Javier Castillo
Traduttore: Elena Rolla
Editore: Salani
Genere: Thriller
Pagine: 320
Anno edizione: 2025

Sinossi. Staten Island, 1981. La bicicletta di Daniel Miller viene trovata abbandonata vicino a casa sua. Ma del bambino, nessuna traccia. Trent’anni dopo, la reporter investigativa Miren Triggs segue una pista che la porta alla terrificante scoperta di un corpo con le labbra sigillate. Insieme a Jim Schmoer, suo ex professore di giornalismo e ormai più che un amico, cerca di scoprire cosa collega i due casi; nel farlo, aiutano Ben Miller, il padre di Daniel, un ex ispettore dell’FBI che non si è mai arreso a quel vuoto straziante, a ricostruire per l’ultima volta la scomparsa del figlio, addentrandosi in un enigma in cui l’eco del passato risuona negli errori del presente e i ricordi diventano inganni. Solo il silenzio rimane il rifugio intoccabile di quell’innocenza tradita, ma l’istinto di Miren coglie una crepa da inseguire a ogni costo prima che si richiuda. Javier Castillo torna a tenere in ostaggio i lettori con una nuova indagine di Miren Triggs, la protagonista della Ragazza di neve e Il gioco dell’anima. Un thriller che non dà tregua, in cui le vecchie ferite riaffiorano come segreti mai svelati: una sinfonia oscura e vibrante, squarciata dalla forza dolorosa e liberatoria della verità.
Recensione
di
Marco Lambertini
Nel suo nuovo romanzo, La crepa del silenzio, Javier Castillo ci trascina in un vortice di mistero e suspense, dove ogni segreto nascosto minaccia di sconvolgere le vite dei protagonisti e di svelare le ombre più oscure del passato.
Il terzo episodio con protagonisti Miren Triggs e Jim Schmoer è forse il più cupo dei tre, perché scava ancora più a fondo nei sentimenti e nel passato di Miren.
“L’ultima frase mi fece ripensare a tutta la mia vita. A quanto il destino fosse stato crudele con me e all’opportunità che invece aveva dato a quella ragazza. Io e lei eravamo separate solo da un istante. L’unica cosa che ci univa era quella frazione di secondo in cui ci eravamo ritrovate insieme nello stesso parco. Ma era stato proprio in quel preciso momento che ci eravamo scambiate le vite. La mia mente fu invasa dalle immagini di un mondo alternativo: se avesse preso lei, se quella notte io non ci fossi andata; se lei non avesse litigato, se io non avessi bevuto; se non fosse esistita gente come loro o se noi avessimo detto basta, gridandolo una volta per tutte…“
Il destino, lo sviluppo inatteso di un attimo ha devastato la vita di Miren, che ora è sempre più vicina al baratro e questa ultima ricerca le causa non solo dolore ma anche paura.
Non c’è molto spazio per la luce in tutta la storia, ogni pagina è intrisa di dolore e di disperazione ma questo non allenta la tensione e la suspense.
“«Tirarti fuori dal posto in cui vai a rifugiarti quando soffri. L’hai fatto altre volte e lo stai facendo anche adesso. Credi forse che non me ne accorga? A volte mi sembra che tu sia con me, ma d’improvviso sparisce tutto quando qualcosa ti ferisce e cerchi di nasconderti, chiudendoti in te stessa. Che ti succede?» «Jim, lascia perdere. Non hai la minima idea del fuoco che mi brucia dentro».“
Miren si rende conto che ciò che le è successo è molto più vicino a lei di quanto pensi e per questo si butta di nuovo a capofitto nella riapertura di un “cold case” vecchio di 30 anni. La scomparsa di un bambino, Daniel Miller, figlio di un agente FBI ora in pensione , Jim, che più di una volta ha aiutato Miren e Jim nei loro precedenti casi.
La storia si svolge nel 2011 a ridosso degli altri due casi raccontati in “La ragazza di neve” e “ Il gioco dell’anima”. Il teatro degli avvenimenti è sempre New York, soprattutto Staten Island che sembra un mondo distante anni luce dai lustrini di Manhattan ed è perfetta per creare luoghi che sembrano essere quanto più distanti da una grande città.
Jim Miller, già presente nelle altre storie in maniera più marginale, in Le Crepe del silenzio diventa un personaggio centrale quasi, come Miren e Schmoer. Castillo lo descrive come un uomo che è riuscito ad andare avanti solo grazie al proprio lavoro e che ha dedicato agli altri tutta la forza che gli permetteva di continuare a sperare e a vivere dopo una perdita così grande. Quando decide di chiedere l’aiuto di Miren e Jim, non ha idea di dove l’indagine condurrà tutti e tre. Un viaggio lungo trent’anni per ritornare molto vicino a casa.
Un altro personaggio che difficilmente si dimentica e’ Alice, coetanea di Ben Miller nel 1981, una bambina che Ben difendeva dal bullismo per il suo mutismo. Ora è diventata una donna, ancora non è in grado di parlare ma potrebbe essere l’unica in grado di aiutare Miren a capire cosa davvero sia successo.
Castillo in maniera sapiente crea una tensione che cresce piano ma in maniera continua.L’angoscia che provano Miren e Alice e’ palpabile quasi plastica. Ogni piccolo sviluppo della trama sembra portare chiarezza nel puzzle, ma poi il pezzo si perde e l’ordito si disfa continuamente.
In un finale in cui l’inquietudine di tutti i protagonisti si scioglie in un luogo che ha trattenuto il terrore a lungo, Castillo è molto bravo a condurre per mano il lettore verso la soluzione che nonostante sia logica arriva improvvisa e colpisce duro facendo esplodere le nostre emozioni insieme a quelle di Miren e di tutti gli altri protagonisti.
L’orrore, molto spesso è vicino a noi più di quanto si possa immaginare e si insinua nelle crepe dei silenzi che il tempo crea tra le persone.
Una storia crudele ma ricca di emotività e amore tutta da leggere, sperando che alla fine un po’ di luce arrivi per Miren.
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Javier Castillo
è cresciuto a Malaga. Ha studiato Economia aziendale e ha conseguito un master in Management presso la ESCP Europe Business School. I suoi romanzi sono tradotti in più di sessanta Paesi e hanno venduto più di due milioni e mezzo di copie. Con Salani ha pubblicato i bestseller La ragazza di neve e Il gioco dell’anima, da cui è stata tratta una serie Netflix di grande successo, e Il cuculo di cristallo.