La notte non ha bisogno




Antonio Paolacci

Paola Ronco


DETTAGLI:

Traduttore:

Editore: Piemme

Genere: Thriller

Pagine: 368

Anno edizione: 2024

Sinossi. Antonio Paolacci e Paola Ronco intessono una trama gialla di grande spessore, animando una Genova fatta di vicoli, angoli di mare e spazi bui. La notte non ha bisogno è un romanzo forte e attuale, capace di affrontare temi e situazioni che ricalcano e problematizzano la nostra contemporaneità. L’omicidio di Vittorio Oliveri, ricco imprenditore genovese, getta la città nell’inquietudine: la presenza di un pentacolo tracciato sulla scena del crimine scatena un incendio mediatico e il timore che sia nata una nuova setta satanica. Ma Paolo Nigra, incaricato delle indagini, è convinto che si tratti di una messinscena. Come sempre, nelle situazioni più tese, adopera freddezza e logica: a un esame più approfondito, i simboli rituali lasciati dal misterioso assassino appaiono ai suoi occhi confusi e imprecisi, implausibili… Nel frattempo Lorenzo Modesti, leader del neonato Partito degli Italiani, sta riscuotendo sempre più consensi tra gli elettori storici della destra, e continua a usare la sua influenza politica per favorire la ‘ndrangheta. Nigra, che è a conoscenza di questi rapporti, decide di indagare su un doppio binario, ma la strada per trovare l’assassino e incastrare Modesti è lunga e lastricata di rompicapi, minacce, ricatti. E questa volta persino il compagno di Nigra, il famoso attore Rocco Antonelli, potrebbe finire per pagarne le conseguenze.

 Recensione di Sabrina De Bastiani

Uscì in terrazza, sentì l’aria gelida sulla faccia, guardò i tetti di Genova, il mare nero in lontananza, la luce della Lanterna riflessa dalle nuvole basse. Chiuse gli occhi e attese il ritorno della rabbia. Quando la sentì arrivare, proprio come ogni altra volta che era stato sul punto di arrendersi, Nigra fu pronto per ricominciare.

“La notte non ha bisogno”, ma di penne e di storie come quelle di Antonio Paolacci e Paola Ronco, i lettori, sì, ne  hanno un gran bisogno.

Impostisi  fin da subito, dall’esordio con   “Nuvole barocche”, primo romanzo della serie con protagonista il vicequestore aggiunto Paolo Nigra, e primo scritto a quattro mani, come una delle voci più interessanti e di rilievo nel panorama narrativo, si sono confermati tali nei successivi volumi della serie, “Il punto di vista di  Dio” e “Tutto come ieri”, e ce lo riconfermano a gran voce oggi, più che mai, consegnando un romanzo straordinario. Letteralmente, consonante per consonante e vocale per vocale. Straordinario.

E’ decisamente il romanzo di Paolo Nigra, questo. 

Dei suoi conti irrisolti –  Non sapete niente, né tu né lui, ma chiudete la gente nelle vostre gabbiette come se ne esistessero di abbastanza grandi da contenere tutta una vita –, delle sue fragilità –Il vicequestore aggiunto Paolo Nigra pensò che era stanco di combattere. Pensò che forse era arrivato il momento di arrendersi e riconoscere la vittoria all’avversario, a quel suo eterno avversario dall’aspetto multiforme. – , della sua lucidità e del suo coraggio, –  Per un attimo, tutto sembrò convergere in quel punto, in quella serata, in quella cucina. L’amore, il lavoro che aveva scelto, tutti gli anni della sua giovinezza passati a combattere testardamente contro l’ottusità e la paura.  – del suo essere irredimibilmente vero e, dunque, anche nelle  inevitabili contraddizioni – Dici di combattere il caos, ma sai perfettamente che è come lottare contro la tua ombra. Se non fossi parte del caos non potresti fare questo mestiere. – lo sdoppiamento, la duplicità – Come fa a vedere quello che c’è lì in fondo, ogni volta che ti chiedi quanto sei veramente diverso dai criminali che incontri, perché ti accorgi che riesci a pensare come loro?.

E’ possibile attraversare questi gironi emotivi  e rimanere uno

Rimanere se stesso? 

E’ possibile farlo solo ritrovandosi, accogliendosi e accogliendo:

Non tutti i pugni si possono deviare.

Non tutto il dolore si può schivare. E anche la paura è come un pugno, anche l’ansia, lo stress. Anche certi fatti che succedono. Non tutto si può respingere. E allora, quando quello che fa male arriva e ti colpisce, devi essere song, morbido, devi essere come l’acqua. Così puoi reagire subito.

E’ il romanzo di Nigra per tutti questi motivi, ma è proprio per tutti questi identici motivi che “La notte non ha bisogno” è il romanzo di Rocco Antonelli, di Marta Santamaria, dell’ispettore capo Caccialepori,  della Signora Yang, di Walter Sobrino (e su quest’ultimo tornerò a dire più avanti), perchè questa storia è fatta dalle loro storie, dalle loro voci. Nigra non le soverchia, non le silenzia, non le uniforma, anzi le realizza nella loro differenza  con l’inclusione più completa, perchè ciò che “siamo” davvero è dato da tutto ciò che è oltre il nostro ombelico.

Una Genova sorniona, ironica, zeneisecittà più anziana, sospettosa e diffidente del mondo, una Genova dalla bellezza insostenibile e dalle pecche purtroppo evidenti –  «Nenè, aggio capito che ‘sta città è corrotta, piove in continuazione, è buio e sta chin’e pazzi, ma tu devi sapere una cosa. Questa non è veramente Gotham. E soprattutto tu non sei Batman.»

«Però ci somiglio parecchio» rispose Nigra imitando la voce cavernosa del personaggio nei film. – dove convivono l’alta borghesia e l’immigrato, dove il porto è catalizzatore e detonatore, è lo stage di una trama che affonda le sue pieghe nel malaffare, nell’ipotesi del  satanismo, nell’uso e nell’abuso, sostanze, persone.

Chi? Cosa?

Un cantante rap, Fidel Dior, che sul suo  stage si pone come il più dissacrante e controverso agitatore di folli emulatori, pentacoli disegnati sulla scena del crimine, due fratelli dallo slang irripetibile e irresistibile, giovani, meno giovani, la politica, la fama, la fame.

Visto da fuori, il mondo pareva essere esattamente lo stesso di prima.

Ma Paolacci e Ronco ce lo mostrano, da dentro, e cambia tutto.

E poi lui. Criminologo di meritata fama, massimo esperto di satanismo, uomo di eleganza e sostanza, il professor Walter Sobrino è tutto questo e ben di più, essendo incidentalmente,  anche un  ex di Paolo Nigra. 

Anzi, L’EX. 

E  il maiuscolo il personaggio lo vale tutto.

Impossibile non rimanerne conquistati, affascinati, travolti. Un concentrato di sagacia,

ironia, intelligenza, umanità che non si cela nel gusto per la battuta e la sottile provocazione, ma esplode in un  “sentire” profondo, non esposto, che fuoriesce quasi pudico e che lo rende indimenticabile.

Altrettanto, non vi è dubbio, questo personaggio è amato  dagli autori, che,  per tramite suo,  omaggiano  e esprimono il loro amore per la scrittura,  rendendola  metaprotagonista, dandole voce

«Voglio dire, la vita professionale di voi poliziotti non è in fondo come una serie di gialli? Tutti questi anni a Genova senza di me devono esserti sembrati come una specie di interminabile premessa narrativa. Ma ora eccomi qui. Credo che in letteratura questo venga chiamato il punto di svolta.»

e lo onorano regalandogli  una delle battute più efficaci, originali e brillanti che abbia mai letto

«Ascolta, ti serve qualcosa?»

Walter sfilò gli occhiali (…) «Vai tranquillo, Spock. Lo sai che sono un tipo autoconclusivo.»

Avete presente un romanzo perfetto? 

Di quella perfezione che non stucca, però. Che non ammicca, che non è inamidata.

Fatta di una scrittura appassionata e sublime, qualitativamente elevatissima eppure diretta, franca, schietta. 

Fatta di una storia forte, che tiene come il miglior silicone sigillante e parlo di trama, ma allo stesso modo della capacità di tenere avvinti alle pagine.

Una storia che non si declina “solo” nelle spire del mistero di un omicidio da risolvere, ma che che veicola e affronta una molteplicità di aspetti, di tematiche e di riflessioni e lo fa in maniera tutt’altro che statica, senza abdicare neppure in un passaggio al ritmo sostenuto che attraversa i capitoli.

Ecco, se lo avete presente, sapete cosa aspettarvi dalla lettura di “ La notte non ha bisogno”.

Se non lo avete presente,  lo scoprirete leggendolo.

Se poi lo farete  ascoltando in sottofondo l’album The NIght dei Morphine, avrete proprio vinto tutto. 

Così come, una volta di più con questo romanzo hanno fatto Antonio Paolacci e Paola Ronco.

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Antonio Paolacci 

Paola Ronco


Antonio Paolacci è nato nel basso Cilento per poi trasferirsi a Genova. È scrittore ed editor dal 2007. Ha pubblicato Flemma (Perdisa Pop, 2007), Salto d’ottava (Perdisa Pop, 2010), Accelerazione di gravità (SenzaPatria, 2010), Tanatosi (Perdisa Pop, 2012), Piano americano (Morellini Editore, 2018) e svariati racconti e articoli in antologie collettive e riviste.
Ha condotto alcuni studi di psicoanalisi del cinema considerati in ambito accademico i più approfonditi sull’argomento. È stato il direttore editoriale del marchio “Perdisa Pop” dal 2011 al 2014. È l’ideatore di “Progetto Santiago”, il primo progetto editoriale italiano interamente gestito da un gruppo di scrittori, artisti e professionisti indipendenti. Nel 2019 pubblica il primo romanzo scritto a quattro mani con la compagna Paola Ronco Nuvole Barocche (Piemme).

Paola Ronco Scrittrice con diverse pubblicazioni alle spalle, nel 2019 è autrice del suo primo libro a quattro mani Nuvole Barocche (Piemme), scritto con il compagno Antonio Paolacci.