Recensioni d’autore
Laura Veroni
Autore: A. J. Finn
Editore: Mondadori
Traduzione: Stefano Bortolussi
Pagine: 351
Genere: thriller
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi
Diabolico, potente e pieno di colpi di scena, La donna alla finestra è un thriller psicologico sofisticato e magistrale, degno del miglior Hitchcock.
«Eccezionale. Un thriller contemporaneo ma con un retrogusto da vecchio film noir» – Stephen King
Anna Fox vive rinchiusa nella sua casa di New York e la sola idea di mettere piede fuori dalla porta rischia di provocarle un attacco di panico. Passa le sue giornate vagando da una stanza all’altra con un bicchiere di Pinot in mano, chattando con uomini sconosciuti, guardando vecchi film noir – la sua passione – e soprattutto… spiando i vicini con l’aiuto della sua Nikon D5500. Nel mirino ora ci sono i Russell, che da poco si sono trasferiti nella villetta al lato opposto del parco. Una madre, un padre e un ragazzino adolescente: la famiglia perfetta, quella che Anna rivorrebbe con sé. Una notte però alla finestra dei Russell, Anna assiste a qualcosa di terribile, qualcosa di così sconvolgente che sgretolerà il suo fragile equilibrio e metterà a nudo la verità che ha sepolto per mesi. Ma il giorno dopo un dubbio spaventoso si insinua nella sua mente: la scena che ha visto è reale o frutto della sua immaginazione? Qualcuno è davvero in pericolo o a terrorizzarla è solo la sua paranoia?
Recensione
“La donna alla finestra”, thriller psicologico di A. J. Finn, è la storia di Anna Fox, psicologa che, a seguito di un trauma, soffre di agorafobia, la paura degli spazi aperti, e si ritrova a vivere rinchiusa tra le pareti domestiche. Anna trascorre le giornate guardando vecchi film in tivù, spiando la vita dei vicini attraverso la finestra e chattando in un sito dedicato ai suoi pazienti con lo pseudonimo di thedoctorisin.
La prima parte del romanzo scorre lenta (a parte l’episodio iniziale del lancio delle uova contro le vetrate del suo appartamento da parte di un gruppo di ragazzi, la sera di Halloween), ma è necessaria per entrare nella psiche della protagonista.
Anna appare da subito un personaggio problematico e complesso: depressa, dedita all’alcol nel quale affoga il suo male di vivere che viene svelato a storia inoltrata con un colpo di scena davvero sconvolgente e inaspettato.
Un episodio drammatico sconvolge la monotona routine della vita di Anna: attraverso la finestra, la donna assiste all’omicidio di Jane Russel, sua dirimpettaia.
Anna chiama la polizia e scattano le indagini, ma del cadavere non c’è traccia, nessuno dei vicini pare avere sentito o visto qualcosa.
Anna assume psicofarmaci con il vino ed è in cura da uno psicanalista da diverso tempo, dunque, perché dare credito alla sua testimonianza?
A un tratto, la vicenda assume contorni che si potrebbero definire “paranoici”, in cui sogno, immaginazione e realtà paiono fondersi e confondersi, portando Anna a dubitare di se stessa e delle poche persone con cui ha rapporti: l’inquilino che occupa lo scantinato e il figlio dei vicini.
Anna è sola, come rivela lei stessa alla polizia, separata dal marito che vive insieme alla figlia. Fortunatamente riesce ad avere contatti telefonici con loro. Negli affetti familiari cerca conforto alle sue certezze che cominciano a vacillare. Tutto sembra avvalorare la tesi degli investigatori: il delitto non è mai avvenuto.
A complicare le cose, subentrano episodi inquietanti. Anna riceve, infatti, una mail con allegata una sua fotografia scattata da un cellulare nel momento in cui lei sta dormendo e che le fa supporre che qualcuno sia entrato in casa, ma la polizia è convinta che si tratti di un autoscatto e che l’indirizzo di posta Gmail dal quale il file è stato inviato corrisponda a un indirizzo creato proprio da lei. Jane Russel, la vicina che Anna ha visto mentre veniva uccisa, è viva e vegeta, ma la sua immagine non corrisponde a quella della donna che è stata a farle visita un pomeriggio, intrattenendosi a lungo con lei, tantomeno a quella della vittima.
Anna pare sul punto di crollare. Può la mente generare ciò che non è mai esistito?
Eppure lei ha parlato con Jane e l’ha vista morire, ne è certa. Dove risiede la verità, dentro o fuori di lei?
Sta forse impazzendo?
Perché nessuno le crede?
Perché le prove che lei adduce a favore della sua testimonianza vengono logicamente smontate a una a una?
La narrazione assume un ritmo incalzante e travolgente che trascina il lettore nel vortice del dubbio e del sospetto, laddove non si ha più alcuna certezza.
Non stonano nella storia le numerose citazioni cinematografiche, ben congegnata tutta la vicenda, che richiama le atmosfere hitchcockiane.
A. J. Finn
A. J. Finn ha scritto per il Los Angeles Times e il Washington Post e il supplemento Letterario del Times. Originario di New York, Finn ha vissuto in Inghilterra per dieci anni prima di tornare a casa.