La fine che farai




Recensione di Antonella Bagorda


Autore: Max Fiorelli

Editore: Piemme

Genere: Thriller

Pagine: 483

Anno di pubblicazione: marzo 2022

Sinossi. L’incubo potrebbe nascondersi in ogni pagina che ancora non hai scritto. Quando osserva la sua vita, Harry Castellani ancora non riesce a spiegarsi che cosa sia accaduto. Un giorno era un detective della Squadra Omicidi di Miami, sottopagato, frustrato e con la tendenza a fare un uso smodato di alcol, e qualche settimana dopo il suo primo thriller scalava le classifiche di tutti i giornali americani più importanti rendendolo ricco e famoso. Ha cambiato tutto: macchina, casa, frequentazioni, viaggi. Tutto a parte la bottiglia di whisky che continua a fargli compagnia dovunque vada. E ora è a Roma, per la promozione italiana del suo romanzo e per godersi uno dei posti che fino a poco prima poteva solo sognare da lontano. Harry è un uomo complicato, ossessionato dalle belle donne, dai soldi, da un segreto che sta rovinando le sue notti, e soprattutto dal secondo romanzo che sembra non voler uscire dalla sua penna. Il giorno in cui una giovane donna conosciuta per caso scompare nel nulla, però, sente dentro di sé il richiamo ad agire. Perché tutti i soldi del mondo non possono ripagare l’adrenalina che sale quando si sta per salvare una vita. Quando altre donne cominciano a scomparire tra le strade di Roma, Harry si rende conto che la partita è appena cominciata e che per vincerla dovrà essere disposto a tutto, anche a rivelare la più scioccante delle verità.

Recensione

Un uomo che con un solo romanzo diventa un giallista di fama mondiale, schiacciato dal blocco dello scrittore, in piena crisi creativa, lontano dal suo paese, con un agente letterario che lo marca stretto, un segreto che lo perseguita giorno e notte e la vecchia vita da poliziotto che scalcia per riemergere.

L’ex detective della Squadra Omicidi di Miami, Harry Castellani, è un dongiovanni patologico, affetto da satiriasi cronica e alcolismo galoppante. Si trova in Italia per promuovere il suo bestseller, ma il suo interesse principale pare essere quello di collezionare quante più donne possibili e svuotare tutte le bottiglie di whisky che riesce a mandar giù. Finché una sera, mentre sta portando una delle sue donne nella sua camera d’albergo, succede qualcosa che lui decide di ignorare. E che gli cambierà la vita.

Da quella notte, tra le strade di Roma iniziano a scomparire donne una dopo l’altra, e Harry non può più tenere a bada la sua indole da poliziotto. Soprattutto quando scopre che lui stesso fa parte di quel gioco sadico gestito da un maniaco introvabile.

Così, il tour promozionale dello scrittore Harry Castellani diventa sia una corsa contro il tempo cheuna lotta contro un potere corrotto e messo a tacere da chissà quali oscuri meccanismi. Inizia da qui la vera avventura che terrà i lettori incollati alle pagine di questo romanzo, col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

La fine che farai è un thriller classico e ben strutturato. I protagonisti sono tutti ben delineati tranne qualche personaggio che resta sempre un po’ in trasparenza e qualcun altro che viene fatto sparire dalla narrazione in modo poco convincente.

Il protagonista assoluto, però, funziona alla perfezione. Il lettore prova nei suoi confronti qualsiasi tipo di emozione: lo schifa, gli fa ribrezzo e anche un po’ pena, poi prova compassione e poi lo disprezza ancora, ma lo comprende anche, fino ad arrivare ad accettarlo, a farselo amico e a capire che lui sarà sempre un po’ svalvolato, ma che in fondo gli piace tanto così com’è.

Il grosso lavoro di progettazione che è stato fatto sulla trama è evidente e invidiabile. Tutto funziona, tutto fila, e anche quando si va incontro a situazioni poco credibili, la logica del romanzo regge comunque e non perde nessun colpo.

La scrittura di Fiorelli risulta originale, moderna e scorrevole. Forse il romanzo poteva funzionare allo stesso modo tagliando alcune ripetizioni e alcune forzature che, a tratti, hanno reso la lettura un po’ lenta, ma nulla di catastrofico. E un piccolo appunto mi sento di farlo sull’ultima parte del libro, parte in cui il romanzo diventa un’americanata eccessiva, tanto da sembrare quasi scritto da un’altra mano. A parte questo, è da lodare il modo in cui Fiorelli riesce a tenere altissima la suspense nei momenti giusti e, allo stesso tempo, a gestire con eguale eleganza e lucidità le scene più frivole, quelle di puro intrattenimento. Mai una virgola fuori posto, né quando il lettore ha paura di ciò che sta per accadere né quando Castellani ne combina un’altra delle sue.

Insomma, diamo il benvenuto a un bravo scrittore e a un nuovo personaggio seriale.

Voglio sottolineare anche un paio di giochi narrativi che mi sono sembrati molto divertenti.

Robert Harleigh è il pazientissimo agente letterario nonché unico amico del protagonista. Entra in scena con quello che ho considerato un omaggio a Dan Brown, scrittore tra i preferiti di Fiorelli. L’agente di Harry Castellani, oltre ad avere lo stesso nome del famoso personaggio browniano Robert Langdon, possiede anche un orologio che non può che rimandare al protagonista dei cinque romanzi più famosi di Brown; si tratta di un orologio con Topolino impresso sul quadrante e con le braccia dell’icona Disney che segnano l’ora.

Anche il nome di Harry, accompagnato ovviamente dallo sviluppo della trama, mi ha rimandato a La verità sul caso Harry Quebert, di Joël Dicker, ma questo potrebbe essere un omaggio forzato dalla mia fantasia.

Ma un rullo di tamburi lo farei per questa mia ultima considerazione:

Finalmente un finale degno di essere chiamato finale!

Uno dei migliori tra quelli degli ultimi thriller che ho letto.

Sempre aperto, eh?

Apertissimo, anzi; ma queste aperture ho imparato ad accettarle ormai. Però fresco, ironico, brillante, originale, per nulla scontato. Grazie Max Fiorelli per questo finale.

Concludo al solito modo.

Consiglio la lettura di questo romanzo? Sì. E lo faccio molto volentieri.

 

Max Fiorelli


Max Fiorelli nasce a Roma il 22 agosto 1988. Il suo amore per la scrittura comincia molto presto. A undici anni si classifica terzo al premio letterario nazionale Book’s Bar con un racconto a tema storico dedicato a Napoleone Bonaparte e negli anni del liceo partecipa alla stesura di sceneggiature di opere teatraliAttualmente si dedica a tempo pieno alla scrittura di romanzi, prediligendo il thriller e il romanzo d’avventura. I suoi autori di riferimento sono Nelson DeMille, Ken Follett, Ian Fleming, Michael Connelly, Dan Brown e Stephen King.

 

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