É UN GIOCO
DI PRESTIGIO
Tom Mead
DETTAGLI:
Traduttore: Federica Aceto
Editore: Mondadori
Genere: Thriller
Pagine: 280
Anno edizione: 2024
Sinossi. Londra, 1936. In una tipica serata di pioggia il famoso psichiatra Anselm Rees viene trovato morto nel suo studio, assassinato. La finestra è sigillata e la porta chiusa dall’interno. Non ci sono indizi né tracce dell’arma del delitto e, stando alle circostanze, è impossibile che l’assassino sia fuggito senza essere visto. Eppure…Per trovare la chiave di volta di quest’indagine a prima vista paradossale, l’ispettore Flint convoca un alleato d’eccezione: Joseph Spector, suo amico ed ex prestigiatore in pensione. Chi meglio di un esperto illusionista può scovare un assassino dileguatosi come per magia? Hanno così inizio le indagini sui pazienti di Rees: un violinista tormentato da incubi ricorrenti; un’attrice cleptomane; e uno scrittore che soffre di inquietanti amnesie. Mentre gli interrogatori portano a galla segreti dal passato, cresce la lista dei sospettati e dei moventi. Un furto inspiegabile e un secondo omicidio, stavolta in un ascensore teoricamente impenetrabile, danno a Flint e Spector la certezza che dietro a quest’ondata di crimini assurdi ci sia la stessa mano.
Recensione di Diego Pitea
Il libro di Tom Mead è una manna dal cielo per tutti quelli come me appassionati di gialli classici, che vivono sempre alla ricerca di trame intricate, indizi sparsi fra le pagine, rompicapo, gli stessi che sapevano regalare autori del calibro di Agatha Christie, J. D. Carr ed Ellery Queen.
In particolare, questo libro di Mead, sembra ripercorrere le stesse trame gotiche di John Dickson Carr e non per niente, all’interno, è possibile trovare addirittura una camera chiusa e un delitto impossibile, oltre a un altro mistero riguardante un quadro che può far ammattire più un potenziale investigatore.
Saremo coinvolti nel mistero fin dalle prime pagine insieme a Joseph Spector, un ex prestigiatore in pensione.
È l’omicidio che ci si pone davanti sembra proprio ideato da un esperto illusionista: Anselm Rees, un famoso psichiatra, viene trovato nel suo studio con la gola tagliata, all’interno della camera ermeticamente chiusa, nessuno.
Mead gioca con il lettore in maniera magistrale, con continui richiami a gialli del passato e con una disquisizione sulla camera chiusa, come ha fatto prima di lui Carr ne “Le tre bare”.
Gli indizi per arrivare alla soluzione prima dell’investigatore (aspetto che ritengo fondamentale per definire un giallo di qualità) ci sono e sono ben congeniati.
Ma quindi il libro è scevro da difetti?
No, purtroppo, perché Mead, proprio come Carr, pecca un po’ nel finale (Lo so, sono un fissato, ma per me il finale è metà libro).
La camera chiusa è deludente e per quanto riguarda l’omicidio impossibile devo confessare che, pur avendo riletto la spiegazione due volte, non ne ho afferrato in pieno la modalità.
Consiglio il libro a tutti i nostalgici dei gialli della Golden Age e soprattutto di Carr, del quale ritroveranno molti aspetti che ne hanno contraddistinto le opere.
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Tom Mead
Tom Mead è un autore britannico. È membro della Crime Writers’ Association e i suoi racconti sono apparsi su diverse riviste. La morte è un gioco di prestigio, il suo romanzo d’esordio, è stato candidato a diversi premi e selezionato tra i migliori gialli dell’anno dal “Guardian” e dal “Publisher’s Weekly”.