La condanna del silenzio




Arwin J. Seaman


Traduttore:

Editore: Piemme

Genere: Thriller

Pagine: 368 p., R

Anno edizione: 2025


Sinossi. L’isola di Liten è caduta in disgrazia. Dopo il caos mediatico dell’anno appena passato, i turisti abituali, ormai rassegnati all’idea di aver perso il loro rifugio di pace, l’hanno abbandonata. Anche la curiosità morbosa dei nuovi visitatori, accorsi per seguire da vicino lo scandalo, si è presto spenta. Come se non bastasse, da settimane una pioggia tremenda, unita a venti fortissimi, funesta la costa. La notizia della scomparsa di una ragazza, che non è rientrata a casa ma apparentemente non ha nemmeno lasciato l’isola, passa così in secondo piano. La polizia di Malmö archivia il caso come una fuga volontaria, mentre online c’è chi ipotizza che si tratti di un patetico tentativo di riportare Liten al centro dell’attenzione, sulle prime pagine di cronaca nera. Turismo nero o dell’orrore, lo chiamano. Ma Kysa Nilsson, giorno dopo giorno, sembra proprio essere sparita nel nulla… Owe Dahlberg, il capo della polizia, si trova a indagare senza aiuti dal continente. A intervenire sono gli Andersson, la famiglia più influente dell’isola, desiderosi di “lavare l’onta” di aver avuto un assassino in famiglia. Determinati a risolvere il mistero della scomparsa della donna da soli, si proclamano sceriffi e avviano le ricerche. Gli indizi che emergono, tuttavia, suggeriscono che sia avvenuto un vero e proprio rapimento. E che Liten, per l’ennesima volta, stia per finire nell’occhio del ciclone. Arwin J. Seaman, scrittore italiano sotto pseudonimo diventato ormai un maestro del giallo nordico, ci riporta sulla misteriosa isola di Liten. Tornano le atmosfere glaciali, i personaggi che hanno stregato migliaia di lettori e incombe un nuovo, inquietante caso da risolvere.

 Recensione

di

Loredana Cescutti & Sabrina De Bastiani


“Vedi, il male è un’alchimia, frutto di una serie di fattori che si combinano in maniera del tutto casuale. Se il figlio di una famiglia disagiata

commette un crimine, si dà la colpa all’ambiente in cui è cresciuto. Ma quando lo compie la figlia di un poliziotto, per esempio, dove andiamo a cercarle, le colpe? Sempre nell’ambiente in cui è cresciuta? Oppure andiamo dritti in fondo, dentro di lei, e ci chiediamo: “È innata, questa sua incapacità di empatizzare? Fino a che punto non è consapevole che danneggia tutti quelli che ha intorno? O forse le piace, fare del male?” È l’annosa questione se il male esista di per sé o no.”

Benvenuti a Liten “… un’isola sorta su un vulcano spento, un posto destinato a morire …” un posto dal quale fuggire eppure un posto nel quale i lettori (e a ben guardare, in fondo, anche i protagonisti stessi) non vedono l’ora di tornare.

Tornare a Liten è come fare ritorno a casa, nel bene e nel male.

Sin dal primo “approdo” all’isola, con “Omicidio fuori stagione” Arwin J. Seaman ha gettato l’ancora per attrarci inesorabilmente e farci attraccare alle sue sponde. 

Merito di una scrittura notevole, chiara, impattante, agile e profonda, di voce ben definita e propria, merito di una visione di insieme della storia originale, fuori dagli schemi, intrigante, merito di una costruzione dei personaggi che trasuda umanità, e per questo ce li fa amare nelle loro imperfezioni e nella loro etica maestosa, nella loro morale che va alla radice e non è inchiostro su carta.

Un’isola minuscola che avvolge, con i suoi boschi, il suo vulcano spento e con tutti gli isolani che non  lasciano mai soli, poiché tutti controllano tutti e nessuno si fa i fatti propri.

Per lo meno si avrà sempre la certezza che nulla di brutto  possa accadere, forse…

… e invece il tutto accade, ancora e, Seaman, ancora, sorprende il lettore con questo terzo capitolo esplosivo, che da una caccia a una persona scomparsa si avventura in una macabra corsa contro il tempo per risolvere un mistero inquietante, di cui tutti vorrebbero lavarsi le mani.

“La condanna del silenzio”, terzo episodio della serie, incentrato questa volta sul personaggio del commissario Owe Dahlberg, è un thriller implacabile e sfidante che toglie il respiro, e allo stesso tempo è un romanzo di formazione e di denuncia, dove il passato riverbera e incide sul presente di tutti i personaggi, un romanzo intenso   di colpa e di redenzione, di riflessioni, di manipolazione “Dobbiamo decidere a cosa credere!”  e di paure.

“Ci sono così tante bugie, in questa storia, che non so più a cosa credere.” 

“Credi alle prove, credi ai fatti”

Ma, inevitabilmente, si deve credere anche al male “… credo sia nella mia natura. Sono sempre stato invidioso degli altri. Di quello che erano, di quello che avevano. Mi dicevo che era invidia buona, ma non esiste, l’invidia buona. Qualunque cosa fossi, volevo essere altro. Più bello, più sicuro, perfino più cattivo.

Libero, mi sarebbe piaciuto sentirmi libero. Invece vivevo in una pelle che non era mia.

“Come i serpenti”

Una notte di tempesta, una ragazza scomparsa. È vero, la giovane è turbolenta, non nuova a bravate di questo tipo, ma è anche vero che

“Quando scompaiono, su Liten, le ragazze finiscono sui giornali.”

“Si” rispose Dahlberg. “Ma in genere quelle ragazze sono morte.”

 Le autorità sulla terraferma non prendono in carico la vicenda, troppo poco tempo dalla sparizione, ci … sono otto ore di buio tra quando è stata vista l’ultima volta e quando abbiamo ritrovato la bandana.”

Ma 

“Possono succedere molte cose, in otto ore.”

Ora Liten può contare soltanto su Liten.

E su Henning Olsson, naturalmente.

“Ogni volta che c’era stata ragione di indagare su Liten, il Piccolo Principe lo aveva fatto.”

Si ritrovano così, il principe e il montanaro, più simili di quanto credano essere, sapeva che Henning procedeva con le proprie indagini esattamente in quella maniera – come faceva lui – seguendo impressioni, slanci del momento, impulsi irrazionali.

E poi gli agenti Annelie Lindahl e Kaj Bak, la figlia del commissario, Malin Dahlberg e loro, il più grande clan dell’isola, gli Andersson.

Seaman ormai padroneggia alla perfezione isola e personaggi e, al momento giusto, comparirà sempre la persona giusta.

I personaggi, ormai, sono amici irrinunciabili, che ritornano e  fanno compagnia come una calda coperta avvolta sulle spalle nelle fredde e imprevedibili giornate marzoline, assieme alle loro peculiari sfaccettature.

Abbiamo imparato a conoscerli e tutti, chi più e chi meno, finiscono per rimanere in testa per qualcosa che li contraddistingue e che li rende unici.

“Non è facile essere come me. Io sono come quest’isola. Resto qui, non mi muovo, se mi cerchi mi trovi…”

“Mentre io sono una colata lavica che seppellirà chiunque incontrerà?”

“Forse. O forse no. Stiamo a vedere…”

La penna è veloce, a tratti feroce, ma anche graffiante e divertente, a volte inacidita dalla frustrazione ma anche tenera e indulgente, quando sarà il momento.

Pur non conoscendo il nome reale di chi si nasconda dietro questo pseudonimo così evocativo, per quanto riguarda la serie, l’evoluzione che si è osservata fra “Omicidio fuori stagione” e “Calma apparente” e, passando ora per “La condanna del silenzio”, il salto di qualità rilevato è ancora più importante.

In quest’ultimo lavoro, a tenere alta la tensione sarà la timeline che accompagnerà ogni singola parte della storia e che andrà a scandire il tempo restante fra il prima e il dopo.

“Cosa vuoi sapere?…”

“… La verità, per una volta.”

Prima dell’ignoto.

Un ignoto imponente, che non riguarderà solo l’indagine.

Un finale, che come sempre lascerà aperte delle porte ma, garantirà anche lo scioglimento di alcuni nodi importanti.

Il dopo, però, sarà di nuovo un’attesa fremente, sia per noi lettori che per i nostri amici.

“Rimase ferma, in bilico tra tutto ciò che era stata la sua vita fino a quel momento e tutto ciò che sarebbe diventata.”

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Arwin J, Seaman


è lo pseudonimo di uno scrittore italiano di grande successo. Le indagini sull’isola di Liten, è la sua prima serie nordica, ambientata sull’isola di Liten. Al suo attivo ha Omicidio fuori stagione – La prima indagine sull’isola di Liten (Piemme 2023), Un giorno di calma apparente (2024 Pemme) e ora La condanna del silenzio (2025 Piemme).