La notte arriva sempre




Recensione di Giuseppe Tursi


Autore: Willy Vlautin

Editore: Jimenez

Genere: narrativa

Pagine: 208

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Lynette ha poco tempo per non cedere alla sconfitta. Ad appena trent’anni, è già esausta. Eppure il suo sogno è modesto: comprare la casa in cui vive con la madre e il fratello e procurare loro quella sicurezza che non hanno mai avuto. Nella sua città, una Portland sempre più alla moda, i prezzi delle abitazioni in pochi anni sono più che raddoppiati, le case popolari sono state convertite in condomini prestigiosi, i negozi a gestione familiare rimpiazzati da boutique di lusso. È l’illusione del sogno americano: benessere per tutti. Ma c’è un prezzo da pagare, ed è un prezzo che non tutti possono permettersi. A Lynette sono serviti una miriade di lavori e l’aiuto della madre per poter trovare i soldi necessari all’acquisto. E quando la madre le nega i soldi promessi, è costretta a spingersi oltre i propri limiti per ottenere il denaro di cui ha bisogno. Ambientato nell’arco di due giorni e due notti, “La notte arriva sempre” segue la frenetica odissea di Lynette, una spirale di impotenza e speranza che la porta ad affrontare avidi riccastri e ambigui trafficanti, in una città nel pieno di un boom economico che la sta trasformando radicalmente. Mentre cresce l’angoscia e le sue richieste di aiuto rimangono inascoltate, Lynette fa una scelta pericolosa. Nel tentativo di salvare il futuro della famiglia, è costretta a immergersi nelle zone più oscure del proprio passato e a confrontarsi con la vera realtà della sua vita.

Recensione

Willy Vlautin con il suo nuovo romanzo la notte arriva sempre, ci racconta di quella parte dell’America oscura e nascosta, ben lontana dal famoso “sogno americano”. Vlautin mette al centro delle sue opere persone che per ottenere una casa o delle cure sanitarie, sono costrette a fare due o tre lavori poco remunerati.

Questo è il caso di Lynette, la protagonista del romanzo. Lynette è una ragazza di trent’anni, molto legata al fratello disabile e alla madre, ma con un passato tutt’altro che facile. Dopo un periodo turbolento della sua esistenza, Lynette vuole realizzare un sogno: comprare la casa in cui abita con la sua famiglia, e gettare così le basi per una vita più tranquilla e sicura.

Il motore della storia ha inizio quando la madre della protagonista, per svariati motivi, si rifiuta di aiutare economicamente la figlia. Lynette, però, è disposta a qualsiasi cosa pur di vedere il suo desiderio realizzarsi, anche se questo comporta rivangare nel suo complicato passato.

Vlautin ci racconta la parte più vera e cruda dell’America. Nel suo romanzo troviamo una critica al sistema amministrativo americano, all’aumento esponenziale del costo delle case e delle cure mediche.

L’autore ha un particolare occhio di riguardo per le classi sociali più deboli, costrette a lottare per una vita dignitosa. Non a caso, per i medesimi temi trattati, è stato spesso accostato, giustamente, a un grande autore della letteratura americana come John Steinbeck.

Discorso diverso è se confrontiamo la prosa dei due scrittori. Infatti, Vlautin rispetto al premio Nobel, ha una scrittura più semplice, ma molto efficace per il tipo di storie che racconta.

Con poche parole e grazie a dei dialoghi ben scritti, l’autore riesce a caratterizzare ottimamente i personaggi e crea nella mente del lettore delle immagini vivide, difficili da dimenticare.

Vi consiglio la lettura di questo romanzo, la storia di Lynette merita di essere conosciuta, e le opere di Willy Vlautin meritano tutte di essere scoperte.

A cura di Giuseppe Tursi

instagram.com/giuseppetursi.libri

Willy Vlautin


Nato e cresciuto a Reno, in Nevada, è uno scrittore e musicista (leader dei Richmond Fontaine, ora membro dei Delines). È autore di sei romanzi: Motel Life (Jimenez 2020), Verso Nord (di prossima pubblicazione per Jimenez), La ballata di Charley Thompson (Mondadori 2014), Io sarò qualcuno (Jimenez 2018), The Free La notte arriva sempre (Jimenez 2019 e 2021). Da La ballata di Charley Thompson è stato tratto il film Lean on Pete di Andrew Haigh, uscito negli Stati Uniti nel 2017; da The Motel Life è stato tratto il film omonimo (2012) diretto dai fratelli Alan e Gabe Polsky, con protagonisti Emile Hirsch e Stephen Dorff. Il film è stato presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2012, dove ha vinto il Premio del pubblico e il Premio per la miglior sceneggiatura. Nel 2019, con Io sarò qualcuno, è stato finalista al Pen/Faulkner Award, uno dei più prestigiosi premi letterari degli Stati Uniti.

 

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