Sinossi. A Pineta è successo qualcosa che nessuno si aspettava, la destra ha vinto le elezioni amministrative, conquistando un feudo rosso più o meno dal 1946. Mentre i Vecchietti si dividono, anche Massimo ha i suoi problemi con la nuova amministrazione: infatti ha difficoltà ad ottenere l’autorizzazione per il suolo pubblico. La cosa però non gli toglie il sonno, dato che ormai, con la nascita di Matilde, la sua primogenita, non dorme da mesi. Per fortuna, anche in Comune hanno le loro gatte da pelare: il primo atto della nuova amministrazione è stata la vendita di un ampio terreno nell’entroterra a una ditta che intende realizzare un mega resort, contro il parere di varie associazioni locali (come gli ambientalisti e i cicloamatori) e con il favore di altre. Ma ben più grave è che nel parcheggio sul retro del Municipio viene rinvenuto un cadavere. È Stefano Mastromartino, studente di filologia della Scuola Normale, che ultimamente passava molto tempo a fare ricerche nella casa del conte Valdemaro Serra Catellani, nobile decaduto il cui antenato aveva intrecciato una corrispondenza con Giacomo Leopardi. Le lettere autografe del poeta, se ritrovate, sarebbero una vera e propria manna per il conte: pare che tra queste ci fosse anche una poesia di rara bellezza, rimasta inedita. Un bel rebus per il vicequestore Alice Martelli che potrà contare sulle pettegole deduzioni dei Vecchietti e su Massimo che, bazzicando in Comune, si rende conto che qualcuno entra un po’ troppo spesso in uffici che in teoria non gli competono…
LA MORRA CINESE
di Marco Malvaldi
Sellerio editore 2023
Recensione di Luisa Ferrero
Quante cose sono cambiate a Pineta e al BarLume. La famiglia di Massimo e Alice si è allargata con la nascita della piccola Rebecca che, con capricci e piagnistei, ha tolto completamente il sonno ai due genitori.
Una rivoluzione storica è avvenuta anche in seguito alle ultime elezioni perché la vittoria delle destre ha ribaltato l’equilibrio del paese. Così, tra chi è favorevole e chi decisamente contrario, le giornate trascorrono tra un chiacchiericcio e l’altro.
Massimo ha anche un serio problema: non gli è ancora stato concesso l’utilizzo del suolo pubblico per il suo mitico dehors. La situazione, lo costringe a riveder conti e metrature al fine, come sempre, di salvare i guadagni.
Come tutti ben sappiamo, il BarLume è famoso per i suoi “Vecchietti” che ormai ottuagenari sono parte attiva del locale e degli eventi che gli ruotano intorno. E anche in questo nuovo romanzo al refrain di «… gelaaaato al cioccolato, dolce e un po’ salaaaaato…», eccoli entrare in scena.
Quando, però, un tal Stefano Mastromartino, studente di filologia della Scuola Normale, precipita inspiegabilmente dal quarto piano della sede comunale in un luogo e a un’ora in cui non avrebbedovuto di certo essere lì… ecco che toccherà al vicequestore Alice Martelli con l’aiuto del marito Massimo, che ultimamente bazzica sovente in quegli uffici e al gruppo dei “mitici”, indagare.
Leggere un libro di Marco Malvaldi della serie “I vecchietti del BarLume” è come entrare in un mondo a sé dove i nostri esilaranti pensionati, tutt’altro che rimbambiti, si ritrovano per chiacchierare ma soprattutto per impicciarsi dei fatti degli altri arrivando anche a risolvere delitti e misteri, sotto la regia del “barrista” Massimo che è un po’ arbitro e un po’ moderatore.
Anche questo episodio, come tutti i precedenti, ha nel titolo il nome di un gioco. Ma perché la morra cinese? La risposta ci viene dall’intreccio narrativo vero e proprio perché a forza di disquisir di “usi civici” e di diverbi tra ciò che questi impongono o proibiscono, a noi lettori sembra quasi che la metafora del: carta batte sasso, sasso batte forbici, forbici battono carta sia davvero calzante.
«… gli usi civici non permettono al Comune di vendere, e quindi comandano sul Comune. Il Comune, in quanto organo di governo, comanda sui residenti. I residenti, infine, comandano sugli usi civici, perché gli usi civici altro non sono se non un diritto dei residenti. È come la morra cinese, in pratica – dice Alice. Esattamente, brava. È come la morra cinese.»
Non è uno scoop perché è lo stesso autore ad affermarlo nelle sue presentazioni o come in La morra cinese a scriverlo nella post-fazione: il nome Marco Malvaldi è quasi diventato uno pseudonimo perché la vera autrice, di trame e intrecci, è la moglie Samantha Bruzzone. Al nostro autore toscano, sono da attribuirsi i dialoghi, le voci dei vecchietti e il sarcastico dialetto.
Unica nota stonata: non ho gradito (ma questo è un mero giudizio personale) le troppe ingerenze della voce dell’autore presenti nella narrazione.
Giallo umoristico di piacevole lettura.
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Marco Malvaldi
Marco Malvaldi (1974, Pisa), laureato in chimica presso l’Università di Pisa, ha provato a fare il cantante lirico, ma ha abbandonato dopo poco per tornare alla professione di chimico. Esordisce nella narrativa nel 2007 con la serie dei vecchietti del BarLume, pubblicata da Sellerio: La briscola in cinque (2007), Il gioco delle tre carte (2008), Il re dei giochi (2010), La carta più alta (2012), Il telefono senza fili (2014); La battaglia navale (2016), A bocce ferme (2018), Bolle di sapone (2021), La morra cinese (2023). Da questa serie a partire dal 2013 è stata tratta una serie televisiva dal titolo I delitti del BarLume. Ha pubblicato anche numerosi altri romanzi, gialli storici e saggi.
A cura di Luisa Ferrero
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