LA GIOSTRA
DEL PERDONO
Cristina Stillitano
Piemme 2023
thriller, pag.412
Sinossi. Febbraio, 1956. Una coltre di neve è scesa su Roma, ma questo non impedisce ai ladri di fare il loro lavoro. Alla stazione Termini, un uomo è seduto su una panchina in attesa del treno, quando improvvisamente qualcuno alle sue spalle afferra il grande baule a rotelle che ha lì accanto e corre via. Il giorno dopo il questore Passalacqua convoca il commissario Agostino Clodoveo per affidargli un incarico delicatissimo: trovare Clara Tebaldi, moglie di un uomo ricco e importante, Fulco Tebaldi. La donna è sparita e a dare l’allarme è stato il marito, che però non vive con lei nella villa sulla Nomentana ma si è ritirato in campagna da quando è diventato cieco. Il caso si complica quando viene scoperto un baule nel gabinetto del treno Milano-Roma. Dentro c’è il corpo di una donna: è forse lei la gran dama scomparsa? Una lunga e complessa indagine porterà il commissario a sospettare di molte persone, senza riuscire a dare un volto al colpevole. La pressione su Clodoveo salirà ulteriormente quando altre vittime si aggiungeranno alla prima e delle disavventure personali renderanno ancor più gravoso il carico. Crolli pure la questura, con tutte le sue complicate inchieste, ma nulla di male deve accadere alla piccola Isabella, la bambina di cui ha perso l’affido e che lo considera un padre.
La giostra del perdono
A cura di Silvana Meloni
Recensione di Silvana Meloni
Questo è il quarto libro dedicato al commissario Agostino Clodoveo, io l’ho incontrato soltanto ora ma è stato amore a prima vista. Tra gli altri, l’autrice ha anche questo merito: la backstory del protagonista e del suo mondo narrativo è integrata talmente bene nella vicenda raccontata che mi sono sentita subito parte di quel mondo, anche se non avevo mai letto i romanzi precedenti.
Cristina Stillitano racconta l’Italia degli anni ’50: persone ancora segnate nel fisico e nello spirito dal disastro recente della guerra, ma che riescono, seppur con una punta di diffidenza, a vedere una nuova luce nella possibilità di ricostruzione nello Stato repubblicano.
Con uno stile lineare e senza fronzoli, adatto a una trama gialla, ci racconta un dramma che ha origine nella morte di un rapporto d’amore, mentre, al contrario, il Commissario titolare dell’inchiesta muove i primi passi verso la costruzione di un rapporto d’amore e consolida l’affetto verso la giovane figlia adottiva. Una tragedia che si svolge sotto la coltre della neve che maschera ogni colpa, perché i fatti accadono nello scenario inconsueto, e per questo quasi irreale, della grande nevicata a Roma del 1956.
Tuttavia, malgrado la serietà del contenuto, il racconto lieve, talvolta ironico scivola via tra un sorriso e la trepidazione per la soluzione del mistero.
Un’ultima notazione sul tratteggio dei personaggi. A partire dal commissario Clodoveo (splendida figura nel contrasto tra il fisico massiccio e la sensibilità che diventa ingenuità sentimentale), passando per i suoi simpatici collaboratori e l’odioso superiore, fino ad arrivare alla Sora Pina e a tutti gli altri colorati condomini del suo palazzo, ho visto persone reali, riconosciute nei loro tic quotidiani e da sempre incrociate nel corso della vita.
Mi rende felice la lettura di un romanzo che inaspettatamente mi diverte e mi intriga. Davvero tanti complimenti all’autrice.
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Cristina Stillitano
Cristina Stillitano, giornalista professionista e scrittrice, vive e lavora a Roma. Nel 2018 ha autopubblicato il primo episodio della serie Le inchieste di Clodoveo. Il giallo, intitolato Cuore di passero ha la morte, è stato premiato dai lettori di Amazon, piazzandosi primo in classifica tra i bestseller della categoria noir. Altri due successi sono seguiti al primo: La donna a metà e Andrai Tornerai Non Morirai, vincitore del premio letterario Amazon Storyteller 2021. I romanzi sono in successione cronologica: il primo è ambientato nella Roma del 1953, quest’ultimo nella capitale del 1956, resa con la straordinaria precisione e l’intramontabile fascino che si ritrova solo nei film girati in quegli anni.
A cura di Silvana Meloni