CLARA NEGRO
Editore: Morellini
Genere: Narrativa storica
Pagine: 460
Anno edizione: 2025

Sinossi. Giulia Corsani è la più bella della famiglia dei Morini, bionda, alta e sottile, dallo spirito ribelle e ambizioso. A Giulia non piace il lavoro, le piacciono i denari, la vita comoda; per questo motivo sposa Otello Manzi, che ha più del doppio dei suoi anni, ma che la condurrà a vivere a Bologna. E proprio Bologna sarà per la Morina il paese dei balocchi, dove riuscirà a fare la bella vita tra nobili decaduti e borghesi arricchiti, inimicandosi madri, mogli e fidanzate. Giulia fa della sua bellezza uno strumento di potere sullo scenario di un’Italia dove le donne non hanno ancora trovato la propria voce, tra le ombre del fascismo nascente e la gabbia di tradizioni oppressive. Bologna però non è che una tappa: è a Sanremo, infatti, che la Morina troverà la sua strada, sotto le torri del Casinò. Un romanzo storico che intreccia magistralmente temi di emancipazione femminile, passione e ricerca d’identità in un periodo cruciale della storia italiana, dove le tensioni sociali e politiche si mescolano con le aspirazioni personali di una donna determinata a prendere in mano il proprio destino.
“… Giulia pensava che l’acqua, come i treni, avesse segnato le tappe della sua vita.
L’alluvione le aveva fatto conoscere il marito, il Polcevera l’aveva vista crescere, adesso il mare la portava via…”
Recensione
di
Loredana Cescutti
La penna di Clara Negro è certezza, è una coccola rassicurante, è un abbraccio.
Fino a ora, di lei avevo letto solo i due gialli della serie con Luigia Merello e Jurij Pedemonte, rispettivamente “Un diamante rosso sangue” e a seguire “Il Graal di San Lorenzo” e ne ero rimasta conquistata per lo stile, il modo nel raccontare molto schietto, pratico, che da subito coinvolge il lettore e lo fa sentire a casa.
Per cui con “La Giulia dei Morini”, sono andata sul sicuro e pur non essendo un noir o un giallo mi sono detta: “Lo voglio!”.
Il periodo storico è eloquente, non necessita di particolari presentazioni perché purtroppo si è rivelato lungo e nero.
Qui il tutto inizia nel 1921 con il matrimonio della protagonista e prosegue con l’avvento del fascismo, ma vi sono dei salti temporali attraverso i ricordi, anche fin dal primo dopo guerra, quando Giulia, si ritrova in uno spartiacque fra il suo prima con la famiglia d’origine e il suo dopo, con la vita che ha abbracciato.
Davanti a un’esistenza di privazioni e stenti, oltre alla mancanza di affetto vero dovuto a una realtà piena di insidie per la famiglia, che culmina con la morte violenta del padre, Giulia detta “la Morina”, a sedici anni sceglie di sposare un uomo più grande di una ventina d’anni rispetto a lei, con la speranza di trovare la libertà e un po’ di sicurezze.
Dalla Rimessa di Genova si trasferisce a Bologna centro, in città, nella sua nuova casa assieme alle due sorelle zitelle del marito Otello, buono, ingenuo e decisamente miope rispetto a ciò che gli accade intorno.
Con le cognate Aminta e Fedelma, infatti, Giulia scoprirà il bel mondo delle notti bolognesi e, soprattutto, acquisterà ancora maggiore consapevolezza di sé e delle opportunità da non lasciarsi sfuggire.
Questa è la storia di una ragazzina che ha dovuto diventare donna troppo in fretta, che ha graffiato la vita e non si è fatta spezzare davanti al dolore, quello autentico, sia del fisico che dell’anima.
Un personaggio che nonostante i modi, talvolta discutibili, non riesci a non amare, proprio per la sua profondità e consapevolezza.
Lei non si/ci racconta bugie, non si fa illusioni inutili, perché le poche volte in cui ci è caduta, nelle illusioni narrate nei libri di cui è un’avida lettrice, poi non ne è venuto nulla di buono, anzi.
Si cade e ci si rialza.
Ti fanno cadere e poi ci si ritira su in piedi senza batter ciglio.
Proprio per la resilienza che è insita dell’essere umano.
E la Morina forte lo era, nell’animo e, a ogni cicatrice, lo diventava di più.
“Non si fidava più a camminare da sola di notte per le strade della città. Ci doveva pur essere qualcuno che rimettesse le cose a posto, che facesse capire a quelle teste di legno, a quel Mussolini, che non era pestando la gente che si faceva politica. Eppure, la morte del padre avrebbe dovuto aprirle gli occhi.”
Un periodo storico sempre più nero e, dei legami impossibili.
Un marito ignorante e proprio per questo, cieco e privo di tatto, ma assolutamente non una brutta persona.
Una vasta gamma di sfruttatori, avidi ed egoisti.
Una famiglia che l’ha cancellata per le sue scelte infantili e, poche figure che le hanno sempre voluto bene per com’era, perché hanno riconosciuto il suo bisogno di libertà: questa era Giulia, questa era la Morina.
“Si chiedeva se sarebbe riuscita a gestire le sue due vite senza farle incontrare mai.”
Un uccello libero, deciso grintoso, determinato, passionale nonostante la tragicità di certi accadimenti ma soprattutto, una donna che ha provato ad ascoltare il cuore.
Il cuore.
Quello strumento che si è sempre rivelato sordo perché fin troppo aperto al sentimento, prima, per poi rompersi in cocci e dopo, bisognoso di un collante resistentissimo e di tempo per ricostruirsi.
“Pensò che l’amore, quello vero, quello che ferisce e fa male aveva complicato le cose.”
L’unico tallone d’Achille, che l’accompagnerà per l’intera storia sarà l’amore, quello che già non aveva scelto con il matrimonio e che ogni qualvolta si paleserà, sul serio per lei, finirà per piegarla, almeno in parte.
Ma la Giulia era anche una persona con cicatrici profonde e invisibili, che sono le peggiori, perché dilaniano dall’interno ma non si possono vedere, per cui per molti non esistono.
“Rinascerò dalle mie ceneri… è già accaduto, succederà di nuovo.”
Una scrittura coinvolgente, un viaggio in città attraversate dalla storia in ogni senso, una protagonista grandiosa e profondamente umana.
Il mondo sta cambiando, troppo in fretta e non certo in meglio.”
Un’autrice che dovete assolutamente leggere!
“Si rese conto in quelle notti che la sua meta era cambiata. I momenti di stallo, la parentesi di inattività non la spaventavano più, né si sarebbero portati dietro memorie e ricordi come le era accaduto in passato. Il suo corpo, la sua mente si stavano preparando, presto sarebbe venuto il momento del fare, del trasformare idee e progetti in una nuova realtà.
E ancora una volta avrebbe fatto tutto da sola.”
Buona lettura!
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Clara Negro
Nasce a Genova, dove studia, lavora e vive. Laureata in Lingue e Letterature Moderne insegna per diversi anni italiano e inglese e successivamente lavora nell’ufficio direzionale di una società petrolifera. Non è quello che vuole per sé. Così abbandona l’impiego per dedicarsi a ciò che più le interessa fare. Entra come freelance nella Fabbri Editori scrivendo per alcune testate di settore. Segue diversi corsi di scrittura creativa a Genova e a Lucca. Pubblica racconti in tre raccolte antologiche: 15 meno 1 (Zona Franca), Salsicce e rapini (Del Bucchia Editore) e Morte per acqua (Tra Le Righe Libri). Nel 2016 pubblica per HarperCollins Italia un romanzo in due volumi: La storia dei miei giorni e Tracce di me. Nel 2019 esce in ebook, sempre per Harper Collins, il suo terzo romanzo Come una farfalla in volo. Nel 2023 per Morellini esce Un diamante rosso sangue, che vede protagonisti per la prima volta Lucia Merello e Jurij Pedemonte e nel 2024 ne esce il seguito, Il Graal di San Lorenzo.