Sinossi. Una sera uguale alle altre, in uno sperduto osservatorio astronomico. La luce delle stelle illumina, ma non abbastanza, la piccola comunità di scienziati residenti che si trova alle prese prima con un black-out, forse un sabotaggio, e poi con un cadavere trovato nella sala comune, forse un assassinio: la vittima potrebbe essere caduta da una balaustra, o essere stata spinta. L’osservatorio è isolato, i telefoni sono muti, i cellulari non prendono, i copertoni delle automobili sono stati tagliati e la città più vicina, se si riesce ad attraversare il deserto, si trova a due ore di macchina. Come in una macabra barzelletta, due italiani – Gabriele, che ha appena finito il dottorato, e Pinetta, che ancora lo sta finendo –, un’americana – Samantha, star dell’astrofisica mondiale –, un inglese – Matt, pettegolo come una suocera – e una sudamericana – Mariela, medico dell’osservatorio – si trovano a dover valutare l’ipotesi che l’omicida o il sabotatore sia non solo tra loro, ma uno di loro. Essendo scienziati, però, sanno che, date le ipotesi, per giungere alla tesi non c’è che da tessere un ragionamento. Sarà Gabriele, lettore di gialli e abile astrofisico, capace di empatizzare anche con gli assassini, a trovare il bandolo dei delitti che, come tutta la sua vita, è scritto nelle stelle.
LA LUCE DELLE STELLE
di Licia Troisi
Marsilio 2024
Thriller, pag.192
Recensione di Renata Enzo
“In principio era l’occhio nudo, e qualcuno che decise di alzarlo verso il cielo. Il telescopio era di là da venire, e la scienza come la conosciamo oggi non esisteva. Eppure è da lì che ebbe inizio la catena di eventi che ha portato a quella notte fatale.”
Così inizia il prologo de La luce delle stelle: un inizio solenne, che promette al lettore una storia complessa e al limite del soprannaturale, non a caso, il termine “fatale” rinvia al “fato” che è la parola divina e il destino irrevocabile, a cui nessuno può sottrarsi.
L’aspettativa si fa più alta, quando scopriamo che la storia si svolge in un osservatorio astronomico, completamente isolato nel deserto, e che i protagonisti sono cinque scienziati astrofisici e una dottoressa, medico della base.
Osservatorio o stazione scientifica che sia, isolata nel deserto, la location riporta alla mente altre storie cult lette o viste nei film o nelle serie TV; dal grande horror La cosa, di John Carpenter (cui ammicca la nuova stagione di True detective in onda proprio in questi giorni), alla serie Tv “The head”, a Lo scandalo dell’osservatorio astronomico, il “manoscritto ritrovato” di Giorgio Scerbanenco. L’atmosfera claustrofobica di un luogo inaccessibile, crea già da sola tensione.
Le premesse, quindi, sono le migliori per immergersi nel racconto della lunga notte in cui le vite di Gabriele, neo dottorato in astrofisica, e dei suoi compagni, vengono stravolte da un omicidio. Nella luce sempre più fioca a causa di un black out, che impedisce qualsiasi forma di comunicazione con la città oltre il deserto, si succedono, nell’ordine, il furto dei dati della famosa ricercatrice americana Samantha Bridges e l’assassinio di un ricercatore. Agli scienziati superstiti, non rimane che improvvisarsi detective per cercare di scoprire il colpevole che, quasi sicuramente, è uno di loro. Ed è qui che Gabriele assume il comando dell’operazione, facendo leva sulla sua capacità logica.
C’è anche qualche espediente narrativo che si fa al giallo classico, come la scritta con il sangue tracciata dalla vittima, che ricorda la lettera “J” di Assassinio sul Nilo. Peccato però che il romanzo scivoli via senza creare nel lettore quella suspense che sembra promettere nelle prime pagine. A me sembra che manchi quel ritmo avvincente che contraddistingue il grande thriller e di cui Licia Troisi ci ha già dato prova con i suoi romanzi fantasy. E lo stesso vale per i personaggi che, eccetto Gabriele, vengono tratteggiati superficialmente.
Rapida e scorrevole, come sempre, la scrittura della Troisi, che si apprezza anche nelle sue riflessioni sull’astronomia e sull’immensità dell’universo che sovrasta la nostra fragile esistenza. Amara, infine, la riflessione sul mondo della ricerca e sulla fatica di fare scienza in un mondo dove conta solo la produzione:
“Il mondo della ricerca è un casino, un casino vero, e lo stesso vale per l’università. Ci vengono richiesti dei sacrifici incredibili, e tutti danno per scontato che sia normale. Ci trattano come fossimo dei preti, e forse un po’ lo siamo: la nostra è una vocazione, e ci ripetono che siamo fortunati a fare il lavoro che amiamo; dicono che non dovremmo lamentarci, e fare tutto il necessario per rimanere nel sistema. E il sistema è spietato… Devi produrre, o resti indietro: articoli, scoperte, ricerche, sempre più veloce, sempre al massimo delle tue possibilità. Il fallimento non è contemplato, e neppure le lamentele lo sono: è una missione, no? E allora devi portarla avanti fino in fondo”.
Ci sarà un seguito?
Probabilmente sì. Aspettiamo allora il prossimo episodio per una valutazione più completa.
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Licia Troisi
nata a Roma nel 1980, è l’autrice fantasy italiana più venduta nel mondo, grazie allo straordinario successo delle saghe del Mondo Emerso, della Ragazza Drago e dei Regni di Nashira. Laureata con una tesi sulle galassie nane, ha collaborato con l’Università di Roma Tor Vergata come astrofisica. Questo è il suo primo romanzo giallo.
A cura di Renata Enzo