Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Hans Tuzzi
Editore: Bollati Boringhieri
Genere: Giallo
Pagine: 179
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. La notte, quando il buio e il silenzio sembrano favorire il delitto, segna tre diversi casi, che impegnano il commissario Norberto Melis nel corso degli anni Ottanta. È l’11 luglio 1982 quando, mentre l’Italia festeggia la vittoria ai Mondiali di calcio, il capo ultrà di una delle due squadre milanesi viene ucciso con due colpi di pistola per strada. Regolamento di conti, ma fra chi? Tifosi, ormai sempre meno sportivi e sempre più delinquenti? Estremisti di destra, così vicini a quel mondo? O c’entra la malavita organizzata? Le indagini segnano il passo. Forse allora bisogna scavare nella vita privata del morto. Una sera dell’estate del 1984, a Milano, due bambine scompaiono da casa. Vengono ritrovate in piena notte, volevano giocare, si erano perse. Due giorni dopo i genitori si presentano in questura: Patrizia e Valeria hanno lo stesso incubo ricorrente. Dietro una finestra illuminata, quella notte hanno visto un uomo tagliare la testa a un altro uomo. Fantasie? Nelle strade sempre più deserte di una Milano afosa, Melis decide di vederci chiaro. Ed è un vero cold case quello che aspetta Melis nella villa sul mare ligure dove i suoi amici Letizia e Franco lo hanno invitato insieme alla compagna Fiorenza per la Pasqua 1986. Esistono case infestate da spettri? Per Letizia e Franco, sì: nella loro villa, negli anni Trenta, morirono due uomini, fra loro rivali in amore. Incidente, come dissero le inchieste, o omicidio, come farebbero pensare le implacate presenze notturne? Una pista molto fredda, che Melis segue con un assistente d’eccezione: Edgar Allan Poe.
E, così come il giorno segue alla notte, e la luce dissolve i misteri, in ciascuna inchiesta Melis riuscirà a ricomporre il tessuto lacerato dal delitto.
Recensione. Hans Tuzzi è certamente uno dei giallisti contemporanei più colti e interessanti e il suo ultimo libro “La notte, di là dai vetri” conferma in pieno la sua fama.
Il volume raccoglie tre racconti dallo stile e dai temi molto diversi ma sono tutti ambientati negli anni Ottanta, periodo prediletto da Tuzzi per mettere in rilevo il punto di svolta della vita politica e sociale italiana.
Il primo racconto “Il sangue dell’innocente” comincia il giorno dopo la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio del 1982 e ha come campo d’indagine proprio il mondo degli ultras degli stadi.
Le piste da seguire per scoprire il responsabile dell’uccisione di Gildo Gallazzi detto il Gallo, capo dei tifosi milanisti, sono tante, trafco di droga, rappresaglia di tifosi nemici, un marito tradito e anche la vendetta mafosa.
Il commissario Norberto Melis, segue tutte queste tracce per scartarle defnitivamente quando trova un piccolo indizio che gli consente di capire la verità e discutere di etica e morale con l’assassino.
Nel secondo racconto “Il gatto alla fnestra” il commissario Melis indaga sulla strana scomparsa di due bambine e dopo il loro ritrovamento deve risolvere il misterioso caso di un tagliatore di teste di cui non si trova alcuna traccia.
Nel corso dell’inchiesta incontra alcuni personaggi particolari e alla fne scoprendo che si è trattato di un equivoco porta alla luce un trafco illegale molto pericoloso.
“A lume di candela” è, a mio parere il racconto migliore perché racchiude in poche pagine tanti temi classici dei gialli e dei romanzi gotici pur avendo una grande attualità.
Il commissario Melis e la sua compagna Fiorenza sono ospiti nella splendida villa sul golfo ligure degli amici Letizia e Franco quando parlando del più e del meno rievocano una vecchia leggenda sui fantasmi che infesterebbero la dimora.
Una volta sentita la storia degli antichi proprietari della villa e dei tragici fatti accaduti durante l’epoca fascista Melis, con l’aiuto delle opere di Edgar Allan Poe, risolve il caso che ricorda certi gialli di John Dickson Carr in cui l’atmosfera paranormale che li avvolge viene dissolta dalla forza della logica e delle deduzioni di un abile detective.
I romanzi di Tuzzi ricordano quelli di Umberto Eco per la ricchezza di citazioni, suggestioni e richiami culturali che valorizzano le trame.
Per esempio, nell’esergo di “Un gatto alla finestra” si legge: “Mettere un nume ai gatti è un’impresa difcile” che è la parafrasi di una delle più famose poesie del “Libro dei gatti tuttofare” di Thomas S. Eliot, che ha ispirato il celebre musical “Cats, “E’ una faccenda difcile mettere il nome ad un gatto”. E per continuare col tema i gatti presenti nel racconto si chiamano Schwabacher e Shamrock.
Non sono solo questi i pregi di “La notte, di là dei vetri” che pur nella diversità delle tematiche presentano un’unità di visione sulla società attuale anche se considerata da un periodo così lontano nel tempo.
“Vedrai che prima o poi, chissà, fra dieci anni la destra estrema andrà al governo e uno di loro diventerà segretario” “Perché sottosegretario?” “Perché sono ottimista” dice Norberto Melis nel “Sangue dell’innocente” oppure parlando di immigrati “Un fenomeno da governare, ed era già tardi, se non si voleva cadere nel disordine propizio a ogni forma più o meno mascherata di intollerante razzismo. Invce, come sempre in Italia…”.
Hans Tuzzi utilizza il genere giallo come un palinsesto perfetto per trasmettere pensieri e concetti che gli permettono di descrivere al meglio la deriva italiana degli anni Ottanta visti dall’osservatorio privilegiato della capitale morale del Paese.
Hans Tuzzi
Hans Tuzzi: pseudonimo di Adriano Bon, è l’apprezzato autore – oltre che di saggi sulla storia del libro e sul suo mercato antiquario – dei celebri gialli ambientati a Milano che hanno come protagonista il commissario Melis: Il Maestro della Testa sfondata (2002), Perché Yellow non correrà (2003), Tre delitti un’estate (2005), La morte segue i magi (2009), L’ora incerta fra il cane e il lupo (2010), Un posto sbagliato per morire (2011), La notte, di là dai vetri (2019) sono pubblicati da Bollati Boringhieri. Con Vanagloria (2012) Tuzzi ci regala una nuova, sorprendente prova narrativa fuori dal genere giallo e con Morte di un magnate americano (2013) arriva finalista al Premio Commisso. Altri suoi libri pubblicati da Bollati Boringhieri sono: La figlia più bella (2015), Perché Yellow non correrà (2016), La belva nel labirinto (2017), nel 2018 La vita uccide in prosa (2018) e Il principe dei gigli (2019).
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