dire mai e mai avere troppe certezze, che l’iperbole contenuta nel termine ‘catastrofe’ è amplificata dagli occhi bambini che hanno vissuto gli avvenimenti narrati nel romanzo, ma altrettanto presto ci rendiamo conto che la portata del contenuto di questa storia è iperbole di significati, di concetti, di riflessioni più che mai importanti, doverose, vitali.
“Non si rendono conto di quanto siamo fortunati a poter essere tutti diversi, insieme. Perché è questo il bello della democrazia. Se addirittura la definizione della libertà: poter essere sé stessi in mezzo agli altri.”
La scrittura di Dicker non perde un grammo del suo magnetismo, della sua forza ed efficacia tensiva, della capacità collante che invischia in ogni riga impedendo di sospendere la lettura e, quando non se può fare a meno, generando l’urgenza di ritornarvi. Non perde un grammo di tutto ciò e in più vi aggiunge una nota di calore soffuso e diffuso, di tenerezza, di sensibilità che scalda i sorrisi e commuove in una cavalcata attraverso gli stati d’animo più diversi.
Non mi sono chiesta nemmeno per un secondo a chi potesse essere destinato questo romanzo, mentre fin da subito ho pensato a chi lo avrei consigliato, fatto leggere, con chi avrei voluto leggerlo e rileggerlo. E si tratta di persone dalle età più diverse, dalle vite più diverse.
Perché questa volta l’Autore non gioca al gatto col topo col lettore e con i suoi protagonisti, questa volta si tratta di un canarino di una miniera …
“Anche nella nostra società ci sono dei canarini. Persone che a volte ci sembrano cosi lontane da credere che non abbiamo alcun rapporto con noi. Ma se quei canarini vengono colpiti, allora noi saremo i prossimi.”
Questa volta si tratta di noi lettori che allo stesso tempo ci scopriamo, qui, protagonisti.
“Diversi, insieme.”
Siamo i bambini, siamo i genitori, siamo le persone che popolano queste pagine indimenticabili.
Perché questo libro parla e dà voce a tutti, sia nella storia che fra i suoi lettori, i quali, voracemente, arriveranno in fondo e ne parleranno e lo consiglieranno.
Perché questo è un libro per tutti e di tutti, che fa sorridere senza ombra di dubbio, ma che non è assolutamente vacuo, non è pallido, non si chiude nel silenzio.
Questa storia, con la schiettezza e l’assenza di filtri tipica di certe età, ma anche con la saggezza di altri numeri e a volte, pure con un pizzico di cattiveria e ignoranza che fa parte delle nostre esistenze, porta in scena la vita di tutti i giorni.
Il tutto, senza farci mancare un pizzico di mistero e una bella indagine, altrimenti, che libro di Dicker sarebbe?
E una volta giunti all’appendice finale, poche pagine che l’Autore si è riservato per sé, con il cuore grato e gli occhi lucidi, non potremo che pensare: Monsieur Dicker, più ancora di sempre, hai fatto centro!
“Ecco il vero successo dei libri. Non i miei in particolare, ma tutti i libri. Riconciliare le persone, permettere loro di incontrarsi, di ritrovarsi. È questo il vero potere della letteratura.”
Buona lettura!
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Joël Dicker
è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Il primo, Les derniers jours de nos pères, ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010. La verità sul caso Harry Quebert ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è tradotto in oltre 25 paesi. Nel 2016 Bompiani pubblica La tigre.