La fine del giorno




 LA FINE DEL GIORNO


Autore: Bill Clegg

Editore: Bompiani

Traduzione: Beatrice Masini

Genere: Narrativa

Pagine: 336

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Dana Goss è una donna molto ricca, quasi anziana, sola, dalla memoria che perde fuoco. Una mattina parte dalla sua casa di New York, destinazione Connecticut, con una valigetta di cuoio dagli angoli consunti stretta al petto. Che cosa c’è dentro? Perché è importante? A tratti non lo ricorda più. Ma sa che deve, deve portarla a qualcuno. Jackie Howland è una madre, una vedova, una donna che si accontenta di quello che ha – una piccola casa al limitare di un villaggio, con un olmo centenario, l’ultimo rimasto nella zona, sul prato davanti alla finestra – però è disposta a fare qualunque cosa per difendere il suo orizzonte. Lupita Lopez fa la tassista alle Hawaii: avanti e indietro dall’aeroporto agli hotel di lusso col suo carico di turisti ricchi. Parla poco, pensa molto e non risponde alle telefonate quando rischiano di riportarla a un passato con cui non vuole fare i conti. Tre donne che non si incontrano da mezza vita, tre donne che hanno in comune una cosa, anzi, una casa. Si chiama Edgeweather, è una dimora costruita al tempo della Guerra Civile da un giovane di belle speranze come regalo di nozze per una sposa che non lo amava. Altre guerre si sono combattute tra le sue mura. Le case non parlano, le persone dimenticano, o almeno ci provano. Ma il passato, quello non tace mai.

Dopo Mai avuto una famiglia Bill Clegg torna a indagare i legami che uniscono e a volte sbriciolano famiglie e amicizie. E lo fa in modo sottile, raccontando tre storie che vivono una dentro l’altra, che sono una stessa storia, un nodo di amore e perdita, desideri e delusioni che cela e rivela il dolore e la sorpresa della vita vera

 Recensione di Laura Bambini

La fine del giorno è un romanzo a struttura circolare, dove le storie delle tre protagoniste Dana, Jackie e Lupita si intersecano in uno schema che al lettore non è chiaro e si mescolano alle voci di altri personaggi come Floyd o Hap.

La narrazione ruota attorno a Edgeweather, dimora di proprietà dei Goss, genitori di Dana, che unisce e divide le vicende delle tre donne, che si conoscono da bambine e crescono insieme. Sono tre donne con istruzione e origini diverse, le quali si scontrano con i cambiamenti dell’adolescenza, prima, e della giovinezza, poi, e affrontano tutte gli stessi problemi di ogni “femmina”: la mentalità patriarcale, il doverti difendere da attenzioni indesiderati, il dover soccombere a determinate “libertà” (chiamiamole così).

Ognuna reagisce alla stessa vicenda a modo suo, tutte e tre finiscono per celare all’altra quel qualcosa che le avrebbe rese più solidali, come in un’amicizia reale, in cui a un certo punto finisci per tenerti dentro un qualcosa che poi lievita e diventa risolutivo del rapporto.

L’arco narrativo è suddiviso in tre parti, molto lente, che permettono al lettore di entrare in ogni personaggio, con tutti i suoi pregi, difetti e obiettivi; tuttavia, il ritmo poco veloce e i continui andirivieni temporali rendono la lettura poco fluida: da un lato, il lettore si affeziona alla vicenda di Jackie e Floyd, ad esempio, e vuole sapere perché è successa quella cosa e va avanti a leggere, solo che così si affeziona anche a Lupita e alla sua storia e continua di nuovo; dall’altro, una struttura di questo tipo a lungo andare tende ad affaticare la concentrazione e ad annoiare e alcuni capitoli ripetitivi “di stasi”, in cui la narrazione non prosegue, non aiutano.

I personaggi, invece, sono caratterizzati alla perfezione, che è uno dei punti di forza di una struttura e di un arco narrativo di questo tipo: l’autore ha avuto modo di svilupparli tutti senza tralasciarne nessuno, con il risultato di aver creato delle persone e non dei feticci bidimensionali.

L’ambientazione e le descrizioni sono ottime: chiare, concise e vivide quanto basta, con quel respiro ampio tutto americano che fa distinguere subito una scrittura d’oltreoceano rispetto a una più europea.

Insomma, un libro adatto a chi non ama le vicende al cardiopalma e al lettore a cui piace esplorare ogni attimo della storia dei personaggi, con quel pizzico giusto di desiderio di scoprire come va a finire.

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Bill Clegg


Bill Clegg, agente letterario americano, è autore dei memoir Ritratto di un tossico da giovane (Einaudi, 2011) e 90 giorni (Il Saggiatore, 2013). Il suo primo romanzo, Mai avuto una famiglia (Bompiani, 2016), è stato selezionato per il National Book Award, il Man Booker Prize, la Andrew Carnegie Medal ed è stato definito uno dei migliori libri del 2015 tra gli altri dal Library Journal, da Booklist, dal Guardian, da Kirkus Reviews.

 A cura di Laura Bambini

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