LA MAESTRA
DEL VETRO
Tracy Chevalier
Traduttore: Massimo Ortelio
Editore: Neri Pozza
Genere: Narrativa
Pagine: 400
Anno edizione: 2024
Sinossi. È il 1486 e Venezia è una città commerciale ricca e opulenta. Orsola Rosso è la figlia maggiore di una famiglia di soffiatori di vetro di Murano, l’isola rinomata per questo mestiere. In quanto donna, Orsola non è destinata a lavorare il vetro, ma ha le mani per farlo, il cuore e un talento speciale. Alla morte del padre sarà lei, in segreto, a portare avanti il suo lavoro, a sostenere i fratelli e a tenere alto il nome della famiglia Rosso. Saltando come una pietra attraverso i secoli, in una Venezia in cui il tempo si muove lentamente come il vetro fuso, seguiamo Orsola e la sua famiglia mentre vivono trionfi creativi e perdite strazianti: dalla peste che devasta la città ai soldati francesi che spogliano i suoi palazzi, dal primato di Murano nel mondo, al suo declino per colpa delle restrizioni per mano degli austriaci, fino alla trasformazione di Venezia in una popolare meta turistica. In ogni epoca, Orsola Rosso farà in modo che il suo lavoro e i suoi legami durino nel tempo. Le sue creazioni adorneranno il collo di imperatrici e cortigiane da Parigi a Vienna, ma riuscirà mai a guadagnarsi il rispetto di chi le è più vicino?
Recensione di Renata Enzo
Te ne accorgeresti, se in un luogo tutti gli orologi si muovessero a una velocità diversa da quella di un altro? O se gli artigiani della Città d’Acqua e dell’Isola di Vetro invecchiassero più lentamente che nel resto del mondo?
Come un sasso piatto scagliato abilmente a pelo d’acqua, così il racconto de La maestra del vetro si muove saltando da un secolo all’altro, lungo cinque secoli di storia.
Ma i personaggi rimangono sempre uguali, come se per loro il tempo non passasse o passasse molto lentamente. Così, conosciamo Orsola Rosso, la protagonista, bambina nel 1486 e la ritroviamo adulta e un po’ invecchiata nel 2019. Così vale per i personaggi della sua famiglia e per quelli con cui è in contatto.
Ma per gli altri, il tempo passa, tanto da far scorrere in avanti la storia fino a raccontarne gli episodi notevoli. Questa strana idea del tempo è l’espediente letterario che più condiziona il romanzo e che lo rende affascinante all’inizio e un po’ meno convincente da un certo punto in poi, quando il divario del tempo rende meno credibili i personaggi.
Dall’inizio, siamo avvolti nell’atmosfera di una Murano in cui ferve l’attività delle officine del vetro: è come vivere in un mondo unico e spettacolare, con le sue regole in un certo senso esoteriche.
Dalle fabbriche escono opere d’arte in vetro destinate ad essere esportate in tutto il mondo (o almeno in quello allora conosciuto). Orsola è figlia di Lorenzo Rosso, uno dei maestri più in vista dell’isola, che si contende il mercato con le altre famiglie prestigiose, tra cui quella dei Barovier, che può contare su una maestra donna, Marietta.
Qui l’autrice compie un’altra scelta narrativa decisiva, quella di concentrarsi su personaggi d’invenzione, Orsola e la sua famiglia, accennando solo indirettamente i personaggi reali, come quello di Marietta Barovier.
La scelta si rivela vincente: la storicità dei personaggi avrebbe limitato il libero sviluppo della trama mentre, grazie all’invenzione dei Rosso, la Chevalier può reggere autonomamente i fili di una storia che è frutto della sua creatività artistica. Ed è così che ci è consentito spaziare all’interno delle complesse dinamiche relazionali della famiglia Rosso e dei lavoratori della fornace di loro proprietà: amori, passioni, invidie e ambizioni.
Ma, soprattutto, Orsola Rosso affascina il lettore per la sua audacia e determinazione in un’epoca in cui alla donna non viene concessa alcuna alternativa al matrimonio e alla cura dei figli. La sua ambizione la porta spesso a scontrarsi con il fratello, Marco, che ha ereditato dal padre la guida della fornace: una tensione che nasconde la ricerca della sua approvazione e del riconoscimento delle sue capacità di donna imprenditrice e artigiana.
Nella famiglia dei Barovier, invece, Marietta ha ottenuto il giusto riconoscimento da parte dei fratelli, ed è a lei che Orsola si ispira e chiede sostegno. Peccato che la relazione tra Orsola e Marietta si limiti a poche battute all’inizio del romanzo, e poi rimanga come sospesa, sullo sfondo della trama.
Meravigliosa è la cura e competenza storica con cui l’autrice racconta l’arte del vetro a Murano. Le pagine contengono a stento il brillante sfavillio dei gioielli e delle perle, che pur tanta fatica richiedono agli artigiani dell’isola. Nel far risplendere le creazioni di Orsola e Marco, Tracy Chevalier ci svela i segreti delle loro officine, della difficile arte del mercato e del divario sociale di un’epoca che prevedeva anche la schiavitù.
Ma quale epoca?
Ci troviamo d’un tratto ai giorni nostri, mentre per i protagonisti sono passati solo alcuni anni: una vita umana in confronto a cinque secoli. È forse questo che conduce ad un finale che stride leggermente con la prima parte del romanzo.
Sappiamo che l’autrice, inizialmente, aveva pensato ad un finale diverso: forse era evidente anche a lei la difficoltà di far convergere nello stesso punto cinquecento anni della nostra storia.
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Tracy Chevalier
è nata a Washington nel 1962 ma nel 1984 si è trasferita in Inghilterra, dove ha lavorato come editor fino al 1993. Il suo primo romanzo è La Vergine azzurra (Neri Pozza, 2005). Con La ragazza con l’orecchino di perla (Neri Pozza, 2000) ha ottenuto, nei numerosi paesi in cui il libro è apparso, un grandissimo successo di pubblico e di critica. Sempre Neri Pozza pubblica i romanzi successivi: Quando cadono gli angeli (2002), La dama e l’unicorno (2003), L’innocenza (2007), Strane creature (2009), L’ultima fuggitiva (2013), I frutti del vento (2016), La ricamatrice di Winchester (2020), La maestra del vetro (2024). Pubblica anche un’antologia di scrittrici tradotte in tutto il mondo, curata in occasione del bicentenario di Charlotte Brontë: Lettore, lo sposai (Neri Pozza, 2016).
A cura di Renata Enzo