Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Liz Lawler
Traduzione: Giulio Silvano e Carla De Caro
Editore: Newton Compton
Genere: Thriller
Pagine: 416 p. R
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Emily Jacobs è appena stata ricoverata nell’ospedale dove lavora come infermiera per una piccola operazione. Quando si sveglia nel cuore della notte, ancora confusa dall’anestesia, fatica a capire bene cosa stia succedendo. Per un momento le sembra quasi che un medico stia cercando freneticamente di rianimare la paziente nel letto a fianco. Al risveglio chiede spiegazioni, ma la risposta è che il letto accanto al suo è sempre stato vuoto. Una volta tornata al lavoro, Emily è decisa a non dare più peso alla cosa, ma il ritrovamento di un braccialetto riporta a galla tutte le sue inquietudini. Potrebbe essere della donna scomparsa? Più ci pensa e più si convince che i suoi colleghi nascondano un terribile segreto. Potrebbe sbagliarsi, è vero. Forse per colpa di un trauma del suo passato che rischia di influenzarla… E se invece avesse ragione? Chi altro sarebbe in pericolo?
Recensione. Vi capita mai di iniziare a svegliarvi nel vostro letto al mattino, soprattutto d’inverno, avvolti da un caldo piumone, che vi abbraccia e vi coccola fino a quando sarete pronti per affrontare una nuova giornata?
Quel piacevole momento in cui inizi ad aprire gli occhi ma stai ancora decidendo se resistere a Morfeo oppure assecondarlo un altro po’. Questo libro mi ci ha fatta pensare, e devo dire che anche a me capita talvolta di rimanere sospesa in questo limbo fra sogno e realtà, ed effettivamente quando poi mi sveglio definitivamente, ho memoria di certe cose, una figura, parole, conversazioni e mi sorge per un attimo il dubbio sul fatto che siano stati sogno o realtà.
Emily ha subito un trauma che sicuramente l’ha segnata profondamente, ha deciso dopo un lungo periodo di sofferenze di provare a ricominciare, ma allo stesso tempo il passato la tiene incatenata a ciò che è accaduto. Ma cosa è veramente successo?
Durante tutta la lettura ho provato ansia, angoscia, turbamento. Riconosco all’autrice l’abilità di aver creato dentro il libro una bolla all’interno della quale, io lettrice, mi sono ritrovata bloccata e imprigionata, con la sensazione di essere anche io a non riuscire a trovare una via d’uscita. Un senso di totale isolamento si è impossessato di me.
Emily non viene ascoltata, non viene creduta, il suo passato l’ha segnata personalmente, ma ha anche fatto sì che ora da parte di tutti, nei suoi confronti vi sia un sentimento di pietà, dubbio, scarsa fiducia fino a finire per farla sentire pazza. Ma Emily, pazza, lo è veramente?
Non ho letto nient’altro di quest’autrice, ma devo dire che ne sono rimasta colpita. Liz Lawler scrive in modo talmente fluido e accattivante, da rendere la lettura scorrevole e anche tremendamente angosciante, che nel suo caso è un pregio perché vuol dire che il libro ha colpito nel segno. Mi sono ritrovata a leggere dimentica del tempo che scorreva, tanta era la voglia di arrivare a svelare l’arcano di tutta questa storia.
A mio avviso, la parola che riesce a definire e inquadrare questo romanzo è “accanimento” in tutta la sua interezza e nelle sue sfumature di significato. Una parola forte che a seconda di chi la utilizzi potrebbe stare a significare un tentativo di rivalsa, di rimedio ad una situazione, di miglioramento o abbellimento della realtà, fino a rappresentare l’obiettivo più alto di scoprire la verità.
“…per una volta ho dimenticato… Ho dimenticato che l’amavo…”
Un’aura d’inquietudine ti avvolge, ti blocca, ti tiene prigioniera e non ti lascia andare. La sensazione di sentirsi impotenti, di sapere che c’è una possibile via d’uscita ma senza sentire l’esigenza di imboccarla, perché c’è qualcosa di invisibile che ci costringe a rimanere imprigionati fra le pagine. Insomma, una lettura all’ultimo respiro, semplicemente fantastica.
Questa vicenda si è rivelata brutalmente straziante per i temi affrontati, ma anche estremamente umana e terribilmente inquietante. Se già di per sé nei capitoli finali, quando la verità verrà alla luce, io ho provato un certo fastidio dovuto all’etica che in questo libro da parte di molti è venuta a mancare, il finale mi ha raggelata per la drammatica schiettezza, per il peso pressante delle rivelazioni e perché mi ha costretta a riflettere su un particolare che non avrei mai voluto dover considerare.
Ma per saperne di più non potrete fare altro che leggere questo incredibile thriller.
“…da qualche parte intorno al cuore sentì una improvvisa, gelida immobilità. L’assenza di un battito in accordo con quello di lei. Gli occhi erano chiusi, le labbra serrate e la pelle di un grigio slavato. Le guardò velocemente il volto. E poi arrivò. Una sensazione schiacciante e devastante proprio nel cuore.”
Buona lettura!
Liz Lawler
ha lavorato per vent’anni come infermiera, per poi dedicarsi alla gestione di un albergo a cinque stelle come general manager. La transizione per lei è stata quasi naturale, la domanda da rivolgere a pazienti e ospiti è uguale: “Buongiorno. Ha dormito bene?”. Non svegliarti, il suo scioccante thriller d’esordio, è stato pubblicato dalla Newton Compton.
Acquista su Amazon.it: