Recensione di Laura Salvadori
Autore: Sandrone Dazieri
Editore: Rizzoli
Genere: noir
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Disturbo Dissociativo dell’Identità. Il Gorilla ne soffre sin da bambino e ha imparato a nascondersi e sopravvivere, almeno fino a quando qualcuno non gli ha sparato in testa, dieci anni fa. Adesso ha cambiato vita e se ne sta ad Amsterdam, dove – grazie alle proprietà terapeutiche della marijuana – ha stipulato una tregua con il suo alter ego: il Socio, il doppio in agguato, che gli ruggisce dentro e che è sempre pronto a prendere il sopravvento. I due sono diversi, e non hanno mai avuto un rapporto facile. Se il primo è istintivo, ironico, poco avvezzo alla violenza, il secondo è freddo, spietato, letale. Rientrato a Milano per la morte di un amico, il Gorilla finisce invischiato nel pasticcio di un incendio doloso. Tra le pieghe della città, dove si aggirano dropout e vecchi militanti dell’estrema sinistra, imprenditori alla canna del gas, forzuti vigilantes e pretoriani del decoro urbano, dovrà fare i conti col passato, misurare il peso delle sconfitte collettive, tenere a bada il Socio, vedersela con la metropoli di NoLo e piazza Gae Aulenti, del Bosco Verticale e del dopo Expo, la metropoli – smart e friendly – che cambia ogni giorno, vendendosi ogni volta un pezzo di anima. Personaggio leggendario del noir italiano, il Gorilla è tornato in pista, in un viaggio al termine della notte che svela la schizofrenia di questo tempo marcio, ammantato di promesse scintillanti come i nuovi grattacieli, inchiodato alle ingiustizie di sempre.
Recensione
Chi aspettava con ansia il ritorno del Gorilla, avrà pane per i suoi denti. Il Gorilla è tornato e lo ha fatto in grande spolvero. E’ tornato, con la sua corte. E’ tornato con il suo trascorso maledetto, con la sua faccia da schiaffi, la sua attitudine ad accomodarsi sempre, la sua curiosità e la sua incoscienza. Con lui è tornato anche il Socio, risvegliatosi all’aria malsana di Milano; lui, che il fumo e la lontananza avevano addormentato. Ancora più assetato di sangue, ancora più spietato.
In questo nuovo capitolo il Gorilla non ha dimenticato il suo passato, che ritorna a sprazzi sempre prepotente. Il passato è una zavorra ma anche il pretesto per ripiombare nei fantasmi e nel sordido presente della metropoli italiana per eccellenza, ben lungi dalla sua facciata brillante e sempre più maledetta e corrotta.
E dove c’è corruzione e marcio il Gorilla prospera. Annusa la puzza di bruciato, indaga e risolve. Perché dietro le sembianze del Gorilla si cela la mente geniale di un investigatore privato, la cui vita è sempre in bilico tra ciò che era e ciò che è diventato.
Il Gorilla ha un nome ed è lo stesso del suo autore, perchè altro non è che il suo alter ego, il suo doppio, un personaggio affascinante che vive una sorta di divisione esistenziale. Un divisione che ricalca, peraltro, il prima e il dopo dell’autore stesso.
Saprete infatti che nel romanzo il Gorilla si chiama Sandrone, fatto, questo, che trascina la mente del lettore a non poter evitare di considerare autobiografici i romanzi della serie. E non nego che anch’io penso questo, non posso farne a meno.
Certo che Dazieri è maestro nel confondere verità e fantasia e in questa confusione il lettore si perde e fondamentalmente fa quel che vuole nella sua mente. Questa estrema libertà è quasi un fatto sovversivo, un affronto o una sfida per il lettore. Ma non c’è niente di più affascinante di poter completare con la propria immaginazione un quadro che è solo abbozzato.
Il racconto che Dazieri ci propina in questa puntata della serie è, come sempre, un viaggio nei recessi più bui della nostra società. Le figure che vi si muovono sono oscure, ma sempre traboccanti di umanità. La realtà che Dazieri descrive è quasi cronaca e sempre vi troviamo delle anime buone mosse da sentimenti di umana pietà che cercano di raddrizzare le sorti dell’umanità, traviata da ideali fallaci e fugaci.
Questa caratteristica rende unici i romanzi di Dazieri ed è proprio per questo che non sono fatti per tutti. Ci vuole stomaco per digerire le immagini che l’autore dipinge per noi; ci vuole buona volontà e grande predisposizione alla speranza per uscire indenni da queste letture, tutte maledette e traboccanti di cattiveria. Sarà che Dazieri è sempre ironico e dissacrante, sarà che i suoi personaggi sembrano usciti dai nostri sobborghi, si finisce sempre per simpatizzare per loro e per scendere a patti con il suo autore che, sebbene travestito da manager, cela piuttosto malamente il suo passato da uomo dei Centri Sociali.
Completano il quadro l’aspra prosa dell’autore, il suo slang sfacciato, la sua ironia e l’alternanza delle due personalità che dominano il Gorilla.
Non vi resta che gettarvi nella lettura, che sarà fluida e veloce. I dialoghi concisi ed efficaci, la prosa senza fronzoli, la precisione millimetrica con cui l’autore descrive i luoghi del romanzo e non ultima, la storia accattivante, renderanno la vostra lettura assai piacevole.
Insomma, il Gorilla avrà vita breve, perché il romanzo dura, forse, troppo poco per placare l’astinenza forzata dei lettori. Il Gorilla, vedrete, è pronto per uscire nuovamente di scena. Come richiamarlo a noi è tuttora, per me, motivo di grande riflessione e curiosità.
Sandrone Dazieri
è nato a Cremona nel 1964. Diplomato alla scuola alberghiera, pratica la professione di cuoco per una decina d’anni in giro per l’Italia. Studia Scienze Politiche a Milano, non si laurea e pratica numerosi mestieri, in contemporanea con l’attività di militante nel movimento dei centri sociali milanesi. Nel 1992 si avvicina all’editoria come correttore di bozze, nel frattempo diventa giornalista pubblicista e collabora con il Manifesto come esperto di controculture e narrativa di genere. Nel 1999 pubblica il suo primo romanzo noir, Attenti al gorilla, e viene nominato responsabile dei Gialli Mondadori. Tra il 2001 e il 2006 scrive altri quattro romanzi, sempre noir: La cura del gorilla (Einaudi), Gorilla Blues (Mondadori), Il Karma del gorilla (Mondadori) e È stato un attimo (Mondadori). Per Mondadori ha pubblicato Cemento Armato (2007) e La bellezza è un malinteso (2010). Nel 2014 esce Uccidi il padre (Mondadori) a cui faranno seguito L’Angelo (2016 Mondadori) e Il re di denari (2018 Mondadori).
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