Sinossi. Il commissario Corrado Perri è tornato a vivere e a lavorare sulla costa ionica calabrese, dove è cresciuto. Ha sempre dedicato molto tempo all’osservazione. Forse troppo, agli occhi della gente, eppure è qui che risiede il suo talento investigativo. Quando Rosario Musumeci viene ripescato in mare cadavere, tutti sembrano volersi accontentare di soluzioni di comodo. Ma Perri, come è solito fare, guarda oltre: anche a costo di scoprire amare verità e disseppellire un passato ancora troppo doloroso per essere archiviato nella memoria. La misura dell’orizzonte è un giallo che scandaglia l’animo umano: cosa siamo disposti a sacrificare per salvarci o per difendere il nostro ideale di giustizia?
LA MISURA
DELL’ORIZZONTE
di Ennio Masneri
Golem Edizioni 2023
Narrativa gialla, pag.312
Recensione di Marina Toniolo
Alzi una mano chi, almeno una volta nella vita, ha confidato i propri pensieri al mare, seduto sulla riva. È sempre uno spettacolo stupefacente sia che sia calmo, con piccole onde che increspano la superficie, sia che sia agitato, quando la furia degli elementi ben si accosta a intime riflessioni. Il mare è il protagonista di questo romanzo dalle mille sfaccettature: restituisce il corpo di Rosario Musumeci, sulla piccola spiaggia di uno sperduto paesino calabrese, poche case, una cooperativa di pescatori, una chiesa, tanti occhi che scrutano e altrettante bocche cucite.
Il commissario Perri, dopo anni di servizio, si fa assegnare al suo paese di origine dal quale è scappato molti anni prima per un senso di sfida verso la stessa gente che ha decretato come accidentale la morte del padre. È una rivalsa la sua, condita da sensi di colpa che lo lacerano ogni volta che apre il portone di casa. Ma è animato anche da un profondo senso di giustizia che lo rende integerrimo e benvoluto. Corrado è pure un sognatore che si distrae per un pulviscolo di sole librante nell’aria, caratteristica che lo accompagna sin da quando è bambino e che neppure una maga riesce a guarire con grande sconforto dei genitori. Assieme alla sua squadra cerca di risolvere il rompicapo dell’omicidio del Musumeci nelle caldissime giornate di agosto dove, anche per una semplice passeggiata, rasentare i muri per avere un minimo di ombra è fondamentale.
Oh, come mi sono ritrovata nel ‘La misura dell’orizzonte’!
Partendo da un semplice nome greco di ragazzo – Glauco – fino alla località di provenienza di un altro personaggio, tutto sta ad indicare che il libro mi era destinato. Zeppo come un’antologia di aneddoti letterari e artistici, con una prosa precisa, accurata e ironica, il romanzo mi ha tenuta avvinta e mi ha strappato più di qualche risata per la schiettezza dei dialoghi, mai forzati. Il microcosmo descritto è quello di un luogo che cerca di sopravvivere nonostante la ‘ndrangheta e, in effetti, i capitoli più retorici appunto affrontano la questione in un tempo che potrebbe essere quello odierno oppure di cento anni fa tanto le abitudini e l’omertà sono le stesse.
Una coralità di intenti quasi che gli abitanti pirandelliani formino un corpo dotato di un’unica testa, che si muove lentamente tra le vecchie case a un piano fino al molo dove sono ormeggiati i pescherecci. E da lì il mare e l’orizzonte, il punto in cui cielo e acqua si intersecano. Una metafora per spiegare quali sono i limiti di una persona: che sia a riva o in mezzo al mare, la linea rimarrà sempre allo stesso punto; per questo un uomo deve aver ben chiaro qual è l’obiettivo da raggiungere e non importa se la distanza è sempre uguale, l’importante è perseverare.
“Concorderà anche lei, commissario, che qui ci siamo noi. E noi non siamo quel ‘niente’. Per quanto pochi, per quanto folli, siamo l’unica speranza di questa terra. Non l’ultima. L’unica. È diverso: perché altri verranno dopo di noi, forse più testardi, e sveleranno la bellezza ancora qui custodita. Altrimenti perché Dio si sarebbe preso la briga di creare qualcosa di tanto bello se non per spingerci a salvarlo?”.
L’importante è lottare, se si cade, rialzarsi: la dimensione dell’uomo maturo e di cittadino consapevole consiste in questo.
Una lettura consigliata per scoprire un nuovo commissario più che umano con una spiccata dote di ironia e per gustare – purtroppo solo leggendo – i piatti della tradizione calabra che, fidatevi, vi faranno venire l’acquolina in bocca.
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Ennio Masneri
(Crotone 1978) ha origini calabro-lombarde e si è laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università di Perugia. Attualmente vive a Vittuone (Milano). Coltivando da sempre la passione per la scrittura, si è cimentato negli anni in diversi generi, per esordire infine nel mondo della letteratura con i racconti de ‘Il silenzio del niente’.
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