La porta del non ritorno




Sinossi. Grazie a suo padre, Aglaé ha imparato fin da bambina l’arte di stare china su un fiore per giorni interi, a spiare i misteri della sua vita effimera, anche se forse – ora che è morto può finalmente dirselo – da lui avrebbe voluto l’amore, il sostegno di un genitore. Ma Michel Adanson, studioso di botanica, si sentiva chiamato a una missione piú grande: lavorare a un’Enciclopedia che, sbrogliando i fili nascosti nell’enorme ma – tassa del mondo, catalogasse tutti gli esseri viventi del globo. A quel sogno, che piú di ogni altro incarnava appieno l’Età dei Lumi in cui stava vivendo, Adanson aveva sacrificato ogni cosa, anche il possibile conforto degli affetti; giunto poi davanti al termine di un’esistenza in cui la gloria gli era sfuggita fino all’ultimo come una cerbiatta davanti a un predatore, aveva sentito il bisogno di lasciare in eredità a sua figlia almeno il racconto sincero di una vita, ormai al riparo da un qualsivoglia giudizio terreno. Tutto comincia nel 1750, quando l’allora ventitreenne naturalista sbarca in Senegal, splendido eden dalle foreste d’ebano e dalle infinite coste luminose, in cerca di piante, fiori e alberi che nessuno scienziato europeo ha mai descritto. Vi trova invece esseri umani, belli e misteriosi, che la sua cultura gli ha insegnato a considerare inferiori, buoni solo per essere resi schiavi. Attratto dalle tradizioni come dalla lingua che ha deciso di imparare, Adanson ascolta le storie che i griot avvolti nelle loro vesti sgargianti cantano e si tramandano, e apprende cosí di Maram, la Rediviva, rapita per essere venduta, miracolosamente fuggita ai suoi aguzzini e ora nascosta ai confini della terra senegalese. Trovare Maram, dietro mille piste e altrettante leggende, diventa la nuova ossessione di Adanson, lo scopo segreto del suo viaggio, lei che simboleggia il cuore dell’Africa depredata di cui correggere il tragico destino. Dopo Fratelli d’anima, vincitore del Goncourt des lycéens, dell’International Booker Prize e del Premio Strega Europeo, David Diop torna con un romanzo elegiaco e struggente sul rimpianto di un amore che si fa metafora di una storia alternativa, còlta nel momento di un possibile incontro piú felice tra l’Africa e un’Europa veramente fedele agli ideali dell’Illuminismo.

 LA PORTA DEL NON RITORNO

di David Diop

Neri Pozza 2023

Margherita Botto ( Traduttore )

Narrativa, pag.228

 Recensione di Anna Sonatore

David Diop con La porta del non ritorno ha deciso di parlarci di Michel Adanson, un botanico francese nato nel 1727. Ci parla di lui e degli anni in cui ha vissuto in Senegal come ricercatore a soli 23 anni. Un viaggio che durerà cinque anni: l’ambizione e la sete di sapere condizioneranno tutta la sua vita. David Diop prende un personaggio realmente esistito e lo immerge completamente in un’atmosfera onirica, cosa sia reale e cosa non lo è si mischiano perfettamente donandoci una bellissima storia. 

Dei taccuini sono l’unica testimonianza di questo viaggio, appunti lasciati per sua figlia. Un modo per colmare la totale mancanza di rapporti, un modo per farsi conoscere, per dare risposte a domande mai pronunciate ad alta voce. 

Un romanzo che sa scaldare il cuore e allo stesso tempo riesce a ferirci con immagini crudeli. 

David Diop è riuscito a raccontare la vita di un uomo che non ha vissuto. La famiglia come oggetto ornamentale e il tentativo di recuperarne i pochi pezzi rimasti alla fine della sua esistenza. Come può una figlia ritrovare e unire pezzi di vita che non sapeva nemmeno di avere? Questo sarà il compito di Aglaé, una figlia che troverà suo padre solo dopo averlo perso.  

Storia e fantasia si fondono tra queste pagine. Un viaggio affascinante, alla riscoperta dell’amore e della famiglia. Se siete alla ricerca di una storia che riesca ad accompagnarvi in terre lontane e allo stesso tempo farvi sentire a casa La porta del non ritorno è il libro giusto.

Buona lettura!

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David Diop


è un romanziere e accademico francese. È nato a Parigi il 24 febbraio 1966 ed è cresciuto in Senegal. Ha vissuto nel Sud-Ovest della Francia e insegnato letteratura francese presso l’Università di Pau. Con Fratelli d’anima (Neri Pozza, 2019), il suo secondo romanzo, ha avuto numerosi riconoscimenti letterari: il Goncourt des Lycéens 2018, il Premio Strega Europeo 2019 e il Man Booker Prize 2021.