Maxime Chattam
Traduttore: Guido Calza
Editore: Salani
Genere: Thriller Psicologico
Pagine: 537
Anno edizione: 2025

Sinossi. Cinquantotto corpi. All’Istituto di medicina legale di Parigi non se ne erano mai visti tanti tutti insieme. Quella mattina, due amici sono saliti a bordo di un treno dell’alta velocità, hanno tirato fuori due fucili a canne mozze e hanno dato il via al massacro, prima di togliersi la vita. Movente: in apparenza, nessuno. Poche ore più tardi, Ludivine Vancker, tenente della Sezione Ricerche, accetta di partecipare a una rischiosa operazione: intercettare un carico di droga in autostrada. Li chiamano go-fast, sono convogli di macchine che viaggiano di notte, a duecento chilometri all’ora, e trasportano grosse quantità di stupefacenti. Ma quando Ludivine apre il borsone sequestrato al corriere, ciò che trova va oltre ogni immaginazione… Cosa unisce questi due terribili episodi? E come mai cominciano a comparire ovunque croci rovesciate e altri simboli satanici? È possibile che l’inferno abbia davvero aperto le sue porte e che le sue fiamme ardenti siano uscite dall’oscurità? Riconosciuto a livello internazionale come uno dei maestri del thriller, Chattam è implacabile non soltanto nella costruzione romanzesca, ma anche nel suggerire, pagina dopo pagina, che il Male non appartiene soltanto ai mostri ma percorre tutti quanti gli uomini come una componente naturale, un difetto di fabbricazione dal quale nessuno, in fondo, può dirsi salvo.
Recensione
di
Roberto Forconi
Chattam, questo sconosciuto ai molti in Italia è uno scrittore francese affermato che sta pian piano raccogliendo i frutti del suo nobile lavoro anche qua da noi.
Conosciuto nella nicchia con una bellissima trilogia sul “Male” verso la fine degli anni 90 primi duemila, è proprio quest’anno che Salani Editore decide di far uscire sul mercato italiano “Loro” una nuova saga con protagonista Ludivine Vancker una detective sulla falsariga di Clarice Sterling che conquista subito per la sua caratterizzazione decisa.
A distanza di pochi mesi esce questo seguito diretto “La Pazienza del Diavolo” e riprende la storia proprio post eventi del precedente libro.
Immergendosi nei dettagli del libro notiamo quanto Chattam riesca a coinvolgere il lettore con descrizioni dettagliata e spesso cruente che non lasciano spazio all’immaginazione e spingono sull’acceleratore della violenza.
Forse, per qualcuno anche troppo gratuita, ma necessaria allo sviluppo del racconto. Le tematiche spesso accompagnate da una ricca sottocultura esoterica riescono a dare spessore narrativo al racconto con particolare cura ai dettagli nascosti e al plot twist generale. Ludivine è un personaggio carismatico che cresce in maniera esponenziale da un libro all’altro e si colloca come filo conduttore primario nello svolgersi degli eventi.
Chattam è abile a dosare la suspence con la grande abilità di non scrivere prose bibliche, con capitoli brevi, ruvidi e che creano un legame l’uno con l’altro come se fossero un enorme cliffhanger narartivo.
In questo libro troviamo gli stessi personaggi sopravvissuti al precedente che ancora scossi dalle vicende narrate in “Loro”, alle prese con un traffico di pelli umane e l’ombra di un serial killer che nelle fattezze del Diavolo fatto persona instilla dubbi sulla sua reale esistenza.
L’ombra della Fede, l’eterna diatriba Bene e Male fa del libro il nodo cruciale in cui si svolgono gli eventi e butta letteralmente il lettore nell’abisso oscuro che Chattam – come un regista cinematografico – delinea attraverso l’uso intelligente di tematiche forti che rispecchiano il marcio della società.
L’atmosfera cupa e intensa fanno del libro uno scenrio perfetto dove la luce non riesce a perforare le tenebre e la città dai toni grigio scuri sembra avvolta in una notte perenne senza fine.
Un thriller psicologico maiuscolo dove ci sono tutti gli elementi necessari per trasportare il lettore dalla prima all’ultima pagina senza staccarsi mai; forse la storia sa un po’ di già letto, ma come gli stilemi del racconto thriller ci insegnano, non serve per forza scrivere qualcosa di mai scritto, ma creare un’empatia tra personaggi e lettore con un alto grado di immedesimazione.
Il male sa essere contagioso e viene rappresentato come una piaga che si diffonde nella società moderna; una critica forte quella di Chattam che si riversa nella quotidianità che viviamo oggigiorno e ci fa pensare che il divario tra finzione e realtà sia davvero così fragile e vicino.
Un libro forte e crudo, non per tutti i palati specie quelli impressionabili. Se con il precedente “Loro” ci eravamo immersi nella natura predatrice del Serial Killer, qui si sviscerano tutti i malesseri che ne conseguono senza sconti di pena per nessuno.
Prima di leggere questo libro è altamente consigliabile leggere “Loro” in quanto sono presenti molti dettagli del precedente e che danno spessore e continuità alla trama, la quale è destinata a continuare nei prossimi libri.
Acquista su Amazon.it:
Maxime Chattam
Durante l’infanzia ha soggiornato a lungo negli Stati Uniti. A Portland nell’Oregon, in cui ha vissuto nel 1987, ha ambientato il suo primo romanzo. Dopo aver frequentato il liceo a Herblay, si è iscritto alla facoltà di lettere moderne all’università di Parigi, città in cui, sognando in quegli anni di fare l’attore, ha seguito dei corsi di recitazione, ottenendo anche piccoli ruoli in televisione o per la pubblicità. Nei primi anni Novanta inizia la sua attività di scrittore di romanzi con forti richiami a Stephen King. Scrive poi anche per il teatro, ma vede nei romanzi gialli e polizieschi il suo futuro di scrittore. Proprio per acquisire competenze, frequenta per un anno un corso di criminologia all’università di Saint-Denis. Da allora i suoi romanzi sono diventati sempre più popolari e lodati dalla critica.