Recensione di Francesca Mogavero
Autore: Stephen Spotswood
Traduzione di Manuela Faimali
Editore: Mondadori
Pagine: 392
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. New York, 1942, notte fonda. Willowjean “Will” Parker racimola qualche soldo facendo la guardia in uno spettrale cantiere edile armata di una spranga di piombo. Nonostante le apparenze, sembra proprio che si trovi nel posto giusto al momento giusto. Abile tuttofare del circo e destrissima lanciatrice di coltelli, senza saperlo ha appena salvato la vita alla detective privata più famosa e meno ortodossa della città: Lillian Pentecost, una distinta signora in tailleur che, a causa di una malattia degenerativa, si aggira sostenendosi con un bastone. E quando qualche giorno dopo Lillianla contatta, Will non può credere alle sue orecchie: Pentecost le sta offrendo di diventare il suo braccio destro in cambio di uno stipendio, vitto e alloggio e l’iniziazione ai suoi peculiarissimi stili d’indagine. Quando tre anni dopo Abigail Collins viene trovata morta nella sua lussuosa abitazione durante una festa di Halloween e la polizia brancola nel buio, Pentecost e Parker entrano in azione. Più facile a dirsi che a farsi, in un caso che vede protagonisti messaggi dall’aldilà, una languida spiritista e Becca Collins, l’affascinante figlia della morta per cui Will perde pericolosamente la testa.
Recensione
Quanti significati può avere la parola “manipolazione”?
La preparazione manuale di un composto, che sia un intingolo, una pomata o un veleno, la sofisticazione, l’alterazione della realtà per mezzo di un gioco di prestigio, il talento del burattinaio che manovra i fili delle sue vittime-marionette, il raggiro, l’imbroglio: sono solo alcune delle sfaccettature del termine, e ne La fortuna aiuta il mortole troviamo tutte, tutte fondamentali alla costruzione di un intreccio rutilante che inchioda l’attenzione dei lettori come il bersaglio di un lanciatore di coltelli e lascia con il fiato sospeso come dinanzi al volo di un equilibrista – quei secondi rapidi e interminabili tra il suo vorticare nello spazio senza rete e il piede che si poggia incolume sulla terra battuta, zuppa di umori bestiali, di sudore, di panico ed esaltazione.
La manipolazione si insinua tra le pieghe delle debolezze e dei segreti da celare a ogni costo, se ne appropria, ne fa tesoro, li trasforma in assi nella manica da sfoderare quando la partita pare già conclusa, in ragnatele in cui imprigionare le malcapitate mosche, succhiando loro le forze, la vita stessa… e se sul tavolo verde si calano anche i sentimenti, la posta non può che farsi più alta.
“Il trucco è sapere quando mollare”, si tratti di un pugnale, di un mestiere che inizia a stare stretto, di una relazione destinata a un vicolo cieco o di un complotto già traballante sul filo del rasoio, ma a volte lo si scopre quando è ormai troppo tardi.
L’esordio narrativo di Stephen Spotswood è uno spettacolo dalla prima all’ultima pagina, un avvicendarsi di damigelle da salvare (o da cui salvarsi?), informatori, risse, colpi di scena, picchi di tensione e di emozione, il tutto condito da bicchieri di gin, jazz e sedute spiritiche.
Lillian Pentecost e Willowjane Parker irrompono sulla scena con l’energia e l’eccezionalità della parata di un circo: brillando, pur senza lustrini (anche se una volta… ma questa è una storia che vi racconterà Will), portando una ventata di nuovo, di sorprendente, di incantevole. Nessuna macchietta né bidimensionalità: questo duo è umano, profondo, acuto e funziona.
A un certo punto, però, lo spettacolo finisce, il sipario cala, le tigri riposano sognando il Bengala e il tendone viene smontato: chi chiude il libro si inchina agli artisti, applaude e si augura che lo show, un altro romanzo della serie, ritorni presto in città.
A cura di Francesca Mogavero
Stephen Spotswood
Stephen Spotswood è un giornalista e uno sceneggiatore pluripremiato. Si è occupato a lungo delle conseguenze della guerra in Iraq e in Afghanistan e dei veterani. Vive a Washington D.C. La fortuna aiuta il morto è il primo romanzo di una serie.
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