La notte della Morava




Peter Handke


DETTAGLI:

Traduttore: Claudio Groff

Editore: Guanda

Genere: Narrativa

Pagine: 336

Anno edizione: 2024

Sinossi. Primavera, un battello sul fiume Morava, fermo tra il paese di Porodin e la città di Velika Plana, nella Serbia centrale. Il battelliere è uno scrittore che ha deciso di ritirarsi dalla scena letteraria e ha eletto il battello a sua dimora temporanea. Una sera chiama a raccolta amici, colleghi, compagni di gioco – sette di loro – che si mettono in viaggio immediatamente per raggiungerlo. Non si sa perché sia approdato proprio su quel tratto di fiume, forse perché lì c’è sempre stato «se non un tempo di guerra, un ‘tempo tra le guerre’», forse solo per poter guardare lo scorrere delle acque o forse per la posizione al centro del Paese. I sette arrivano al battello sul far della notte e con grande stupore trovano ad accoglierli anche una donna. Nessuno infatti aveva mai visto lo scrittore in compagnia di una donna. Sarà un’amante? Un’amica? Man mano che la notte procede, l’autore racconta di un lungo viaggio in Europa occidentale, che dall’isola di Krk, l’ha portato in Spagna, in Galizia, e poi in Germania e in Austria, e di una donna che l’ha inseguito ovunque per ucciderlo, e che forse è proprio la stessa che sta aspettando l’alba con loro…

 Recensione di Marina Toniolo

Peter Handke non è uno scrittore semplice. Affascinata dalla lettura de ‘La donna mancina’ mi sono letteralmente tuffata in questo romanzo quasi ad occhi chiusi. Certo, l’autore ha il suo perché. Certo, la trama è accattivante. Quello a cui non ero preparata è il viaggio che lo stesso lettore deve compiere per seguire le orme dello scrittore, sia nei passaggi più fluidi sia in quelli ostici da morire che fanno per un po’ pentire di avere per le mani ‘La notte della Morava’.

Uscito in Germania nel 2008 è letteralmente il testamento poetico dell’autore. Tutto quello che ha messo nero su bianco o girato su pellicola, tutta la sua filosofia di vita vive e riecheggia nelle pagine.

E’ un’autobiografia fiabesca che si svolge durante una notte a bordo appunto de ‘La notte della Morava’, un battello attraccato nel fiume omonimo a Porodin, in Serbia. Sette amici sono invitati in fretta per ascoltare una storia quantomai bizzarra e variopinta sia dall’ex-autore Handke, sia da una donna bella e misteriosa. Narratore è uno degli amici, colui che lo ha accompagnato all’inizio del viaggio, guardandolo partire in una vecchia corriera; come bagaglio solo uno zaino.

Perché un viaggio?

Perché Handke decide di non scrivere assolutamente più nulla, neppure un appunto. Allora eccolo nei luoghi dove la sua carriera è iniziata, dove lo scrivere diventa una necessità fisica sotto il sole cocente di mezzogiorno.

Dove vive il suo primo amore che ben presto si tramuta in rifiuto, perché la Donna, o le donne in generale, ostacolano i processi creativi. Eppure una lo inseguirà per tutto il tempo in giro per l’Europa ed è appunto la figura misteriosa sul battello. Antagonista, ma presente con il suo silenzio carico di sfacciataggine. 

L’ex autore, o pellegrino, o viandante a seconda dell’evoluzione della storia, giunge nei luoghi dell’infanzia, per vedere dove è nato e cresciuto suo padre, mai conosciuto, e da dove sua madre è fuggita tanti anni prima.

Fino a giungere nel paese dove è cresciuto e da cui è scappato. Rimpianti?

Sì, molti. Lo si evince quando narra della madre, morta suicida, che gli si presenta in sogno redarguendolo di proseguire con slancio il resto dell’esistenza.

L’autoresi mostrava nel suo tranquillo stare lì, specie dopo tutto quello che all’uno e all’altro dei convocati era giunto all’orecchio del suo viaggio circolare, daura, che era stato anche una foga a tappe, e anche una peregrinazione a tappe, e anche un viaggio di morte a tappe, e anche una corsa in preda alla furia omicida attraverso la sua patria Europa, sempre a tappe’.

Non pensi il lettore incauto nello scegliere ‘La notte della Morava’ di avere facile accesso se non si conosce almeno un minimo di Handke. E pur conoscendolo si rimane sopraffatti dai voli pindarici a guisa di fiabe che costellano ogni luogo, situazione, incontro; voli capaci di riempire fino all’inverosimile la mente umana, spiazzandola.

Cosa rimane a termine lettura?

La consapevolezza che alcune persone sono nate per scrivere e che sono scrittori prima di essere persone. Che un padre ignoto e una madre suicida pesano nell’animo ma la compassione e il perdono possono fare miracoli. Che l’amore per una donna, pur essendo scontro, è salvifico. 

Che tutto è sogno e fiaba e svaniscono alle prime luci dell’alba.

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Peter Handke


è un romanziere e drammaturgo austriaco. È nato a Griffen, in Austria, nel 1942. Dopo essere stato per due anni allievo di una scuola di Gesuiti, ha frequentato la facoltà di legge a Graz senza laurearsi. Come regista, ha realizzato nel 1978 La donna mancina.
Di Peter Handke nel catalogo Garzanti sono presenti: Infelicità senza desideri (1976); La donna mancina (1979); L’ora del vero sentire (1980); Storia con bambina (1982); Attraverso i villaggi (1984); Nei colori del giorno (1985); Lento ritorno a casa (1986); Il cinese del dolore (1988); La ripetizione (1990); L’assenza (1991); Saggio sulla stanchezza (1991); Saggio sul juke-box (1992); Saggio sulla giornata riuscita (1993); Il gioco del chiedere (1993); L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro (1994); Il mio anno nella baia di nessuno (1996); In una notte buia uscii dalla mia casa silenziosa (1998); Lucia nel bosco con quelle cose lì (2001); Alla finestra sulla rupe, di mattina (2003); Le immagini perdute (2004); Don Giovanni (2007) e La montagna di sale (2011), Storie del dormiveglia (2014) e I giorni e le opere (2018) e La ladra di frutta (2019). Nel 2009 gli è stato conferito il premio Franz Kafka e nel 2014 l’International Ibsen Award 2014, il massimo riconoscimento in ambito teatrale. Peter Handke è stato più volte indicato come uno dei favoriti all’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura, che gli è stato conferito nel 2019. Ha collaborato in varie occasioni con il regista Wim Wenders, fino a Il cielo sopra Berlino.

A cura di Marina Toniolo

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