Recensione di Mirella Facchetti
Autore: Michel Bussi
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Editore: E/O – Collana Dal mondo –
Genere: Giallo
Pagine: 484 nella versione a stampa
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. L’azione dell’inconsueto thriller si svolge a Le Havre, importante porto commerciale francese sulla costa della Manica: moli immensi, piramidi di container, dighe, bacini di compensazione, piroscafi, gru, e in mezzo a tutto questo le difficili condizioni di vita dei portuali, sempre più sostituiti da macchine, la disoccupazione, lo spettro della fame. È in questo contesto che, spinti dalla speranza di una vita migliore, quattro amici d’infanzia si mettono nelle mani di un balordo di professione per compiere la rapina del secolo. A occuparsi del caso è Marianne Augresse, quarantenne funzionaria di polizia con una passione sfegatata per i bambini, coadiuvata dallo psicologo per l’infanzia Vasil Dragonman. La sua inchiesta è una lotta contro il tempo per acciuffare il cervello della banda, che nella sua fuga si lascia dietro una scia di cadaveri, e recuperare la refurtiva. Ma chi è lo spietato killer? E dov’è finito il malloppo? L’unico a saperlo è il piccolo Malone, un bambino di tre anni che dialoga col suo peluche.
Recensione
Dopo “Ninfee nere” e “Il quaderno rosso”, Bussi si conferma una certezza in fatto di gialli ben articolati e in grado di spiazzare il lettore (e non una volta sola).
L’inizio del romanzo è volutamente adrenalinico e caotico. Il lettore, pronti-via, si trova catapultato nel centro della storia, al culmine degli avvenimenti. Bussi, infatti, utilizzando una tecnica narrativa oggi parecchio diffusa, dopo aver mostrato al lettore quello che lo aspetta, fa un passo indietro e con un flashback lo porta all’inizio degli eventi.
Lo porta da un bambino che afferma che la sua mamma non è la sua vera mamma e che ha in Guti (un pupazzo di peluche) la sua memoria storica. Lo porta da un affascinante psicologo infantile che crede alla versione del bimbo e che inizia a indagare coinvolgendo la comandante di polizia. Comandante che, pur essendo interessata a questa vicenda, ha le mani legate: da un lato, perché non ha prove e dall’altro, perché deve rimanere concentrata sulle indagini relative a una rapina avvenuta mesi prima e che sta mettendo a dura prova le forze di polizia.
Psicologo affascinante che non demorde e poliziotta che lo aiuta… Anche voi avete sentito partire immediatamente una musica strappalacrime come sottofondo per la nascente love story ? Sì? Bene.
Tenete la musica in sottofondo (si addice al momento in cui leggerete), ma dimenticate scene melense e a rischio diabete. Bussi non cade nel cliché e non perdona (punto a suo favore!).
Alcuni aspetti (dettagli, a dirla tutta) relativi alla genesi del racconto non mi hanno totalmente convinta, ma la costruzione della storia, i colpi di scena, i personaggi ben delineati, mi hanno comunque fatto accantonare le mie perplessità e mi hanno permesso di godere appieno di questo giallo.
Bussi ha una scrittura fresca, appagante e che conquista immediatamente. Una volta scoperto, è difficile non voler far incetta di tutti i romanzi di questo autore.
Michel Bussi
Michel Bussi, è l’autore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe. È nato in Normandia, dove sono ambientati diversi suoi romanzi e dove insegna geografia all’Università di Rouen. “Ninfee nere” (Edizioni E/O 2016) è stato il romanzo giallo che nel 2011, anno della sua pubblicazione in Francia, ha avuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne. Nel 2017 E/O ha pubblicato “Tempo assassino”. Sempre nel 2017 esce anche “Mai dimenticare”.
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