Recensione di Bruno Balloni
Autore: Mick Finlay
Traduzione: Maria Grazia Bassissi
Editore: Harper Collins
Genere: Narrativa
Pagine: 415
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. La Londra cupa e disperata di Arrowood è un posto terrificante, che non si vorrebbe mai lasciare. 1896. Mentre le strabilianti imprese di Sherlock Holmes occupano le prime pagine dei quotidiani londinesi, il meno osannato William Arrowood viene contattato da Mr. e Mrs. Barclay, perché la loro figlia Birdie, dopo essersi sposata con un allevatore di maiali dei dintorni di Londra, non ha più dato notizie di sé. Preoccupati che il marito la maltratti o peggio, chiedono all’investigatore di organizzare un incontro. Sembra un caso sin troppo semplice e Arrowood, accompagnato dal fido socio Barnett, si reca a Catford per parlare con la giovane sposa. La fattoria, con i suoi edifici fatiscenti, il mattatoio, gli strani abitanti affetti da turbe mentali, si rivela un posto infernale, dominato da una crudeltà inaudita. Nel tentativo disperato di smascherare il responsabile e aiutare i più derelitti, il detective non esiterà ad avventurarsi nei bassifondi malfamati della città e soprattutto nei meandri più oscuri della mente umana, dove si annida il vero male.
Trama
Nella Londra grigia e fumosa di fine Ottocento, William Arrowood ed il suo assistente Mr. Barnett, investigatori privati, vengono assoldati dai signori Barclay affinché abbiano notizie della figlia Birdie, sposatasi alcuni mesi prima con Walter Ockwell un contadino di Catford, centro rurale alle porte di Londra e della quale da tempo non hanno alcuna notizia.
Le investigazioni di William Arrowood incontrano da subito molte difficoltà, sia per l’ostilità dimostrata dalla famiglia Ockwell che dagli abitanti di Catford, autorità di polizia in testa, che vedono nelle domande dell’investigatore una fastidiosa intromissione nella tranquilla ma misteriosa vita quotidiana del paese.
Ciò che gli investigatori scoprono è che sia Birdie che il marito, che i cognati e gli altri lavoranti della fattoria nella quale è andata a vivere la ragazza sono affetti da disturbi psichici e risultano essere stati internati tutti nel manicomio di Caterham.
Nonostante le tante difficoltà, già menzionate alle quali si aggiunge l’ostilità della stampa che vede in William Arrowood null’altro che un truffaldino emulo di Sherlock Holmes, i due investigatori riusciranno ad arrivare alla verità, molto più complessa ed agghiacciante di quella che poteva sembrare all’inizio dell’indagine e a smascherare una truffa portata avanti da un magistrato influente a danno delle casse dello Stato sfruttando i deboli di mente internati nel manicomio di Caterham.
RECENSIONE
Un romanzo estremamente piacevole dalla trama complessa ma lineare che invita alla prosecuzione della lettura per vedere “che cosa accade dopo”. I personaggi sono tutti ben descritti ed entrano facilmente nell’immaginario del lettore, il quale riesce a visualizzarli senza alcuna difficoltà.
L’ambientazione nel quale si svolge la storia alterna vedute di una Londra caotica e fumosa di fine Ottocento con gli ambienti rurali dell’immediata periferia nella quale vivono personaggi ridotti allo stremo dalla crisi economica di fine secolo, abbruttiti dalla povertà e dall’isolamento nel quale la condizione sociali li ha confinati.
Particolare e affascinante è altresì la descrizione delle teorie psichiatriche dell’epoca, tra le quali un giovane dottor John Langdon Down cercava di introdurre l’embrione della sua teoria per definire uno specifico disturbo differenziandolo dalla elementarie distinzione tra “idiozia”, “cretinismo” e “amenenza” da taluni riconducibili a “regressioni razziali”.
Giusto per dirla all’inglese “last but not least” simpatiche e ben inserite le disgressioni di William Arrowood nel manifestare la propria avversione al “collega” e “concorrente” Sherlock Holmes, idolatrato dalla stampa e dai ceti più abbienti reo, agli occhi di Arrowood, di godere solo di molta fortuna.
Un romanzo che consiglio vivamente agli amanti del giallo storico e, soprattutto a chi, ama gli antieroi, quelli ai quali non va sempre tutto bene.
Mick Finlay
è nato a Glasgow e cresciuto in Canada e in Inghilterra. Attualmente divide il proprio tempo tra Brighton e Cambridge. Insegna part-time in un dipartimento di psicologia e ho pubblicato ricerche sulla violenza politica, la persuasione e il comportamento verbale e non verbale. Prima di questo, gestiva una bancarella del mercato su Portobello Road, e ho lavorato come tendista in un circo itinerante, come macellaio, portiere d’albergo e in vari lavori nel NHS e nei servizi sociali. Scrive romanzi polizieschi storici. Il suo primo romanzo ‘Arrowood‘ è stato pubblicato nel 2017 da HQ (Harper Collins) nel Regno Unito / Irlanda, Mira in Nord America e Harper Collins in altri territori europei. Il sequel “The Murder Pit” è stato pubblicato nel 2019 e “Arrowood and the Thames Corpses” nel 2020.
Acquista su Amazon.it: