Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Gabriella Genisi
Editore: Sonzogno
Pagine: 218
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2010 (Sonzogno 11 febbraio 2014)
SINOSSI. Se avesse paura delle maldicenze di colleghi e notabili, non avrebbe certo scelto di fare il poliziotto. E invece ha deciso di seguire con spavalderia la propria vocazione: combattere le prepotenze, riportare l’ordine nella vita degli altri, farsi rispettare dai maschi senza rinunciare a nessuna delle vanità del proprio sesso. Perché mai dovrebbe rinunciare alla cura della bellezza e della cucina, doti di una vera donna del sud? Ma in quella vigilia natalizia anche per lei le cose si fanno terribilmente complicate. E sì che tutto era cominciato alla grande: da anni non si ricordava un dicembre così caldo, se n’era andata in questura scoperchiando il tetto della sua Bianchina con un CD di Roberto Murolo a tutto volume. Al commissariato, però, l’attende una sorpresa. C’è un arrestato, le dicono, uno stimato professionista, con il golfino di cachemire e le mani tanto curate, accusato di violenza sessuale. Ordinaria amministrazione. Almeno finché Lolì non incrocia lo sguardo dell’incriminato. Quell’uomo lei lo conosce bene. E subito capisce che, oltre a far trionfare la giustizia, questa volta dovrà anche difendere sé stessa.
“Al tempo in cui ognuno pensa soltanto ai fatti suoi non è affatto facile per una donna ammettere tomo tomo cacchio cacchio di essere stata un’adultera, unicamente allo scopo di tirare fuori dai guai un cliente, un amico che dir si voglia, o addirittura un ex amante. ” (Cit. Commissario Lobsco)
RECENSIONE. La vicenda abbraccia un periodo che va dalla vigilia di Natale fino al 4 gennaio dove, fra una mangiata e l’altra, ci ritroviamo catapultati dentro un’indagine per stupro.
Ad occuparsi del caso sarà una procace poliziotta, da poco messa a capo del commissariato di Bari, trasferita direttamente dalla Sicilia dove ha lavorato per tre anni al fianco di un certo Montalbano.
Lolita, per la quale già il nome è tutto un programma, si dimostra sicuramente un personaggio che non può passare inosservato sia per i regali fattigli da madre natura sia per la cura che lei ha per se stessa. Femminile ma nel contempo poliziotto capace e con gli attributi, che ci tiene a farsi apprezzare e rispettare nel ruolo che ricopre in un mondo dove ancora le donne al comando spesso vengono ritenute non all’altezza dei loro compiti.
Grazie alla tenacia e alla caparbietà insite del suo carattere, riuscirà a far luce sul caso di cui dovrà occuparsi, nonostante inizialmente venga ritenuta da tutti troppo coinvolta per essere obiettiva, e mostrerà ai lettori uno spaccato di vita fatto di disagi familiari e sociali.
Il libro è scritto in prima persona e, ad eccezione di un paio di capitoli, la narratrice è sempre la protagonista.
Ho trovato lo stile nella scrittura scorrevole, veloce e coinvolgente, con dei pensieri in dialetto stretto che però nel contesto non mi hanno dato fastidio (io sono friulana).
Nonostante i tanti chilometri che separano il Friuli dalla Puglia, durante la lettura mi sono ritrovata ad “assorbire” il calore di questa terra, dettato dalle espressioni dialettali, come fossi stata lì, dimentica per un attimo del mio modo di essere, cioè un po’ più controllato e meno spontaneo, tipico della gente del nord.
La prima cosa che mi veniva in mente ogni volta che riprendevo in mano questa storia, o quando ci pensavo, erano gli effluvi di vaniglia e arancia, tanto nominati e che l’autrice descrive con tanto coinvolgimento da essere riuscita a creare l’illusione di avvertirne il gusto e il profumo attorno a noi.
La lettura di questo libro oltre a regalarci un po’ di buon umore e un pizzico di mistero, molto probabilmente vi lascerà anche un certo languorino a forza di sentir parlare di arance candite, panettone all’arancia, crostate e quant’altro.
Per questo motivo ho deciso di farvi un regalo e mi appresto a salutarvi svelandovi una delle ricette segrete di Lolì, però mi raccomando, non ditelo a nessuno:
ARANCE CANDITE
- Ingredienti:
1 kg di bucce di arance
300 g di zucchero
Preparazione:
Sbucciare le arance eliminando la polpa. Tagliare le bucce a strisce non troppo grandi. Metterle in una padella coperta d’acqua. Far bollire e poi eliminare l’acqua. Ripetere l’operazione per tre volte, infine asciugarle con cura e pesarle. Unire la stessa quantità di zucchero e farle cuocere sino a quando saranno ben lucide; farle raffreddare su una brillantiera e poi passarle nello zucchero semolato.
Buona lettura e buon appetito!