LA CAVALCATA




Sinossi. Palermo, primi anni del secolo scorso. Pellegrino Gullifà, commissario della Regia Polizia, deve dipanare un caso complicatissimo. Corse clandestine di cavalli, “uomini d’onore”, oscure presenze e donne fatali si intrecciano in un vortice di mistero che mette a durissima prova il coraggio e i nervi d’acciaio del nostro investigatore.

 LA CAVALCATA

di Remigio Zena; Franco Limardi

Soggetto: Remigio Zena

Sceneggiatura: Franco Limardi

Disegni: Simona Naddeo

Black Dog 2023

Simona Naddeo (Illustratrice)

Graphic Novel, pag.160

 Recensione di Barbara Aversa

Tratta dall’autore genovese Remigio Zena, la novella grafica è ambientata a Palermo nei primi anni del ‘900. 

Devo riconoscere che questa casa editrice riesce sempre a sorprendermi con volumi non solo originali ma che si presentano con una veste grafica particolarmente ammaliante e accurata.

Nella forma di novella grafica prosegue il lavoro di riscoperta della narrativa fantastica italiana, spesso inedita.

Remigio Zena è un stato un autore originale, eclettico e ironico, che ha attraversato la fase della scapigliatura e del verismo fino ad essere considerato quasi un anticipatore del futurismo.

La cavalcata attraversa atmosfere gotiche e fantastiche, ambientando a Palermo un racconto di una città in una fase di forte transizione.

Il racconto ha oltre un secolo, eppure si porta molto bene suoi anni.

Grazie alla sceneggiatura di Franco Limardi e alle illustrazioni fortemente evocative di Simona Naddeo, ci troviamo dinanzi ad un’opera accattivante e innovativa, che riesce a rendere giustizia a uno di quegli autori italiani di narrativa fantastica intrisi di atmosfere fosche, talvolta spettrali, che non hanno avuto il giusto riconoscimento. 

Questa è una delle cose che più apprezzo della Black dog: la capacità di scoprire o rinverdire autori assolutamente geniali che non hanno ricevuto i meritati riconoscimenti. E questa graphic novelriesce pienamente nel suo intento.

Tra il gotico e il mistery, il nostro protagonista, il commissario Pellegrino Gullifà, si trova a sbrogliare un caso particolarmente enigmatico, tra cavalli scomparsi e corse clandestine, oscure presenze e donne estremamente affascinanti ma ambigue.

Le tinte fosche ammaliano, le atmosfere occulte intrigano, ed è impossibile staccarsi dalle pagine che riescono a rievocare temi assolutamente attuali pur mantenendo un fascino crepuscolare e decadente.

Folklore, leggenda e ottundimento della realtà, questa opera racchiude in sè il magico connubio di una storia avvincente e di illustrazioni potenti riattualizzando l’opera originale e rendendola più viva che mai, affrontando simbolicamente diverse tematiche evergreen, dai giochi di potere, la mafia e la manipolazione.

E poi i fantasmi. 

Ce ne sono sempre e di ogni tipo, ed alcuni possono seguirci, anche per sempre

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Franco Limardi, Remigio Zena


Franco Limardi. Laureato in Filosofia, ha svolto lavori diversi e da alcuni anni insegna in un istituto di Viterbo. Esperto di cultura cinematografica e sceneggiatore, autore di testi teatrali, ha pubblicato “Anche una sola lacrima” (Marsilio 2005), “Lungo la stessa strada” (Perdisa Pop 2007), “I cinquanta nomi del bianco” (Marsilio 2009). Nel 1999 ha partecipato al premio Calvino con il suo primo romanzo, “L’età dell’acqua” (DeriveApprodi 2001), che ha ricevuto una menzione speciale da parte della giuria. Nel 2013 è uscito il suo “L’ombra del Re” (Mondadori).

Remigio Zena.(Torino 1850 – Genova 1917) scrittore italiano. Di famiglia aristocratica, dopo la laurea in legge fece carriera nella magistratura militare. Autore di novelle (Le anime semplici, 1886; Le tre pellegrine, 1892) e di versi di intonazione religiosa e morale, ma anche ironici, ricchi di vivace spirito di osservazione e di gusto «scapigliato» (Poesie grigie, 1880; Le pellegrine, 1894; Olympia, 1905), nel suo primo romanzo, La bocca del lupo (1892), si rivelò discepolo di G. Verga, di cui adottò il metodo dell’impersonalità, la struttura narrativa, le formule stilistiche; a ciò Z. aggiunse un sapore linguistico ligure, facendo inoltre trasparire negli episodi patetici la sua fede cattolica. Di tutt’altra natura è L’apostolo (1901), un romanzo ambientato nella Roma di Leone XIII, di uno psicologismo morboso ma di alto valore documentario: è la storia fogazzariana di un giovane aristocratico, il cui cattolicesimo inquieto si scontra con le chiusure dogmatiche delle gerarchie ecclesiastiche.

A cura di Barbara Aversa 

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